A Il Bel Canto

Il Bel Canto

Cosa s’intende per “bel Canto”? Quali sono i canoni che riconducono ad un giudizio meritorio all’ascolto di un brano musicale cantato?

L’Italia è famosa per essere il paese del “Bel Canto”, e di questo andiamo orgogliosi, convinti di essere anche intenditori di “Strumentazione Vocale”.

Ahimè la realtà è assai diversa.

Non è raro vedere scene di tripudio al cospetto di esibizioni canore in cui si assurge alla sublimazione nell’istante in cui viene toccata la nota più alta del registro vocale.

Vige, in pratica, il concetto che chi più urla è più bravo.

Mi vengono i brividi al pensiero che mediocri cantanti siano venduti come fenomeni, quando in realtà il motivo principale è dettato da ragioni di mercato o d’immagine.

Se è vero che bisogna giocare con le carte a disposizione, è anche vero che chi opera nel settore dovrebbe avere l’obbligo morale di giudicare in maniera obiettiva il panorama canoro che ci circonda.

A questo punto immagino che molti dei lettori stiano aspettando alcuni esempi pratici di paragone che esemplifichino i concetti espressi.

L’opera di dissacrazione è quanto di più scomodo si possa intraprendere in questo ambiente fatto di preconcetti e omologazione, tanto più che sui gusti personali è sempre molto difficile trovare terreno fertile su cui far germogliare nuovi stimoli.

Il cantante preferito è paragonabile alla squadra del cuore o al proprio cellulare, per cui mi limiterò a citare esempi positivi.

Prendiamo come esempio il panorama femminile, nel quale è più evidente questa anomalia.

Per i più giovani forse il nome di Ella Fitzgerald non dirà molto, ma invito chiunque abbia radicata in sé la convinzione che acclamate (e sponsorizzate…) cantanti siano realmente brave come la “critica” musicale vuol far credere, ad ascoltare qualche brano di Ella e a rimettere in discussione almeno una parte delle proprie certezze.

Molte delle cantanti in auge oggi, interpretano brani costruiti appositamente per il loro registro vocale (spesso alto), al di fuori del quale denunciano carenze al limite dell’ascoltabile.

Grazie al cielo la storia musicale ci ha regalato nel corso dei decenni anche cantanti come Barbra Streisand, Mina, Dionne Warwick , solo per fare dei nomi, che hanno onorato questo mestiere a dispetto delle mode o delle tendenze.

Tutto ciò non significa che in giro non ci siano brave cantanti, ma che spesso non vengono apprezzate nel modo corretto, come purtroppo in Italia accadde a Marcella Bella (..si, proprio lei..) negli anni ’80 o a Nicky Nicolai oggi che , solo per il fatto di non fare “mercato”, solo relegate ad apparizioni marginali.

Anche dall’estero spesso non sono giunti a noi nomi che potessero essere valorizzati.

Chi ricorda la calda ed espressiva voce di Karen Carpenter o quella esplosiva e nel contempo suadente di Tina Arena ?

Potrei citare altri esempi, ma la tristezza si impossesserebbe di me in maniera pericolosa…

In conclusione, il concetto da scolpire nella pietra è che non conta chi più urla, ma chi è in grado di controllare e modulare la voce ai diversi registri, riuscendo a trasmettere attraverso l’interpretazione l’essenza del brano.

Mi auguro che i fruitori di musica possano ascoltare qualcosa di valido attraverso i mezzi di diffusione e, nel tempo, acquisire la capacità di valutare autonomamente le reali qualità canore degli interpreti senza farsi influenzare dalle logiche di mercato e dalle recensioni figlie di piaggerie e sudditanze.

Per approfondire: http://www.storiadellamusica.it

C Commenti

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PierPaolo alle 13:09 del 23 luglio 2008 ha scritto:

Penso che...

i buoni intenditori di musica, possibilmente con qualche conoscenza tecnica di quest'arte, riescano ad apprezzare il bel canto senza farsi troppo irretire da chi sa solo urlare (comunque, specie per certi generi musicali "rumorosi", un pregio, anzi un obbligo.

Nel panorama internazionale vi sono addirittura svariati esempi di voci chiaramente stonate (Lou Reed, Neil Young, Rod Stewart), oppure debolissime (Kerry Minnear dei gentle Giant, Nick Drake), oppure bassissime (Tom Waits, il tizio dei Crash Test Dummies) le quali godono di meritata stima per la capacità comunicativa, la personalità, l'emozionalità che trasmettono.

A cantare bene, a fare bel canto, ci si può riuscire in molti modi, tutto qui. La tecnica aiuta, il talento naturale anche.

