C Capitolo 49 - Dal gangsta rap al nu soul - pagina 2 di 8

49 - Dal gangsta rap al nu soul (2/8)

Ribaltando il discorso, non tutto il gangsta viene necessariamente dalla California: l’esordio del 1993 del Wu-Tang ClanEnter the Wu-Tang” riporta l’attenzione sull’east coast, riprendendo il discorso hardcore rap interrotto anni prima da Public Enemy e Eric B & Rakim, con una simbologia e con sonorità originalissime e lontanissime dall’iconografia gangsta; se gran parte dei nove componenti del collettivo diventerà celebre, in particolare GZA-Genius, RZA, Ol' Dirty Bastard e Method Man il gruppo spalanca d’altra parte le porte per l’ascesa di rapper come Nas, Jay-z, Busta Rhymes e Notorius B.i.g.: quest’ultimo, in particolare, con “Ready to Die”(1994) conia quella che può essere visto come la risposta della costa est al gangsta della costa rivale, in un disco che sposa le cronache brutali ormai di rito con sonorità più morbide, a tratti quasi pop, e che fa emergere la Bad Boy, etichetta personale di Puff Daddy ( ora noto come P. Diddy).

È lui il principale artefice di quel suono un po’ leccato, al confine con l’urban, che segna tutte le uscite della sua etichetta: da “Faith”, esordio di Faith Evans del 1995 al suo “No Way Out” (1997), passando per “Harlem World”, esordio del 1997 di Mase; un suono che incontra immediatamente un incredibile successo commerciale e che frutta a Puff Daddy e alla sua cricca miliardi, ma che viene aspramente criticato dai fan dell’hip hop, tanto da divenire una delle cause scatenanti di quel ritorno alle radici ( quindi ai suoni dell’old school) che si registrerà a fine anni ’90, prima a livello underground, poi anche nelle produzioni mainstream.

Tornando al gangsta, è da notare come esso incontri anche i favori del pubblico giamaicano, da anni legato ad un genere come il dancehall che, per molti versi, ne ha anticipato di anni le atmosfere ( esattamente come i toasters avevano anticipato il rap ). Dancehall che, per la cronaca, nel 1985 va incontro ad una piccola rivoluzione: quando quell’anno Wayne Smith utilizza per la prima volta come base per il suo singolo “Under Me Sleng Teng” una tastierina Casio al posto del solito disco dub/rocksteady, decine di produttori seguono il suo esempio, spinti anche dai vantaggi economici che quella scelta comporta ( permettendo di sostituire una vasta collezione di dischi con un semplice strumento elettronico): è così che, a metà anni ’80, il dancehall diviene elettronico, incontrando il favore delle generazioni più giovani e da esse eredita il suo nuovo nome, raggamuffin, termine che sta ad indicare in Giamaica la gioventù di Kingston.

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