R Recensione

9/10

Forro In The Dark

Bonfires Of Sao Joao

Un italo americano e quattro brasiliani, tutti attualmente residenti nella Grande Mela, tutti musicisti di calibro jazz, tutti con la voglia di fare musica tradizionale brasiliana, chiamata “forro”, in chiave moderna.

Al primo ascolto l’album risulta originale, e forse questa sua caratteristica è data proprio dall’abilità del gruppo nel riuscire a mischiare le carte in tavola: che si rivelano ben presto un poker vincente, composto da tradizione folk brasiliana, avanguardia newyorkese, semplicità e ballabilità dei brani in questione .

Già dal primo brano ( Indios do Norte) si pensa ad un Marc Ribot impazzito che in coppia con Ian Anderson decide di infilarsi un sombrero e suonare come se si fosse in un film di Sergio Leone. Brano strumentale dove le percussioni fan da sfondo e tutto è giocato sul dialogo tra chitarra crunchy e flauto.

L’immagine si fa sempre più nitida con l’attacco del secondo brano (Forrowest) che già dal titolo fa capire dove vogliono andare a parare i signori del Forro: lo strumentale si apre con un attacco di sax baritono che invita a lasciarsi trasportare dalla fluida ritmica delle percussioni brasiliane.

Al terzo brano (Asa Branca) c’è un cambio di andatura, si arriva direttamente al country con la voce di MrDavid Byrne che fa da padrone e supporto di coro sud americano da baffetto unto. Ritorniamo poi sulle sonorità tex-mex iniziali con Limoerio Do Norte dove i fraseggi del flauto di Jorge Continentino dirigono l’ensamble in nuove jam da Far West.

Nei successivi episodi (Que Que Tu Fez e Riacho do Navio) il percussionista italo americano Mauro Refosco si cimenta in una prova vocale ottenendo però scarsi risultati e lasciando un alone di superficialità su canzoni strumentalmente valide.

Momenti di introspezione si vivono sul brano cantato da Bebel Gilberto (Wandering Swallow), la musica si fa soffice ed accompagna in modo sensuale la profonda voce femminile della cantante.

La questione non cambia in Paraiba dove in primo piano troviamo la voce esotica di Miho Hatori. Invece Cajuina è chiaramente una musica rubata dalle sporche cantine di Tom Waits, dove ritorna l’amico Sax Baritono, ancora momenti di gloria per Mr Byrne con l’americanissima I Wish. Per concludere troviamo ovviamente il brano più brasiliano del disco (Lampiao no Ceu) dove la musica ed i cori creano quell’effetto danza di carnevale, con finale a milleallora e assolo di percussioni.

In definitiva un album che potrebbe essere la colonna sonora di una partita di calcio ; “Attenzione ! attenzione! Oggi si sfideranno Brasile vs USA.” Il finale è scontato, doppietta del Brasile a ritmo di Forro.

Da segnalare su Youtube un simpatico video di ForroWest suonata live su una battello.

V Voti

Voto degli utenti: 4/10 in media su 1 voto.
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REBBY 4/10

C Commenti

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REBBY (ha votato 4 questo disco) alle 16:52 del 29 luglio 2009 ha scritto:

A me invece è sembrato un album minore nel vero

senso della parola. A parte le due con Byrne

(caruccie) il reso a me è "parso da oratorio",

anonimo. Se il Brasile era quello (quell'anno)

a noi bastava tranquillamente Vinicio (Ovunque

proteggi) e sul risultato non ci sono discussioni

(eheh).