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R Recensione

7,5/10

Tosca

Morabeza

Il percorso artistico di Tiziana Tosca Donati nel mondo della canzone italiana può essere considerato uno dei più originali e particolari. L’inizio è come attrice, poi l’incontro con Renzo Arbore, il primo disco nel 1992 e la partecipazione al festival di Sanremo. Da qui inizia un viaggio nella musica a 360 gradi (senza dimenticare mai il mondo del teatro), attraversandola in ogni suo aspetto: collaborazioni con i più grandi autori italiani, teatro canzone, colonne sonore, musica religiosa, passando dal festival di Sanremo al Premio Tenco mantenendo intatta la purezza della sua arte. Un viaggio che l’ha portata ad incontrare le musiche del mondo, prima con il disco “Il suono della voce”, con brani cantati in yiddish, portoghese, francese, rumeno, giapponese e libanese, poi con il seguente tour Appunti musicali dal mondo, che l’ha portata a suonare in giro per i continenti per tre anni, duettando con moltissimi artisti importanti dei paesi visitati.

Il disco “Morabeza” nasce da questi viaggi e da questi incontri, dalla scoperta di quante cose ci siano in comune con tutte le musiche e tutti gli artisti conosciuti, superando le differenze di lingua e cultura. In questo percorso Tosca è guidata da Joe Barbieri, che ha arrangiato tutti i brani e si è occupato di alcune traduzioni in italiano, e accompagnata da molti ospiti di rilievo. Il primo è Gabriele Mirabassi, e il suo clarinetto lo troviamo nel brano di apertura, “Giuramento”, dove dipinge una bellissima melodia, facendo da controcanto alla splendida voce della cantante. Dal Brasile arriva Lenine per “La bocca sul cuore” (testo di Joe Barbieri su musica di Cézar Mendez), un brano lento cantato dalle due voci, facendo incontrare la canzone d’autore italiana e la canzone brasiliana, ricordando in parte quanto fatto da Sergio Bardotti con Ornella Vanoni e Sergio Endrigo. Atmosfere che ritornano in “Mio canarino”, brano del repertorio di Marisa Monte che in questo adattamento di Joe Barbieri si trasforma in una canzone italiana, mantenendo in sé però tutto il sapore dei suoni del Brasile, e in “João”, un omaggio al padre della bossanova João Gilberto, scritto da Arnaldo Antunes, ospite in questa versione. Per “Normalmente” il procedimento è inverso. Si parte da un brano di Barbieri, che si trasforma in una canzone bilingue grazie all’intervento del portoghese Ivan Lins. Il risultato è un pregevole lento dal suono acustico, con le due voci accompagnate solo da una chitarra e un quartetto d’archi.

Molto presenti anche i suoni di derivazione jazz, evidentemente anch’essi parte del bagaglio sonoro della cantante romana. Li troviamo in “Simpatica”, riuscito adattamento in italiano del brano quasi omonimo degli americani Pink Martini, con un suono slow swing, con la chitarra jazz manouche di Oscar Montalbano, e in “Voodoo rendez-vous”, adattamento italiano (come il precedente ad opera di Joe Barbieri) della colonna sonora del film Belleville Randez Vous

Un vero e proprio incontro di mondi sonori diversi è Serenade de paradis”: un brano in romanesco che viene tradotto in francese da Enrico Greppi della Bandabardò, con un arrangiamento che lo trasporta più a nord, e le due bellissime voci di Tosca e Awa Ly che si alternano, accompagnate solo dal suono di due violoncelli. Splendido. La mano felice di Greppi adatta in francese anche “Il terzo fuochista” (presentata al Festival di Sanremo nel 2007), che diventa anche “Le troisieme artificier”, un bellissimo valzer in cui la cantante romana duetta con la jazz singer Cyrille Aimée. In questo gioco di rimandi, citazioni e incontri, succede anche “Per ogni oggi che verrà”, versione italiana di un originale della portoghese Luisa Sobral, colpisca tanto l’autrice da voler scrivere un brano per Tosca, in italiano. Il risultato è “Un giorno in più”, che qui troviamo cantato dalle due cantanti insieme, due voci che si amalgamano alla perfezione, accompagnate ancora una volta solo da chitarra e quartetto d’archi. Un disco nato da viaggi intorno al mondo, da incontri con altri artisti e altre culture, con la musica come linguaggio universale, il cui significato profondo è esemplificato alla perfezione da “Ahwak”, brano tradizionale cantato in lingua originale insieme al tunisino Lotfi Bouchnak.

Con “Morabeza” (termine creolo che sta a cavallo tra saudade e alegria) Tosca realizza un disco affascinante sotto ogni aspetto o punto di vista, rendendoci parte di un viaggio nella musica del mondo che diventa musica popolare, nella sua accezione più alta. Un disco davvero internazionale, e non è un caso se le prime date del tour a marzo 2020 saranno Madrid, Barcellona e Parigi, prima ancora di Roma e Milano.

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