R Recensione

9/10

Tori Amos

Under the Pink

Tori Amos, semplicemente un'artista raffinata, unica, bravissima, eccellente. Una cantante, una cantautrice, una pianista, una compositrice, una ragazza dai capelli rosso fuoco che ha saputo incendiare gli animi e i cuori di milioni di persone in tutto il mondo. La cosa più bella e degna di nota, è che Tori suona della musica decisamente lenta, struggente, del buonissimo pop che viene però considerato da tutti anche incredibilmente rock.

Fate sentire ad un metallaro un brano come “Baker Baker”, oppure “Cornflake Girl”, entrambe nell'album che andremo a trattare, “Under the Pink” e vi troverà indiscutibilmente sublime il primo e dannatamente rock  il secondo. Il disco che andremo a “criticare” è un disco unico nel suo genere, che ha venduto tre milioni di copie e che ha segnato per sempre la storia della musica.

Prima di tutto non possiamo non menzionare il fatto che la Amos è figlia di un reverendo metodista, questo perchè in buona parte dei suoi testi la cantante affronta il tema della religione, della Chiesa, dell'ipocrisia di quest'ultima, del diritto alla libertà di ciascuno di noi e soprattutto della donna. I suoi testi sono infatti sempre molto profondi, ricercati e mai banali, così come la sua musica. La caratteristica di questa artista, è quella di essere una compositrice a tutto tondo, che vive il suo rapporto con il suo strumento, il pianoforte, in maniera quasi carnale, molto fisica. Il timbro della sua voce è capace di rendere al meglio ogni emozione, dalla sofferenza, alla gioia, dall'aggressività alla dolcezza. Vittima di stupro circa all'età di vent'anni, Tori porterà con sé questa bruttissima esperienza in eterno. Come sempre però, il dolore e il disagio si sa, donano all'artista notevole ispirazione e Tori farà tesoro di questo, riuscendo così a tramutare la sofferenza in musica semplicemente sublime e toccante.

Under the Pink” uscì nel 1994, dopo il bellissimo “Little Earthquakes” del 1992, conquistando pareri favorevoli da parte di pubblico e critica, grazie anche ad uno dei primi singoli estratti “Cornflake Girl”, un pezzo decisamente rock, con un paio di assoli di piano finali davvero da orgasmo, che non hanno nulla da invidiare ad un riff di chitarra alla Angus Young. Il brano d'apertura dell'album s'intitola “Pretty good years”, una ballata in pieno stile Amos, preludio di un capolavoro a dir poco maturo e geniale. Seguono “God”, primo singolo estratto in America, dove Tori tratta nuovamente le questioni divine, troppo spesso incomprensibili. “Bells For Her” e “Past the Mission”, tracks melodiche pur sempre originali.E poi “Baker Baker", una delle canzoni più belle, dove la cantante, usufruendo soltanto della sua voce e del suo inseparabile piano a coda Bosendorfer, narra di un amore finito, in una maniera struggente degna soltanto di questa ineguagliabile dea. E poi ancora,  “The Wrong Band” e “The Waitress”, la già citata “Cornflake Girl”, l'inquieta “Icicle” e “Cloud On My Tongue” e a conclusione di un lavoro sopraffino,  “Space Dog” e la quasi epica ed abbastanza ermetica “Yes, Anastacia”, dedicata ad una principessa russa.

Le precauzioni d'uso per “Under the Pink” sono le seguenti: Scusarsi con fidanzati, parenti e amici se per giorni ci si assenterà dal resto del mondo al suono di brani come  “Pretty good years”, “Cornflake Girl”, “Baker Baker",  “Icicle”, “Yes, Anastacia”.

Cercare di ascoltare questo album almeno una decina di volte prima di tornare tra noi tutti comuni mortali. Procurarsi una copia di scorta di “Under the Pink” perchè ve lo posso assicurare, lo consumerete. Ultimo consiglio personale: Provare, se siete uomini, a sposare questa donna, perchè vivere al fianco di una persona con una sensibilità e un'anima simile, penso che darà proprio l'impressione di aver sposato la Madonna. Quella vera però.

 

V Voti

Voto degli utenti: 7,6/10 in media su 10 voti.
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sarah 8/10
lev 7/10
loson 7/10
rael 5/10
hyper82 10/10
danter 6/10
Lepo 8,5/10
luca.r 8/10

C Commenti

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sarah (ha votato 8 questo disco) alle 20:01 del 16 luglio 2009 ha scritto:

il miglior disco di tori.

lev (ha votato 7 questo disco) alle 12:39 del 17 luglio 2009 ha scritto:

personalmente gli preferisco di gran lunga "from the choirgirl hotel". oggi però è un'artista che non mi riesce più di ascoltare.

loson (ha votato 7 questo disco) alle 13:02 del 17 luglio 2009 ha scritto:

RE:

"oggi però è un'artista che non mi riesce più di ascoltare"... Sai che per me vale la stessa cosa? Anni fa non riuscivo a farne a meno, adesso quasi la ignoro. Qui comunque ci sono signori pezzi ("God", "Bells For Her", "Cornflake Girl", "Cloud On My Tongue"), ben controbilanciati da un finale insopportabile ("Yes, Anastacia"). Il mio preferito forse resta "Space Dog".

lev (ha votato 7 questo disco) alle 13:11 del 17 luglio 2009 ha scritto:

RE: RE:

e di "from the choirgirl hotel che ne pensi?" all'epoca l'avrò ascoltato cento volte!

loson (ha votato 7 questo disco) alle 13:16 del 17 luglio 2009 ha scritto:

RE: RE: RE:

Mai ascoltato. Mi sono fermato a "Boys For Pele", un pò disilluso dalla dispersività a cui già tendeva la sua musica. Mi consigli di procurarmelo?

lev (ha votato 7 questo disco) alle 13:20 del 17 luglio 2009 ha scritto:

RE: RE: RE: RE:

bè, a me all'epoca sembrò oltre che il migliore, anche il più omogeneo e concreto. sicuramente dargli un ascolto non ti farebbe male. sempre se riesci ad ascoltarla eh eh eh.

loson (ha votato 7 questo disco) alle 13:24 del 17 luglio 2009 ha scritto:

Vabbè dai, vedo di superare l'inappetenza e procacciarmelo!

simone coacci (ha votato 8 questo disco) alle 9:58 del 18 luglio 2009 ha scritto:

Era un gran bel disco, a quel che mi ricordo. Non lo ascolto da un secolo. Ma ho fiducia nelle mie sensazioni.

ROX alle 16:22 del 3 gennaio 2011 ha scritto:

bellissimo disco, canzoni splendide... dopo questo disco ha fatto Boys for pele and From the Choirgirl hotel... purtroppo dopo il vuoto totale o quasi... un vero peccato che un'artista come questa si sia spenta in creatività!

Lepo (ha votato 8,5 questo disco) alle 11:58 del 12 febbraio 2016 ha scritto:

Grandissimo album, il migliore della Amos. Ho un rapporto particolare con lei: i primi due dischi li reputo davvero bellissimi, ma mi coinvolgono talmente tanto da non riuscire ad ascoltarli per lunghi periodi. Quando ci ritorno però è sempre un piacere.

Utente non più registrat alle 19:07 del 3 marzo 2020 ha scritto:

Sono un italiano semplice.

Parte "Space Dog" e automaticamente sento Ferretti che inizia "Consumami distruggimi è un po' che non mi annoio".

Comunque, recensione orribile - o meglio, per fare il gentile, non mi piace per niente per una serie di ragioni.