DJ Shadow
Endtroducing...
Instrumental hip hop, la musica hip hop che non tiene conto di nessun elemento vocale. E' questa la spiegazione più sintetica per definire un genere musicale che in realtà trova sbocchi più ambiti (tra cui una certa attitudine rockeggiante).
La combinazione di elementi sonori in superficie differenti quali il funk, l'hip hop e film score dà vita ad un nuovo suono, ad un nuovo approccio prettamente sperimentale ad una musica così naturalmente legata alla "parola". Chi ne è stato l' arteficie? Chi l'ideatore di un mix tanto improbabile quanto riuscito?
Ebbene nell' anno 1996, in pieno furore hip hop, il californiano Josh Davis, in arte Dj Shadow, decide di realizzare un album strettamente strumentale. Il suo stile si basa sui seguenti elementi: loops, editing, sampling e beats. Un dipinto musicale che trae origine da piccoli suoni e rumori presi a prestito, decontestualizzati e ristrutturati per l' occasione.
Dopo una breve intro, il disco si apre con "Building Steam With A Grain Of Salt" un mantra psichedelico in formato elettronico che predilige la notte al giorno, l' interiorita all' esteriorità. Seguita a ruota dal vortice caotico e folle di "The number song" , una tempesta in puro stile hardcore condito di funk.
Il capolavoro indiscusso rimane l' ammaliante ed eterea "Midnight In A Perfect World", sembra quasi di immaginarsi immersi sotto un cielo stellato in una via di New York in compagnia di un amore immaginario, volto di donna con labbra rosso fuoco. Rimanere attoniti è il minimo dinanzi a cotanta maestria monumentale orchestrale.
Infine, il singolo "Organ Donor" che vede campeggiare il primo piano il suono inquietante e sinistro di un organo. Josh Davis ci regala dei paesaggi sonori che sanno di vita notturna, di un occidente che sta per cadere perchè non riesce più a reggersi in piedi. Al primo ascolto non ne riesci ad inquadrarne la maestosità, poi passo passo, quasi fosse un puzzle, unisci pezzo per pezzo e ti ritrovi nel suo mondo.
Un mondo interiore, dove la preoccupazione, l'incertezza e la paura del futuro sono avvolte nel colore blu della notte, nel colore blu della nostra interiorità, senza nessuna coordinata, senza nessuna bussola. Per il resto facciamoci avvolgere dalle melodie di "Endtroducing...", ne rimarremo incantati, quasi fosse stata scritta dai mostri sacri della musica rock. Ascolto imperdibile.
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