Alessandro Esseno
Pictures
Un cd può essere un oggetto volgare, talvolta insignificante, raramente prezioso al punto da volerlo acquistare per averlo sempre a disposizione insieme agli altri dischi che ci hanno emozionato, commosso, accompagnato nel corso della nostra vita.
Il nuovo album di Alessandro Esseno "Pictures" appartiene di diritto a questa ultima categoria, per la profondità, la purezza, il carico di sofferenza emozionale che riesce a trasmettere, come anche i momenti in cui i grappoli di note cristalline del pianoforte ci parlano di una gioia ormai quasi dimenticata dal genere umano, quella felicità spensierata di alcuni film di Truffaut o di alcune canzoni degli anni 60' e 70', di quando non si sapeva tutto di ogni cosa e nemmeno si avvertiva l'esigenza di saperlo.
Ma il nuovo disco di Alessandro Esseno è qualcosa d'altro; a cominciare dall'artista stesso, il personaggio. Schivo, solitario, rarissime apparizioni in televisione, un percorso iniziato alla fine degli anni 70' con lo studio del pianoforte in conservatorio, e poi proseguito con il disco d'esordio nel 1990.
Poi la pubblicazone di svariati cd, le musiche per il cinema, il teatro, la televisione, tutto sempre all'insegna di una coerenza e dignità quasi maniacale. Un pianismo che non trova epigoni nè somiglianze con i riferimenti ormai consueti dello strumento, Jarrett, Corea, Zawinul. Un linguaggio asciutto e stringato ma al tempo stesso abissale e capace di un lirismo talvolta struggente. Tutto questo al servizio di una tecnica non comune che gli permette di percorrere la tastiera del pianoforte in ogni direzione, con delle invenzioni improvvise come lampi, ma mai fine a se stessa.
Nei 17 brani che compongono il disco Alessandro Esseno ci conduce in un viaggio emozionante nei fiordi della memoria collettiva come nelle bellissime "Onde" e "Insieme nel tempo", o nella frenetica e schizofrenica "Estensioni", fino a "Cristalli sognanti" e "Aquiloni", che sono a mio modesto avviso l'apice del disco. Il suono del pianoforte diviene talvolta orchestra, altre volte una voce persa negli sterminati territori della solitudine, eppure sempre vicino a chi ascolta, per confortarlo di non essere solo.
Un disco per tutti , per guardarci dentro come nel brano "Viaggio nell'anima", per fermarci e provare a ritrovare noi stessi, persi nel rumore di una esistenza che troppo spesso sembra essere diventata oramai solo rumore di fondo.
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