R Recensione

10/10

Fugazi

Repeater + 3 Songs

Nati nel 1987 a Washington DC dalle ceneri dei Rites of spring, i Fugazi di Ian Macaye (chitarrista e proprietario della label indipendente Dischord), Guy Picciotto (chitarra), Brendan Canty (batteria) e Joe Lally (basso) creano un’ amalgama perfetta tra il punk hardcore ormai rallentato e contaminato e il post-rock minimale e alienante, attraverso un’ essenzialità espressiva data dall’ uso dei tre strumenti per eccellenza della musica rock.

Ogni modulazione o processazione del suono è aberrata in favore di uno stile crudo e duro che cozza volutamente con l’elegante perfezione dell’ esecuzione tecnica e la sofisticata abilità compositiva. Come tutta la musica post hardcore, ogni disco dei Fugazi va inteso come unitario. Non presenta canzoni “migliori” o “peggiori”, in quanto fondamentalmente non esistono le canzoni intese nel senso stretto del termine. Ciascun brano è un semplice esercizio stilistico e spesso le strutture possono essere interrotte e allungate da un massivo uso di armonici, palm muting o altri accorginementi prettamente estetici che non hanno finalità compositive. Tutto ciò eleva la musica dei Fugazi ad arte, forse fine a stessa, ma facilmente e profondamente godibile.

Testi politicizzati, doppia voce contrastante, dissonanze, aggressività e sobrietà è quanto Repeater necessiterebbe per essere descritto. Turnover apre lentamente, alterna accelerazioni ad improvvise pause guarnite di feedback e si conclude in modo aspro e caotico esprimendo appieno l’ intento di alienazione del disco e miscelandosi quansi senza stacco con la successiva titletrack, dove Macaye canta a squarciagola ed evoca reminescenze punk tra lo sfrigolio abrasivo del brano.

Brendan #1 è un vortice ossessivo tra tom e rullanti che permette alle chitarre di spruzzare creativamente complesse trame melodiche. Merchandise è un brano dal facile impatto. Procede con passo deciso e si sfoga in un ritornello d’ effetto. La successiva Blueprint è quanto di più vicino alle composizioni stralunate del emo, di cui i Fugazi sono i maggiori ispiratori. Con Sieve-fisted find si innalza la temperatura del disco. Il cantato di Picciotto genera ansia e la batteria tiene sospesi. Prosegue la brevissima e disperata Greed, anthem hardcore che fa scorgere per l’ enesima volta la natura furiosa delle radici punk del gruppo.In Two beats off si possono ascoltare i primi sprazzi di un proto-crossover, dimostrazione definitiva di come i Fugazi rappresentino una fucina dei generi post moderni. Styrofoam è ancora tradizionale punk reinterpretato alla loro maniera. Reprovisional è una rivisitazione della precedente Provisional contenuta nell’ EP “Margin walker”. Shut the door chiude il disco allo stesso modo della iniziale Turnover, tra fermenti e pause sedative.

Le ultime tre canzoni fanno invece parte di un EP, appunto nominato “3 songs”, che è stato successivamente ristampato assieme a “Repeater”. Esse non sono altro che un’ aggiunta ad un disco che può già essere considerato perfetto così com’è, non influenzandone positivamente o negativamente il suo valore.

V Voti

Voto degli utenti: 8,9/10 in media su 33 voti.
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ozzy(d) 10/10
Lux 9/10
Cas 9/10
4AS 10/10
Peppe 10/10
mattia8 10/10
loson 7/10
LucaP 8,5/10
B-B-B 9/10
FCA1739 10/10
luca.r 6/10

C Commenti

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ozzy(d) (ha votato 10 questo disco) alle 8:59 del 2 luglio 2007 ha scritto:

Shut the door So I can leave!

uno degli album migliori degli anni 90! Avrei parlato un po' nello specifico di "Shut the door", canzone simbolo dello stile folle e alienato di questo album. bellissimo il modo in cui i Fugazi simulano la morte a causa della tossicodipendenza, in un gioco in cui la paura insegue la vittima: "She's not breathing, she's not moving, she's not coming back". Mitici Fugazi!

Lux (ha votato 9 questo disco) alle 20:54 del 5 aprile 2008 ha scritto:

Squisito!

Però: "Ciascun brano è un semplice esercizio stilistico e spesso le strutture possono essere interrotte e allungate da un massivo uso di armonici, palm muting o altri accorginementi prettamente estetici che non hanno finalità compositive. Tutto ciò eleva la musica dei Fugazi ad arte, forse fine a stessa, ma facilmente e profondamente godibile."......coooooosaaaaa?

Gengis il Kan (ha votato 8 questo disco) alle 12:39 del 27 marzo 2009 ha scritto:

"Repeater" mi piace tantissimo, ma e', allo stesso tempo, quello che mi piace di meno dei Fugazi... che sono un dei miei gruppi preferiti in assoluto.

4AS (ha votato 10 questo disco) alle 16:13 del primo aprile 2010 ha scritto:

DIY!

Franz Bungaro (ha votato 10 questo disco) alle 10:08 del 5 dicembre 2012 ha scritto:

Avevo 19 anni, quando li vidi dal vivo, a Firenze, al mitico Cpa (che Renzi vuole ora chiudere)...non so cosa ascoltino i 19enni di oggi, ma almeno da questo punto di vista, intimamente, mi ritengo molto fortunato...questo è il disco che ancora oggi, ogni qual volta lo metto su, provo un brivido dietro la schiena...ho provato a vedere se in rete ci fossero dei video di quel concerto (ancora oggi, il miglior concerto al quale abbia mai assistito in vita mia) poi ho pensato che i motorola 8700, quei pochi che si cominciavano a vedere, non facevano i video, le macchine fotografiche digitali, se c'erano in commercio, erano ai primissimi esemplari con 1 megapixel di risoluzione (ma erano rarissime) e di certo non facevano i video, ma anche se ci fossero state tutte queste cose, c'era un delirio tale il quella sala che neanche il padreterno avrebbe potuto filmare qualcosa. Ed anche in questo, ancora una volta, mi sento fortunato.