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R Recensione

7/10

Herva

Skin (EP)

La prima volta che ho sentito Herva è stato al M.I.T. a Roma nel Foyer della sala Petrassi. Il suo set iniziò mezz’ora dopo Squarepusher e nel giro di pochi minuti il foyer si riempì, nonostante nella Cavea ci fosse un artista molto più noto e con alle spalle decenni di carriera. È sicuramente questa la forza della musica di Herva: ti ipnotizza, ti rapisce e non riesci più a farne a meno.

“Listen to me people” chiarisce subito di cosa stiamo parlando. È un’elettronica ibrida che si impossessa di linguaggi house, techno, r&b, hip-hop e soul. Forse è quest’ultimo elemento che riesce a rendere tutto più magico, più spirituale. O forse è solo la sua classe che appare subito evidente e cristallina a conquistare l’ascoltatore.

Si continua con “Skin mastered”, beat dal mood hip-hop che ancora si mescola a down-tempo e riff melodici accennati e una voce distorta come continuo sottofondo. È un sound che si impossessa del corpo e della mente in maniera completa, lasciando poco spazio ai pensieri ed ai problemi di un individuo.

Chiude questo Ep “Again”. Questa volta l’atmosfera è più R&B con degli interventi soul qua e là. Non si riesce a star fermi, i piedi e le mani devono muoversi come posseduti dalla musica.

Questo breve assaggio di ciò che è Herva e la sua musica lo pone come un astro nascente dell’elettronica italiana. Il suo talento è stato colto dalla Bosconi Records che gli ha offerto subito un’opportunità nonostante la sua giovanissima età (18enne all’epoca dell’Ep). Ascoltando questa musica si ha la sensazione di venire trascinati in un’altra dimensione, senza spazio e tempo, sospesi e immersi nella musica di questo alchimista del suono.   

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