Soap&Skin
Lovetune for Vacuum
"Lovetune for Vacuum" è un impavido carillon d'oscura natura, un universo di deserti emotivi, spettri di lontane anime che popolano vuoti paesaggi silenti.
Un'esperienza glaciale di profonda enfasi, raccontata da un angelo-demone capace d'ergersi a magnifica regina del sentimentalismo più oscuro.
Un'entità corrispondente al nome di Anja Franziska Plaschg, in arte Soap&Skin, diciottenne laptop-chanteause nata e cresciuta nelle campagne austriache, capace di destreggiarsi con estrema audacia e grazia tra preziose e fini orchestrazioni neo-classiche, schegge electro-glitch e scure desolazioni cantautoriali, quest'ultime composte da emozonanti e sofferte composizioni pianistiche ed un vocalismo quantomai personale ed introspettivo.
Ad aprire questo intimo racconto sono le scure e fragili note di pianoforte di ”Sleep”. La voce, sussurrata, dolente, cupa, per divenire poi solenne nel suo cavalcare patterns elettronici e violini, è la protagonista assoluta, mentre disperate vagano le note nel flusso infinito di suspance.
“Cry wolf”, rarefatta filastrocca ottocentesca scandita da una dolce cantilena di piano, è impreziosita da un ammaliante lirismo fanciullesco dal tono tragico-romantico. Il turbinio di suoni e umori continua in "Thanatos" e nella sua ossessiva cadenza da marcia funebre; la voce assume un pathos quasi industrial e la processione, incessante, sembra non voler volgere mai al termine.
“Extinguish Me”, commossa perla d'infinita dolcezza, è un vero gioiello d'autore del cantautoriato d'oggi, nella quale violini e pianoforte s'intrecciano sottili camminando su un sentiero melodico sfociante nell'esplosione finale, estasiante apoteosi neo classica che innalza a vette infinite la grazia, fino a perdersi nel vuoto...
"Turbine Womb", eterea pennellata strumentale, è una breve piéce di modern classical, impetuosa nel suo crescendo d'intensità dove svolazzano leggiadre delle inquiete note di pianoforte, donando un senso di libertà presto soffocato da "Cynthia", blues apocalittico per anime perdute ormai sull'orlo del precipizio interiore, un pianto inconsolabile le cui lacrime disegnano onde di piano di stupefacente intensità.
Soave è “Fall Foliage", col suo canto lamentoso ed un crescendo idm-glitch claustrofobico, mentre l'immersione in un clima da dramma teatrale di “Spiracle” è estasiante: anche quando lavora di solo piano, Soap&Skin mette in mostra una peculiare robustezza compositiva.
Con una voce che sì avvicina alle visioni spettrali del dream-pop più etereo, "Mr. Gaunt Pt 1000" disegna con delicate pennellate di piano e violino una melodia epica e sognante. L'apocalittico electro-industrial di "Marche Funebre", come dei Dernière Volonté a duetto con Elizabeth Fraser, il songwriting pregno d'atmosfere plublee ed umori dimessi di “The Sun” e l'escursione nelle pulsazioni electro in "DDMMYYYY", groove sghembo, instabile e penetrante, completano un'opera eclettica ma omogenea, soprattutto caratterizzata dall'interpretazione fuori dal comune dell'enfant prodige Plaschg, figlia, con le dovute differenze e proporzioni, di Nico e Lisa Germano.
A congedarci definitivamente da questi abbozzi d'infinita bellezza è la ninna nanna di "Brother Of Sleep", incantevolezza dreamy posta ad indicarci che il viaggio nel tormentato mondo di Soap&Skin è, purtroppo, terminato.
“Lovetune for Vacuum”, pur in un formato tutto sommato breve, raggiunge vette emozionali altissime. I suoi sentimenti, raccontati attraverso una recitazione-interpretazione avvolta nel buio, carica d'enfasi, epica, posseduta da uno spirito nebuloso, rifiutano qualsiasi esposizione alla luce del sole per nascondersi al calar della notte e non far più ritorno.
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