V Video

R Recensione

8/10

Porcupine Tree

Lightbulb Sun

Premessa numero uno: Lightbulb Sun è l’album con il quale il sottoscritto ha conosciuto la band di Steven Wilson, percui puo’ essere che in qualche modo cio’ influisca sull’idea che mi sono fatto della band in questione.

Ciò detto, credo che i Porcupine Tree siano stati sino ad oggi una band ampiamente sottostimata e pressoché ignota (o quasi) al grosso pubblico (il che forse rimane un bene, per come la vedo io…)

Seconda e ultima premessa: i PT sono bravissimi, ma gli manca sempre il colpo del ko - se mi passate la metafora; quel ‘quid’ in piu’ che gli permetterebbe di fare la differenza, e di passare alla storia affiancando il proprio nome ai grandissimi del passato piu’ o meno recente. Ok, ma alla fin della fiera come ‘suonano’ i Porcupine Tree? Bene.. anzi, benissimo. Steve Wilson è un musicista coi fiocchi, ed un altrettanto abile songwriter nonchè produttore (chiedere agli Opeth per info). E tutta la band ne asseconda gli umori, mostrando una coesione frutto sicuramente del talento e dell’esperienza dei musicisti coinvolti. Il loro è un rock di stampo progressivo che partendo – immancabilmente – dai semi gettati dai primissimi Pink Floyd (ed in parte dai Genesis), non ha mancato di evolversi seguendo un percorso intimo e molto personale (ancorché piu’ immediato), a volte discostandosi in maniera abbastanza netta dai padri putativi della band, cosa che avviene piu’ palesemente sugli ultimi 2-3 albums del gruppo. Le songs di LS sono un po’ la summa dei pregi e difetti (più i primi dei secondi, imho) di Wilson & soci: la title track parte in sordina con un bell’arpeggio acustico, per poi sfociare in un brano abbastanza di maniera, che lascia tutto sommato freddini.

La prima chicca del disco salta fuori con la song successiva, l’acustica ‘How is your life today’, brano in forte odore di genesi(s), ma il cui intreccio vocale è davvero notevole, e rende ottimamente  l’idea in puro 70’s style . Segue  l’insulsa  4 Chords that made a Million che risulta abbastanza scontata, tanto nella metrica del pezzo, quanto nel suo incedere …A rafforzare l’impressione di essere di fronte ad un ottimo disco, ecco che arrivano in sequenza la riuscita Last Chance To Evacuate Earth Before It's Recycled (dove merita un plauso particolare il lavoro al basso di Colin Edwin che si carica sulle spalle tutta la seconda parte di song, in gran parte strumentale) e, soprattutto, la splendida Shesmovedon, vero spartiacque e apogeo dell’album. Il lungo solo finale di mr. Wilson è di quelli che ti s’infilano sottopelle, lo ascolti a occhi chiusi e voli, come un povero demente e vorresti solo che non finisse  mai - si veda alla voce Comfortably Numb (che Wilson deve aver ascoltato sino alla nausea ed imparato a memoria, così ad occhio e croce..). Ma è tutto il brano a risultare coinvolgente e trascinante, con il suo azzeccatissimo chorus a due voci, e l’alternarsi continuo delle chitarre acustica ed elettrica, fino all’abrasivo solo finale.

Restano ancora da menzionare, accanto ad episodi piu’ ‘leggeri’ e, se vogliamo, trascurabili (The Rest Will Flow, Feel So Low..) altri due brani che non possono lasciare indifferenti, Hate Song e Russia on Ice. La prima marcatamente ‘heavy’ nel suo sound corposo, introdotta da intriganti linee di basso e la seconda in pura chiave progressive, pezzo lungo ed articolato fino allo stacco di chitarra elettrica che farebbe la felicità delle centinaia di inutili  metal (piu’ o meno ‘gnu’) bands  attuali, e al pirotecnico finale.

Insomma, magari sono solo 5-6 pezzi quelli veramente degni di nota, ma che pezzi ragazzi! Forse (probabilmente, ormai.. e chissà quanto c’entri la svolta marcatamente ‘rockettara’ imposta(?) dal leader al resto della combriccola) i porcospini non scolpiranno mai un capolavoro immortale, non daranno mai alle stampe un Mellon Collie, o un ‘Blood Sugar Sex Magik’ o un Lateralus… per intenderci. Ma forse sarebbe anche ingeneroso pretenderlo. E allora teniamoci questa bella sequela di ottimi album, e ringraziamo il fatto che ci sia ancora in giro un gruppo come questo, magari poco creativo in assoluto ma ancora in grado di dispensare emozioni a chiunque voglia raccoglierle.

