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R Recensione

7,5/10

Goldfrapp

Tales Of Us

La carriera altalenante dei Goldfrapp è affascinante: oscilla tra la scena trip-hop di Bristol e l'electro-pop più prevedibile. Alison Goldfrapp e Will Gregory hanno sfornato dischi e canzoni dagli umori molto diversi gli uni dagli altri. E' una scelta strana ma decisamente apprezzabile. La musica deve essere soprattutto urgenza comunicativa e, nonostante in una canzone pop come Ooh La La (2005) si faccia un po' fatica a vedere un'urgenza comunicativa, i Goldfrapp hanno sempre scritto brani onesti e sinceri (alcuni riusciti, altri meno), andando a toccare tasti emotivi diversi.

L'ultima fatica, Tales Of Us, sembra ritornare su quei territori malinconici battuti in un paio di occasioni nell'ultimo decennio (l'esordio Felt Mountain del 2000 e Seventh Tree del 2008), ma con meno appigli elettronici.

Sì, è un disco essenzialmente acustico, in cui a fare da padrone è la voce sensuale di Alison. Le lievi incursioni elettroniche sono talmente discrete che non danneggiano l'andamento dark-folk dell'intero lavoro.

Le 10 canzoni che si susseguono nella scaletta del disco, sono come dei racconti brevi; parlano di 10 personaggi e di altrettante vicende: Jo, Annabel, Drew, Ulla, Alvar, Thea, Simone, Stranger, Laurel, Clay.

Annabel, racconta di un bambino intersessuale che gioca a cercare la propria identità; il video di Lisa Gunning che descrive questa storia, è un vero e proprio cortometraggio in bianco e nero, molto ben riuscito: l'alchimìa musica-immagini è perfetta; infatti il sound che descrive questi personaggi, lo fa attraverso un linguaggio sonoro che riesce a donare all'ascoltatore delle fotografie, pregne di notturna malinconia, che permettono di immaginare tutti i racconti come dei piccoli film.

Le melodie sono perfette, tutte splendidamente incastonate in arrangiamenti curatissimi: sembra ci sia poco dietro le armonie che compongono il disco, e invece, ascoltandole attentamente, si scopre una varietà sorprendente di trame, in cui ogni nota è perfettamente al suo posto.

Un gran bel disco Tales Of Us che si può accostare, senza timori, al bellissimo esordio, non tanto per una questione di attinenza di genere, ma più che altro per l'ispirazione, la voglia di sorprendere e l'incredibile sensazione di essere quasi sull'orlo del pianto al termine di ogni canzone.

V Voti

Voto degli utenti: 7,4/10 in media su 4 voti.
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Lepo 7/10
Gio Crown 7,5/10
4AS 7,5/10
Dengler 7,5/10

C Commenti

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Gio Crown (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:31 del 10 ottobre 2013 ha scritto:

"Le melodie sono perfette, tutte splendidamente incastonate in arrangiamenti curatissimi"...ecco la sensazione di fondo che si prova ascoltando questo gioiello. E poi c'è la sequenza cristallina delle note che si snodano lievi ma perfette per tutto il disco.

Non amo molto le voci sottili come quella di Alison, ma qui è tutto perfettamente amalgamato che una voce più potente potrebbe rovinare l'insieme delicato di ogni pezzo. Difficile reggere un intero brano lento basato prevalentemente su voce e chitarra senza diventare lamentosi...ecco qui invece anche nel minimalismo di una voce e di uno o al massimo due strumenti con il solo breve e saltuario arrichimento di una orchestrazione più ampia e maestosa (Drew) funziona tutto magnificamente trascinando via l'immaginazione. Ma forse è per la maestria con cui le varie componenti sono sapientemente combinate (Jo, Drew, Annabel).

Quello che apprezzo di più sono gli inserti di archi profondi (tipo in Ulla) che spuntano qua e là nei brani.

Tutto il disco sembra pervaso da un'aura mistica...più che il susseguirsi di brani, potrebbe essere una cerimonia druidica che si svolge a notte alta in una radura profonda del bosco oscuro. Atmosfere notturne...e parecchie reminiscenze dei Cocteau Twins.

Come unica notazione negativa, no, forse solo come spazio di crescita e miglioramento...una certa monotonia dei brani?...inserire brani che non siano variazioni sul tema principale credo aggiungerebbe il tocco di perfezione definitivo a questo sorpredente gruppo

4AS (ha votato 7,5 questo disco) alle 15:20 del 13 febbraio 2014 ha scritto:

Jo, Drew, Clay, tre grandissimi pezzi. Ma tutto si mantiene su alti livelli. E' la dimostrazione che quando torna alle sonorità sospese, notturne delle origini, ha un talento invidiabile.