P

Dr.Paul alle 10:11 del 16 aprile 2009 ha scritto:

L’opera di dissacrazione sarà pure scomoda da intraprendere, certo sarebbe stata necessaria per capire un pochino meglio il tutto, anche perche vedere in questa pagina i tag di madonna, tiromancino, bee gees...è disorientante, altra cosa: il concetto del "chi piu urla piu è bravo" per chi vige? per gli sprovveduti totali o per qualcun altro? e cosa si intende con urlare...kurt cobain o elisa o gianni morandi?

gli albori del bel canto risalgono al rinascimento, i castrati italiani e l'opera, il sistema rigido di insegnamento dei maestri italiani...quando gli allievi trovavano la nota o l'estensione giusta...gliela facevano ripetere all'infinito tanto da fargliela entrare in testa e non uscire piu...addirittura all'estero c'era la convinzione che i maestri italiani non lasciassero trapelare in nessun modo i loro metodi di insegnamento ecc...

non sono molto ferrato quindi vorrei capire meglio, in questo articolo il tema trattato qual'è... una sorta di "neo-bel canto"?

fab-one, autore, alle 11:11 del 16 aprile 2009 ha scritto:

Chiarimenti...

Sui gusti personali non si può discutere e non è questo lo scopo dell'articolo.

L'articolo vuol mettere in risalto come molto spesso gli aspetti di immagine o gli stereotipi popolari, non tegano conto delle reali caratteristiche che un cantante deve avere per essere considerato tale.

Per dirla in maniera prosaica: Chi urla di più NON è più bravo !!!

Il canto deve tenere conto delle modulazioni ai vari registri e della capacità di comunicare emozioni.Poi possiamo parlare per ore della tecnica vocale e del fatto che molti cantanti non conoscono neanche la musica, non sanno la differenza tra un "battere" e un "levare", che scendono costantemente di 1/4 di tono in chiusura di fraseggio, etc... Tutti elementi non indifferenti se si considera la voce uno strumento.

Questo dice l'articolo.

Ho volutamente evitato di fare nomi in senso negativo, proprio perchè non è intenzione di questo articolo ledere i gusti personali dei lettori, e se avessi voluto "dissacrare" qualcuno la lista sarebbe stata lunga.

Di "sprovveduti" ascoltatori ce ne più di quanti si pensi.

In fine, i TAG ccitati non fanno parte dell'articolo, e sui quei nomi (e altri) potremmo discutere a lungo in negativo o positivo...

Saluti

Fabrizio

fabfabfab alle 11:55 del 16 aprile 2009 ha scritto:

Secondo me l'argomentazione dell'articolo è pressochè ineccepibile. Se ho capito bene, si tratta di una critica a chi parla di "bella voce" senza cognizione di causa. Fabrizio ha avuto l'eleganza di non fare nomi, io no. Esprimo pareri che sono ovviamente personali, ma non riesco più a sopportare chi mi dice che "Laura Pausini fa musica di merda ma ha una bella voce" ... Laura Pausini non ha una bella voce. Laura Pausini grida, ed ha una voce potente. Ed è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero elencare ...

Dr.Paul alle 12:01 del 16 aprile 2009 ha scritto:

fabrizio mi devi scusare ma qualcosa mi sfugge, chi urla NON è piu bravo, ok giusto ma solo un folle potrebbe sostenere il contrario (anche x questo ti chiedevo di fare nomi), ma non è importante!

rimango perplesso quando dici "Il canto deve tenere conto delle modulazioni ai vari registri e della capacità di comunicare emozioni".

riguardo le modulazioni capisco cosa intendi, quando pero subentra la capacità di emozionare...be quella fa venir meno qualsiasi discorso tecnico sugli urlatori, quando entrano in ballo le emozioni il discorso è esclusivamente soggettivo, la tecnica, l'estensione, il controllo, la modulazione vanno a farsi benedire!

fab-one, autore, alle 12:35 del 16 aprile 2009 ha scritto:

Dr. Paul, è vero che "l'emozione non ha voce", ed in parte concordo con te che la tecnica non sempre si sposa con la comunicazione e l'emotività.

Diciamo che se il messaggio viene trasmesso "anche" con tecnica giunge meglio.

Il problema è che spesso siamo di fronte, ed è a quelli che mi riferisco principalmente, a cantanti che non non hanno ne tecnica ne comunicativa.

L'esempio precedente citato dall'amico Fabio ne è una dimostrazione azzeccata. (..ecco, siete riusciti a farmi sbilanciare..)

Vai però a dirlo alle migliaia di fans e di leccapiedi "addetti" ai lavori...

Saluti

Fabrizio