R Recensione

8/10

Morgan

Da A ad A

In una giornata d'estate esce in silenzio il nuovo lavoro solista di Marco Castoldi, in arte Morgan.

Il solo fatto che passi inosservato al pubblico e ai canali ai quali eravamo abituati ad associare il personaggio (ex ed ora di nuovo Bluvertigo) incuriosisce non poco e a volte c'è proprio da dare più peso alle cose che passano sotto silenzio piuttosto che il contrario.

Da A ad A” è l'opera che dà senso a quello stile cantautorale che ha deciso di intraprendere Morgan, allontanandosi comunque dalle soluzioni tipiche di quegli autori che hanno segnato la musica in Italia del genere.

Questo lavoro parrebbe proprio un alambicco in cui le note sono ben aggiunte, filtrate e calibrate al fine di ottenere la forma delle canzone perfetta degna degli insegnamenti appresi in conservatorio, quasi una prova da manuale degli studi tecnici di musica mischiati ad un talento che può anche non piacere.

Il lavoro appare terapeutico: lega infatti tutte le “A” del Morgan privato, dalle più banali ai suoi affetti più cari (Asia Argento e Anna-Lou, rispettivamente ex compagna e figlia), mentre un asterisco ci riporta alla prosecuzione del titolo, “teoria delle catastrofi” e tanto si potrebbe supporre: detto ciò invece il leit motiv non suona catastrofico, quanto invece come una dedica costante all'amore e a sé stesso.

In canzoni come Amore assurdo e nella title track le orchestrazioni sono intrise di ottoni e fiati che si inseguono in un ideale spirale crescente dove la colonna portante è un basso timido e dolcemente sommesso. Animali familiari, filastrocca canzonata a mo' di chanson parisienne e U-blu si incontrano subito dopo: due entertainments simpatici, veri e propri balocchi per la piccola Anna Lou che vocalmente partecipa nel secondo brano.

Oltre gli episodi teneri che possono lasciare interdetto qualche ascoltatore, Demoni nella notte e La verità, a guizzi jazz la prima e dall'andamento molto tangheggiante la seconda, rievocano ballate all'inferno dall'intento benevolo; l'unica canzone di stampo prettamente pop è il primo singolo estratto, Tra 5 minuti che con La cosa richiama il sound tipico di Zero (ultimo album dei Bluvertigo).

Una storia d'amore e di vanità rende i toni del disco più soffusi, nella composizione che sembra quasi idealmente prodotta per una colonna sonora alla love story; chitarra e violini a far da albero maestro. Liebestod, si propone come una traccia particolare e degna di nota, che rievoca nel sound il Bowie di Low (cantata assieme ad Asia Argento).

A chiusura dell'album ecco affiorare la spiazzante Contro me stesso dagli accenni sperimentali che proseguono su linee di chitarra acustica e procede in modo disomogeneo con pianoforti, violini, sintetizzatori e una sezione di fiati totalmente distorti.

Il disco è il più interessante e maturo poiché riesce nel mestiere preferito di Morgan: interpretarsi e comunicare più sensi interiori attraverso la musica: con questo lavoro colpisce perfettamente nel segno ma un appunto bisogna farlo a quest'uomo, sottolineando che atteggiarsi a Vate nel 2000 è controproducente, sopratutto quando lo si fa tra le masse.

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luca.r 2/10

C Commenti

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TheManMachine alle 12:11 del 17 novembre 2008 ha scritto:

Cara Alessia, ho letto con piacere questa tua appassionata recensione. Purtroppo conosco poco per non dire nulla della musica di Morgan e dei Bluvertigo, ma la quotazione elevata che assegni a questo disco mi mette voglia (o timore, non so...) di saperne di più. Brava, e grazie!

Madelaine alle 12:41 del 17 novembre 2008 ha scritto:

Sì, era tempo di recensire questo bellissimo disco dal momento che lo si era fatto per il primo. Un cenno particolare alla title track, esempio di grande capacità compositiva, pastiche surreale con atmosfere tra Dick Tracy e Vinicio Capossela.

Disorder, autore, alle 14:19 del 18 novembre 2008 ha scritto:

no no

timore? mon dieu...non ti preoccupare il disco non morde vai tranquillo

TheManMachine alle 22:22 del 18 novembre 2008 ha scritto:

RE: no no

Timore nel senso che quando sento parlare bene di un disco che non conosco, tendo a caricarmi di aspettative che a volte rimangono insoddisfatte. Però adesso me lo ascolterò questo disco e sarà un piacere trovare conferme alla tua valutazione positiva. Spero!

fabfabfab (ha votato 6 questo disco) alle 14:34 del 18 novembre 2008 ha scritto:

Morgan è sicuramente uno molto preparato, sia come musicista che come compositore. Credo che "Zero" coni i Bluevertigo sia stato il suo apice. La sua carriera solista è però un continuo specchiarsi ed autolodarsi. Vuole farci vedere, in TV e nei dischi, quanto è bravo e quanto è intelligente. Il disco in questione è carino, certamente meglio della lagna di "Canzoni dell'appartamento" e dell'imperdonabile "Non al denaro, non all'amore né al cielo"

Utente non più registrato alle 22:18 del 10 dicembre 2009 ha scritto:

Morgan qui è annegato nelle sue stesse citazioni. Ha perso il lume della ragione oltre che sè stesso. No no e no

icominto alle 14:51 del 8 gennaio 2010 ha scritto:

disco carino, interessante per certi versi ma che tende, a mio parere, a stancare presto.