Rufus Wainwright
Release The Stars
Boriosa routine: tirare queste somme dopo l'ascolto dell'ultima fatica di Rufus Wainwright , è fin troppo semplice. Nonostante l'affidamento della produzione a Neil Tennant ( Pet Shop Boys ) avrebbe potuto far supporre un rinnovamento anche solo parziale del sound del cantautore canadese, la realtà dei fatti dimostra l'esatto contrario, con i barocchi virtuosismi di Wainwright ancor più in evidenza e gli arrangiamenti dei brani ancor più corposi, talvolta fin troppo.
Il tutto risulta, quando non prevedibile e scontato, se non altro eccessivo per chi ha avuto la fortuna di seguire l'artista nei suoi lavori precedenti. Rivelatasi vana la speranza di una sterzata verso nuovi territori, duole soprattutto constatare come anche l'aspetto compositivo lasci l'amaro in bocca; l'intensità e l'emotività delle melodie di “ Want One ” e “ Want Two ” sono qui ridotte all'osso, e in generale le tracce di questo “ Release The Stars ” mancano perlopiù di mordente e di pathos. Non tutte, per la verità.
“ Leaving For Paris No. 2 ”, “ Sanssouci ” ed il singolo “ Going To A Town ” sono impeccabili, e risollevano le sorti di un disco che, aldilà delle delusioni fin qui elencate, rimane tuttavia discreto, soprattutto se ci si prende la briga di riascoltarlo più e più volte; il disco cresce di volta in volta, ma non abbastanza da sfuggire alle critiche di cui sopra e da coinvolgere del tutto l'ascoltatore.
In conclusione, Rufus Wainwright è certamente un cantautore dal talento cristallino, lo ha ampiamente dimostrato nelle sue opere precedenti (alle quali rimandiamo coloro interessati al suo pop da camera barocco e orchestrale), e a sprazzi anche in questo “ Release The Stars ”; proprio per questo, auspichiamo più coraggio ed ispirazione per il suo futuro.
Tweet