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8/10

Against Me!!

Against Me! Is Reinventing Axl Rose

Gli Against Me! sono una band da amare. Nonostante nel corso degli anni si siano persi, ritrovati, ripersi e (forse) definitivamente ritrovati con l’ultimo album Transgender Dysphoria Blues il loro percorso artistico è tanto affascinante quanto doloroso, legato a doppio filo alla figura di Thomas Gabel/Laura Jane Grace, personalità atipica e carismatica la cui tensione politico/anarchica (di Americano cresciuto con la guerra del Golfo e maturato con quella in Iraq) ed esistenziale (di donna segregata all’interno del corpo di un uomo) si è trasformata in musica e, a tratti, in arte.

Cosa sia questo Reinventing Axl Rose è presto detto: la più pura e cristallina essenza del Punk. semplice, aggressivo, anarchico ed incazzato. Pochi accordi, nessuna ricerca formale, ma tante, tantissime urla che vengono dal profondo, dalle viscere di chi solo con la musica può avviare la propria catarsi.

Tante urla da far sensibilmente spostare la classificazione dell’opera verso l’hardcore, ma tanti stornelli (più o meno) semi-acustici da riportarla a più tranquillizzanti lidi folk; percussioni martellanti, anche se spesso quasi solo accennate, a scandire un ritmo a tratti indiavolato, il tutto nell’ottica di una registrazione che risente molto di un’iniziale approccio da one man band che fa molto cantautorato alla Woody Guthrie. Mix di stili, di approcci al Punk, ora combat folk, ora emo-core, reso mai banale dalla necessità espressiva primigenia che scaturisce da ogni singola nota dell’album.

Le liriche, dunque, in cui alla protesta sociale anarchica si mescolano storie di malinconia e dipendenza, e soprattutto il disagio esistenziale del reietto, del “faggot”(come veniva additato il cantante da ragazzo), la cui vera identità stenta a manifestarsi. Il primo LP degli Against Me! è una perla splendente in quell’oceano di merda che è il Punk del ventunesimo secolo, energia negativa incanalata alla perfezione in undici tracce letteralmente disarmanti. A partire dal ritmo neanche troppo vagamente irish di Pints of Guinness make you strong, la storia della nonna del cantante persa nell’alcool per bruciare il ricordo di un amore che le fu strappato via. La musica e le parole scorrono fluide anche nei momenti più pesanti, come la superba The politics of starving, o nella mezza canzoncina pop Baby, I’m an anarchist! storia ironica di due innamorati divisi dalle differenze di ideali politici. La title-track è una vera e prorpia lode alla musica sicnera, senza alcun interesse economico, vissuta come ragione di vita (un’utopia il cui riferimento satirico ai Guns n Roses è più che calzante). Il disco si dipana agile tra canzoni quasi naif come Those anarcho punks are mysterious… e We laugh at danger and break all the rules ed altre più impostate come Scream it until you’re coughing up blood o Walking is still honest, fino a collimare nello splendido finale di Eight full hours of sleep ballata lievemente lennoniana, e un po’ meno lievemente strummeriana; canzone politica, sognante, malinconica e disperata, con un testo davvero bellissimo.

Reinventing Axl Rose è un album di quelli che non ci si stanca mai di ascoltare, forse registrato con un po’ troppa di noncuranza per la qualità, cosa che lo rende però ancor più affascinante e che ci porta indietro di almeno venticinque anni, quando il Punk era ancora un genere che non doveva scendere a compromessi con nessun tipo di virtuosismo. Ed è così che va inteso questo debutto folgorante, trenta minuti e spiccioli da ascoltare tutti d’un fiato per poi imbracciare una chitarra scordata ed iniziare ad urlare al mondo tutto il proprio risentimento verso una società ingiusta, urlare fino a sputare sangue che tre o quattro accordi possono bastare per mandare a fanculo un sistema marcio alla radice. Come il Punk ha insegnato, insegna ed insegnerà (… spero…) ancora ad altre generazioni di ragazzi.

Negli anni a seguire gli Against Me! si costruiranno un seguito sempre maggiore di fan, ma pagheranno il pegno di uno stile sempre più commerciale che renderà alla musica solo un album (… o poco più) degno di nota. Ma il loro esordio rimane fuoco ardente e vale la pena lasciarsi bruciare.

P.S. Pare che Axl Rose sia riuscito ad ascoltare il disco per appena trenta secondi prima di toglierlo dal lettore e ridurlo in frantumi...

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