R Recensione

9/10

Kings Of Leon

Youth & Young Manhood

Da un po' di tempo a questa parte sono tornati di moda gli anni '60 e '70...e sulla scia di questa tendenza le case discografiche non fanno altro che sfornare dischi alla Beatles, alla Dylan, alla Beach Boys, alla Byrds.

 

Ciò però non è un male, anzi...

Pare che la musica migliore venga proprio da quel periodo ed è un piacere ascoltare ragazzi dai 16 ai 20 anni suonare musica così di qualità come fanno i Kings Of Leon in "Youth & Young Manhood". Album che sembra essere uscito proprio dalla "Woodstock Generation": copertina che riprende "Forever Changes" dei Love (e chissà quante altre); durata che non supera i 38 minuti, come si usava trent'anni fa e soprattutto musica...come si usava allora!

I Kings Of Leon vengono da Manphis, Tennessee, USA.

Si dice siano quattro fratelli, o anche tre fratelli e un cugino: sicuro è che hanno tutti lo stesso cognome, Followill.

Hanno iniziato a suonare nella loro cittadina per poi sfondare in tutti gli Stati Uniti unendo ironia e pigrizia tutta sudista, rock'n'roll e ritmi spiritual.

La cosa che più incuriosisce, però, è che a parlarne bene non sono le solite riviste musicali, ma il "Guardian", che molto poco spesso spende buone parole per le novità.

 

E infatti basta ascoltare il primo brano, Red Morning Light, per capire di che stoffa sono fatti i Kings Of Leon: i quattro suonano convincenti e spigliati sfoderando 11 canzoni a prova di noia e a ritmo di rock, di quello non lavorato dalle super produzioni di oggi che spesso finiscono per coprire la creatività degli artisti.

In Joe's Head e Trani sfiorano le ballad Dylaniane, tanto per mettere in chiaro la propria cultura musicale; con California Waiting firmano una grande canzone; in Spiral Staircase se la chitarra acustica sostituisse la elettrica diventerebbe una classica canzone country che nel chorus si trasforma in puro rock'n'roll; Dusty è un blues prima maniera.

Il disco si conclude con la ghost track Talihina Sky, una ballad che mantiene alta la qualità media dell'album.

Infine, per conludere, la voce di Caleb Followill suona nuova e originale come non ce ne sono molte di questi tempi.

 

Tutto ciò fa di "Youth & Young Manhood" un grande disco...chissà se sapranno ripetersi con un così bel disco rinnovandosi.

V Voti

Voto degli utenti: 5,3/10 in media su 9 voti.
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Teo 9/10
leax 7/10
NDP 0,5/10

C Commenti

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J.J.FOX (ha votato 8 questo disco) alle 22:58 del 10 febbraio 2011 ha scritto:

Beh...

A me piace un sacco, vivo , carico, pieno di brio bravi.