R Recensione

5/10

UNKLE

War Stories

Dieci anni fa James Lavelle era sulla vetta del mondo. Fondatore dell'etichetta più cool del pianeta, quella Mò Wax che con le sue uscite aveva contribuito a definire l'estetica trip hop, battua bassa e spezzata, atmosfere livide e oscure, attitudine onnivora e fagocitante. La stessa che aveva firmato il debutto sulla lunga distanza di Dj Shadow, Entroducing, da subito pietra miliare del genere e mattone fondamentale dell'hip hop astratto. Con lui Mr. Lavelle conierà il primo lp per il suo progetto più grandioso: nome in codice UNKLE , simbolo di commistione totale tra generi, parata di stelle con Thom Yorke, Richard Ashcroft e l'allora quasi esordiente Badly Drawn Boy a sgomitare per entrare nell'esordio sulla lunga distanza Psyence Fiction. Momento di massimo splendore ma anche primo passo falso per l'infallibile etichetta inglese: qualcuno lo troverà dispersivo, altri lo bolleranno come deludente.

Anno 2007: la Mò Wax non c'è più, al posto dell'ombra le redini del gioco sono passate al semisconosciuto Richard File (già visto sul precedente Never, Never, Land), la sfilata si è ridimensionata e comprende gli ormai affezionati Josh Homme e il Massive Attack superstite alias Robert Del Naja alias 3D, gruppi di seconda serie come Autolux e Duke Spirit, ed il veterano Ian Astbury (ex Cult). In cabina di regia Chris Goss, noto ai più per il suo lavoro di produzione con i Kyuss.

Se volevate una bella istantanea del tempo che passa eccovi accontentati. Se siete tra quelli convinti che in dieci anni non sia successo niente guardate negli occhi questi personaggi: sono passati dieci anni, ma per loro contano come 50. Ed è bene tenerne contro, perchè giudicare questo War Stories con parametri normali equivarrebbe, per molti versi, a sparare contro la croce rossa.

La prima cosa da fare, trattando di un disco come questo, è scordarsi di mode e trend, e concentrarsi sulla musica: le coordinate sonore sono, grosso modo, le stesse che da sempre contraddistinguono le produzioni targate UNKLE : battute spezzate e una downtempo che spesso accellera nel mid, layer oscuri e saturi, flirt col rock, che con la presenza di Chris Gross diventano anche più marcati: non sono rari i casi in cui il suono si evoleve in una sorta di industrial bastardo o in forme di techno rock, a dire il vero talvolta un filo" scadenti. La produzione si fa comunque avventurosa, le giunture sono state oliate a dovere e gli ospiti fanno il loro sporco lavoro.

Josh Homme si esercita nei suoi falsetti sul groove un po' legnoso di Restless, l'esordiente Gavin Clark si muove sicuro negli anfratti '80s di Keys To The Kingdom e Broken, i Duke Spirit procedono, con saliscendi  vocali Bjorkiani, al passo techno-boogie di Mayday, 3D si rilassa in braccio alle familiari atmosfere ovattate di Twilight.

Non può poi mancare poi una rapida incursione sulle tracce dell'ombra nel crescendo della traccia d'apertura Chemistry, imbastardita sul finale da tentazioni hard rock , il synth pop scuro di Hold My Hand, le atmosfere oniriche di Price Your Pay e la cavalcata ultra-tamarra Morning Race.

Qualità media bassa e poche sorprese all'orizzonte e il solito problema che da sempre affligge le produzioni targate UNKLE: la carenza di pezzi in grado di imprimersi in modo nitido nella memoria.

Onore al merito alle eccezioni quindi: agli Autolux, che passeggiano placidi imbevuti di inguaribile serenità indie pop tra layer sonori saturi e battute spezzate sempre in agguato e al risorto Ian Astbury, in grado di emergere con l'anthemica Burn My Shadow, e di ritagliarsi una ballatona degna di Nick Cave nella conclusiva When Things Explode.

Non sarà il trionfo dell'ottimismo ma, in fondo, a conti fatti, ad ascoltare queste War Stories, c'è poco da stare allegri.

V Voti

Voto degli utenti: 6,7/10 in media su 5 voti.
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Cas 5/10
inter1964 7,5/10
Dusk 8/10

C Commenti

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Marco_Biasio alle 18:28 del 14 agosto 2007 ha scritto:

Burn My Shadow mi piace molto.

Cas (ha votato 5 questo disco) alle 10:23 del 8 febbraio 2008 ha scritto:

RE:

pure a me piace...però il disco è abbastanza deludente, nonostante qualcosina sia anche apprezzabile...

synth_charmer (ha votato 8 questo disco) alle 12:32 del 10 aprile 2010 ha scritto:

io dico che è arrivato il momento di rivalutare questo disco. Se in tanti prendono come punto di riferimento Psyence-fiction, per me War Stories è la quintessenza degli Unkle, e il loro risultato migliore. Una carrellata di pezzi intensi, tutti riusciti (a differenza di Psyence-fiction, che aveva alcune leggere cadute), un'atmosfera tenebrosa, suoni potenti che sublimano energia rock ed elettronica in una nuova formula, contributi vocali notevoli (ottimo Gavin Clark). Per me uno dei migliori dischi dello scorso decennio.