R Recensione

6/10

The Shadow Line

Fast Century

Sono in quattro, tre uomini ed una donna, Alessia Casonato, che suona (molto bene) il basso. Un punto l’hanno portato a casa solo a per questo motivo.

Gli altri quattro li conquistano con mestiere grazie a questo bel dischetto che raccoglie il meglio di cinque ep autoprodotti pubblicati tra il 2003 ed il 2007. Musica che strizza l’occhio senza timore all’Inghilterra recente, comodamente adagiata su quel letto che parte dal brit-pop e arriva inesorabilmente all’indie degli anni ’00. Niente di nuovo, ma il tutto è stato composto, arrangiato ed eseguito con perizia, intelligenza e una sana dose di funny-attitude.

Si parte con cassa dritta e chitarre in levare di chiara matrice Strokes, impreziosita da un divertente break centrale (“Untitled”). Successivamente i quattro romani si sporcano un po’ le mani col garage (“Rock the City”, “Commercial”), dimostrano di avere un buon gusto melodico (“One shot hit”, tra Franz Ferdinand e primi Bloc Party) e di poter competere con i modelli di riferimento (i The Killers più recenti vorrebbero tanto avere un wave-funk come “Stab in the Back”). Le undici tracce scorrono via veloci e piacevoli, mettendo in evidenza la bella voce melodica del cantante Daniele Giannini (“Stoned”), qualche ridondante eccesso di zelo (“Hit-hat”) e una piacevole sensazione vintage (“Erasing mind”).

Forse non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, poiché la crescita naturale li porterà sicuramente a migliorarsi, ma l’unico consiglio che ci sentiamo di fornire ai The Shadow Line e di utilizzare i modelli di riferimento (ormai ampiamente interiorizzati), come solido punto di partenza per continuare ad osare, come nel rock polveroso di “Ordinary face”. Ed ecco il sesto punto.

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