Goldfrapp
Tales Of Us
La carriera altalenante dei Goldfrapp è affascinante: oscilla tra la scena trip-hop di Bristol e l'electro-pop più prevedibile. Alison Goldfrapp e Will Gregory hanno sfornato dischi e canzoni dagli umori molto diversi gli uni dagli altri. E' una scelta strana ma decisamente apprezzabile. La musica deve essere soprattutto urgenza comunicativa e, nonostante in una canzone pop come Ooh La La (2005) si faccia un po' fatica a vedere un'urgenza comunicativa, i Goldfrapp hanno sempre scritto brani onesti e sinceri (alcuni riusciti, altri meno), andando a toccare tasti emotivi diversi.
L'ultima fatica, Tales Of Us, sembra ritornare su quei territori malinconici battuti in un paio di occasioni nell'ultimo decennio (l'esordio Felt Mountain del 2000 e Seventh Tree del 2008), ma con meno appigli elettronici.
Sì, è un disco essenzialmente acustico, in cui a fare da padrone è la voce sensuale di Alison. Le lievi incursioni elettroniche sono talmente discrete che non danneggiano l'andamento dark-folk dell'intero lavoro.
Le 10 canzoni che si susseguono nella scaletta del disco, sono come dei racconti brevi; parlano di 10 personaggi e di altrettante vicende: Jo, Annabel, Drew, Ulla, Alvar, Thea, Simone, Stranger, Laurel, Clay.
Annabel, racconta di un bambino intersessuale che gioca a cercare la propria identità; il video di Lisa Gunning che descrive questa storia, è un vero e proprio cortometraggio in bianco e nero, molto ben riuscito: l'alchimìa musica-immagini è perfetta; infatti il sound che descrive questi personaggi, lo fa attraverso un linguaggio sonoro che riesce a donare all'ascoltatore delle fotografie, pregne di notturna malinconia, che permettono di immaginare tutti i racconti come dei piccoli film.
Le melodie sono perfette, tutte splendidamente incastonate in arrangiamenti curatissimi: sembra ci sia poco dietro le armonie che compongono il disco, e invece, ascoltandole attentamente, si scopre una varietà sorprendente di trame, in cui ogni nota è perfettamente al suo posto.
Un gran bel disco Tales Of Us che si può accostare, senza timori, al bellissimo esordio, non tanto per una questione di attinenza di genere, ma più che altro per l'ispirazione, la voglia di sorprendere e l'incredibile sensazione di essere quasi sull'orlo del pianto al termine di ogni canzone.
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