Pink Floyd
The Dark Side Of the Moon
Nel 1973 uscì The dark side of the moon, disco storico del rock che portò ai Pink Floyd una fama che continua a resistere nonostante il passare degli anni e delle generazioni. Si presenta con un titolo intrigante e con una copertina con un immagine molto semplice, molto minimalista, ma ricca di significati : come la celebre bocca con la lingua fuori dei Rolling Stones, anche il prisma rimane bene impresso nella memoria, e ogni volta che lo si vede non si può fare a meno di pensare ai Pink Floyd. Lalbum sembra creato per raggiungere un pubblico più vasto di quello che lo seguiva già dai tempi psichedelici di Syd Barret e poi delle lunghissime suites. Proprio per renderlo più popolare ripiegarono sulla semplice canzone e utilizzarono voci femminili che danno un impronta più dolce e ingenua al loro sound.
Il disco fu curato sin nei minimi particolari, è legato da un regolare battito cardiaco ad aprire e chiudere: questo filo che collega tutte le canzoni le rende un tutt'uno organico. La prima canzone, Speak to me, è un pezzo strumentale, una delle sperimentazioni per cui sono celebri i Floyd. Lutilizzo di strumenti elettronici non determina automaticamente una svalutazione musicale (anche se spesso, soprattutto nel rock, si è portati a credere il contrario), limportante è saperli utilizzare e riuscire a controllarli. I Pink Floyd riuscirono a servirsi di tutti gli strumenti a quel tempo esistenti in maniera artistica, senza lasciarsi trasportare da eccedenze nelle quali invece incorrono e si perdono alcuni musicisti odierni . Breathe è una piacevole canzone malinconica e suggestiva, grazie al sussurrato iniziale ti sembra veramente di percepire i respiri che si diffondono per laria .Si passa poi a On the run altro pezzo strumentale innovativo e incalzante dallintensità sempre crescente, che sfocia, nel finale, in unesplosione. Il quarto brano è aperto dal suono di diversi orologi. infatti Time tratta uno dei temi che stanno più a cuore a tutti i poeti, dai lirici greci a un più recente Leopardi, la fugacità della vita. Quest'ultimo termina con la ripresa di Breathe. The great gig in the sky è una delle tracce migliori del tastierista Richard Wright, ed è tra le ultime composizioni fatte allinterno dei Pink Floyd, con il suono del pianoforte accompagnato da una struggente voce femminile. Un brano evocativo e potente.
Si arriva così a uno dei brani più celebri del gruppo, Money, secondo come notorietà forse solo a Another brick in the Wall. Waters parla in modo sarcastico dei soldi, di come molti spesso li disprezzino ma poi non ne possono fare assolutamente a meno. Uno sguardo ironico sul capitalismo moderno. Poi arriva il momento della liturgica epicità corale di Us and them, brano composto da Wright e precedentemente scartato dalla colonna sonora di Zabriskie Point di Antonioni. Ultimo pezzo strumentale è Any colour you like che introduce uno dei brani più toccanti del disco, Brain Damage, pezzo sulla follia che richiama inevitabilmente alla mente la tragica storia dellex-componente del gruppo Syd Barrett.
Intimamente legato a questa è lultima canzone dellalbum, Eclipse, che si conclude con il pulsare del cuore. I motivi che hanno portato questalbum alla storia sono molti: le musiche suggestive, i testi profondi e a momenti quasi filosofici (del padre-padrone Roger Waters), loriginalità e la creatività (durante alcune canzoni si sentono in sottofondo parti di interviste fatte a dei conoscenti), lelaboratezza e una compattezza d'insieme che ne faranno un bestseller da quaranta e passa milioni di copie.
Ha affascinato e continuerà ad affascinare diverse generazioni perché, come le più grandi opere darte, si fa portatrice di temi universali. Parla della società, parla delluomo, del suo lato luminoso e del suo lato oscuro.
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