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R Recensione

8/10

Johanna Kunin

Clouds Electrics

Questo è uno di quei dischi scoperti per caso, qualche anno fa, probabilmente non vicinissimo alla data della sua uscita; l’impressione prima, dal disegno in copertina al nome stesso dell’autrice e al titolo, ruotata intorno al primo ascolto, è stata subito convincente: “convincentemente pop”, interessante!, quasi classico per il suo presentarsi alle orecchie (e pure allo sguardo che l’ascolto, per l’appunto, comprende) originale e sensibile.

La voce di Johanna Kunin è uno degli archi dei suoi arrangiamenti(il più caloroso per coro e canto), il pianoforte che vi ondeggia e ne supporta il percorso, nonché la struttura (probabilmente è il piano che sta alle origini compositive di molti dei brani dell’opera), l’elettronica il terzo elemento che “cristallizza” le Nuvole Elettriche rendendole in qualche modo perfettamente moderne nonostante, come già detto sopra, il loro essere classiche, in quel senso tutto pop e stratificazioni melodiche che potrebbero di certo far rapportare molti elementi del disco e del canto della Kunin ad altre artiste oramai cult, amatissime, che forse da un po’ fanno anche sentire la loro mancanza ai più nostalgici.

Ma dalle onde iniziali di Mobius waves al sesto frutto (Blueberry) di questo album(albero)multicolore, il tempo dell’ascolto si fa accogliente e immaginifico, coinvolgente e “trattenibile” (orecchiabile a tratto, come un disegno a colori liquidi) tanto da potersi considerare risultato perfetto di un lavoro poetico che condensa appieno le proprie nuvole col cuore elettrico di un bene acustico – elementi che non fanno il temporale, ma piuttosto il restare impresso – tanto che con gli anni, tra le scoperte (nella ricerca sempre più minuziosa di suoni e occasioni di osservazione e ascolto di “come vanno le cose”, anche quelle musicali, quelle che solo se cerchi trovi, che sempre meno  ti vengono poste o offerte dal mezzo ufficiale né da quello detto, ma forse nemmeno più, alternativo) migliori e decise, nel panorama pop e non solo, sarà per quel minuto e cinquantasette del brano dieci con apertura alare di farfalla (The Butterfly, cover di Edvard Grieg - dal lontano 1906) solo al pianoforte e per la successiva “voce nella bottiglia” che l’elemento acquatico, naturale di Clouds Electric forse lo fa piovere e ricordare, scegliere e amare come uno dei migliori ascolti degli ultimi tempi per temperature e raffinatezza.  

V Voti

Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
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Teo 8/10

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