Creedence Clearwater Revival
Cosmo's Factory
Parlando dei Creedence Clearwater Revival, si corre il rischio di scivolare nelle più banali frasi fatte: La quintessenza dellamerican sound, Labbecedario del rock nroll e via discorrendo. Si tratta però di un rischio inevitabile, perchè i Creedence sono stati anche questo:miscelando influenze di vario tipo (dal soul al country, dal blues al rock nroll) sono stati capaci di creare un sound inconfondibile, spontaneo ed eccitante, condito da una mitologia a base di swamp e bayou che evoca la Louisiana; cosa alquanto singolare, tenuto conto che i nostri sono californiani. Ma nel panorama californiano di fine anni Sessanta diviso tra Jefferson Airplane, Grateful Dead, CSN, tra sballi psichedelici e contestazione politica, i Creedence erano a dir poco dei pesci fuor dacqua; paradossalmente questo loro essere out of fashion e out of time ha rappresentato il loro punto di forza, e ha reso le loro canzoni impermeabili al trascorrere del tempo e al susseguirsi delle mode, tanto da diventare fonte di ispirazione per numerose band e artisti.
Cosmos Factory è il quinto album della band (formata dai fratelli Fogerty, John alla chitarra e voce e Tom alla chitarra; nonchè da Stu Cook al basso e Doug Clifford alla batteria.) e viene realizzato nel 1970 ; lanno precedente, il 1969, era stato per la band un vero e prorio annus memorabilis , in quanto vide la luce una trilogia a dir poco irripetibile: Bayou Country, Green River, Willie And The Poorboys. Cosmos Factory rappresenta lapice della carriera della band, summa e sintesi della loro arte, della loro capacità di pescare a piene mani nella tradizione del passato per creare qualcosa di nuovo. Tra tutti i dischi dei Creedence Cosmos Factory è probabilmente il più vario, quello più enciclopedico nello svelare tutte le varie influenze della band, un meraviglioso contenitore nel quale trovano posto rock nroll anfetaminici alla Chuck Berry come Travelin Band,blues da roadhouse come Before You Accuse Me, ballate country (Lookin Out My Back Door), galoppate a ritmo di psychobilly (la straordinaria Ramble Tamble, cioè Gun Clubbefore Gun Club) folk ballad dal sapore byrdsiano (Wholl Stop The Rain), senza dimenticare Up Around The Bend, brano dal riff micidiale, che anticipa molto del power pop di lì a venire. Come nei precedenti dischi non mancano le cover, da Ooby Dooby di Roy Orbison a My Baby Left Me di Arthur Crudup (interpretata anche da Elvis Presley), alla già citata Before You Accuse Me (di Bo Diddley) fino ad arrivare al capolavoro di Marvin Gaye I Heard It Through The Grapevine che diventa uno stravolto e stravolgente tour de force di circa 11 minuti. Ma la palma di capolavoro assoluto del disco è indubbiamente la conosciutissima Run Through The Jungle, probabilmente uno dei pezzi più coverizzati di sempre (dai Gun Club a Lydia Lunch, passando per i Killdozer), archetipo dello swamp blues tipico dei Creedence: distorsioni apocalittiche di chitarra, ritmo paludoso e un testo che parla della guerra in Vietnam vista dai soldati.
Dopo questo capolavoro, i CCR daranno alle stampe altri due dischi, Pendulum e Mardi Gras, nei quali non mancano buoni spunti (Pagan baby per esempio), ma si riveleranno troppo incostanti, nonchè privi (soprattutto il secondo, senza Tom Fogerty) della magia che invece possedevano i dischi precedenti.
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