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R Recensione

7/10

Resurrextion

Elettro Sud

Nati otto anni fa a Napoli dall’unione dei due rapper Gennaro “Jen-One” Evangelista e Mauro “Marsu” D‟Arco con il DJ Roberto "Dj Spider" Ciuoffo ed il breaker Maurizio "Skizzetto" Ricci, oggi i Resurrextion arrivano al disco d’esordio, un disco importante, non solo per il rap napoletano, ma per il rap italiano in genere.

 

Masterizzato a New York e interamente suonato, registrato e missato da Dj Spider, Elettro Sud si presenta infatti come un disco innovativo per il rap italiano, soprattutto per i suoni, molto elettronici, con uso massiccio di drum machine e synth, per accompagnare testi duri e profondi (cantati interamente in napoletano), che descrivono meglio di tante analisi sociali la realtà della loro città (e di buona parte del nostro paese, non solo del Sud) e soprattutto del disagio giovanile.

 

Si parte, non a caso, con Napoli Primo Round, con una base elettronica e molto originale (soprattutto per lo standard del rap italiano) e le due ottime voci, per un biglietto da visita niente male, che dipinge la realtà di Napoli nuda e cruda ("vedi Napoli dove piangi mentre ridi, bordello, macelli, disguidi, impicci, sensazioni opposte, mischiate dentro lo stesso posto, amplificate dalle domande che sono più poche delle risposte, questo posto è una carezza dopo un cazzotto in bocca").

 

Un altro “brano verità” su Napoli è Sonano ‘e Vàsule, ("Non è un mistero che il prezzo è sempre caro, e l’unico miracolo è il sangue di San Gennaro, dove lavori in corso non trovano mai fine, le strade sono metafore della vita e del destino"), che con Suonne spezzate, musicalmente più d’atmosfera, completa questa cartolina  di Napoli (sogni spezzati da una realtà infame, dalla fame che riempie pensieri, galere).

 

Ma i Resurrextion si dimostrano grandi anche quando trattano altri temi, come la storia d’amore e il gioco dell’attrazione raccontati in Io non lo so, brano dal grande intro, di impatto, con il ritornello cantato in italiano. Stilisticamente perfetto, il brano si posiziona  ai vertici del rap italiano di questo 2011, insieme a E allora penzace brano dal ritmo lento, sempre elettroniche e ottime le basi, atmosfera dark, testi combattivi, calati nella realtà di strada.

 

Anche il primo singolo estratto dal cd, Ascimme a Fore rappresenta davvero un passo avanti per il rap napoletano, con ottimi suoni e splendidi testi,

 

I suoni elettro anni ’80 sostengono Statte buono frà , in cui le due ottime voci di Jen-One e Marsu, ci raccontano Napoli con i suoi problemi di mancanza di lavoro, e futuro per i giovani, la scuola, lo spaccio ("Qua si vive col corpo dentro le sagome, parlano di futuro ma questo libro è senza pagine").

 

Pur mantenendo una certa uniformità nei suoni, il disco offre anche spunti musicali interessanti e vari, come in M.E.P.S.A. con il suo ritmo reggae-elettro ("Fai il “guappo” ma non fai nemmeno “‟o rip „o rap”, scappa  ma prima o poi ti prendo, credevi che il Rap in dialetto era solo una bestemmia? mi dispiace per te ma devi ancora farne di vendemmie") e in O Tengo e To Dongo, che su un ritmo reggaeggiante scherza su chi in Italia gioca a fare il gangsta rap, mentre loro, a Napoli, i veri gangster li vedono tutti i giorni nelle strade ("Non mi devi dire che sei bravo me lo devi dimostrare, qua spacciano scopano sparano con le pistole, che non hanno visto neanche nelle recite a scuola").

 

Altrove spicca la forza e la volontà di tirarsi fuori, rimboccarsi le maniche, lottare. E allora, Damme ‘a Forz, intro elettro dance, toni scuri e cupi, una canzone di lotta e di speranza, il racconto di una vita spesa a fare a cazzotti col destino, cercando la forza di affrontare le situazioni peggiori, da cui emerge tutto l’orgoglio di essere napoletani, ricordando a tutti noi che lamentarsi non basta, e che la libertà bisogna sempre conquistarla e difenderla. Questo è, per i Resurrextion, il Popolo per le Libertà, tra partigiani e sorrisi e canzoni (Il Popolo mio è stato liberato dai partigiani, alleati, cristiani, soldati italiani, e ora sta inguaiato per mano di “imbroglioni”) descrizione di un paese in cui vogliono farti vivere con la paura del buio, della cultura e del futuro ("noi siamo il Popolo per le libertà, una grande famiglia una sola città, se vuoi andare via sei libero di farlo, ma lo stato delle cose se vuoi puoi cambiarlo, questo mondo sei il primo a criticarlo, ma chiediti che fai, per cambiarlo").

 

Una ventata di aria nuova nella scena rap partenopea e italiana.

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