V Voti

Voto degli utenti: 7,7/10 in media su 15 voti.
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lev 8/10
Emash 7/10
4AS 8/10
Ipomea 8/10
madcat 10/10
Lepo 7,5/10
B-B-B 7,5/10
Lelling 7,5/10
Dengler 6,5/10

C Commenti

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swansong (ha votato 9 questo disco) alle 10:13 del 25 settembre 2009 ha scritto:

Che dire...

Una delle vette della loro straordinaria discografia...ormai qui dentro non è un mistero che sono di parte e che i Porcospini sono uno dei miei gruppi preferiti in assoluto...la recensione è ottima e centrata, complimenti. Bravo a cogliere i tre veri capolavori dell'album. Quel piccolo gioiello melodico che è "Shesmovedon" con quell'assolo da urlo in coda e i deliri psichedelici di "Russia on Ice" (soprattutto la coda finale) ed "Hatesong". Non sono invece d'accordo con la "trascurabilità" di "Feel so low" che chiude magnificamente questo straordinario lavoro...ma, soprattutto, ritengo una dimenticanza imperdonabile (scherzo eh!) la mancata menzione di "Where We Would Be", altra perla con magnifico solo finale di Sua Maestà Wilson!

P.S.

Per quanto mi riguarda, a parte il riferimento a Mellon Collie e Blood Sugar Sex Magic (ottimi lavori senz'altro, ma che non mi arrivano moltissimo) e lasciando stare l'immenso Lateralus, per me i PT il loro Masterpiece (fra gli album di studio) l'hanno fatto eccome ed è, senza ombra di dubbio, "The Sky Moves Sideways" (soprattutto nella edizione "allargata" del 2004). Per non parlare del live romano "Coma Divine"...

lev (ha votato 8 questo disco) alle 13:15 del 25 settembre 2009 ha scritto:

da qualche parte avevo già scritto che questo mi piace parcchio. dei pochi dischi che ho ascoltato dei porcospini questo è senza dubbio il mio preferito.

Dr.Paul (ha votato 7 questo disco) alle 15:03 del 25 settembre 2009 ha scritto:

già sapete che secondo me intorno a questo disco inizia la fase calante dei PT, certo...questo cd rimane un bel sentire, russia on ice, hatesong e la strepitosa where we would be...con la backing vocals del grande chris maitland...bella bella speranza e disincanto! possinammazzate wilson....

Emash (ha votato 7 questo disco) alle 20:44 del 25 settembre 2009 ha scritto:

RE:

Caro Paul, pare che il mio crescendo e il tuo calando di stima per Wilson si incontrino alla perfezione qui a metà strada! e dunque pace fratello, Lightbulb Sun è zona franca e Russia on Ice è esperanto Bravo Luca!

luca.r, autore, alle 9:45 del 28 settembre 2009 ha scritto:

Ciao. Ringrazio tutti per i commenti positivi ed i complimenti… quanto alle ‘critiche’

..è vero! 'Where we would be' me la sono letteralmente persa per strada. In realtà, non volevo fare una rece ‘song by song’, quanto piuttosto dare una idea generale di come suoni il disco, citandone alcune brani tra i più significativi. Ciò non toglie che anche la succitata meriti davvero. Quanto ai Porcospini a tutto tondo.. concordo anche su 'Sky moves sideways' anche se, a mio modesto avviso, il loro apice assoluto (stando alla discografia in studio) rimane Signify. Coma Divine - splendido - meriterebbe un discorso a parte…

4AS (ha votato 8 questo disco) alle 13:03 del 29 ottobre 2009 ha scritto:

Fino a "in absentia" non hanno mai deluso, e questo disco è un'altra ottima prova. Il finale della recensione è discutibile: non mi sembra che "signify" (secondo me il loro migliore) sia cosi inferiore a "mellon collie". Anzi, penso sia esattamente il contrario.

Ipomea (ha votato 8 questo disco) alle 0:03 del 2 gennaio 2010 ha scritto:

amore a primo ascolto...

...ed è una cosa che non mi capita mai.

Ho letto questa recensione e mi sono incuriosita.

Sono praticamente tre giorni che ascolto quasi ininterrottamente l'album.

Credo che sia l'ennesima conferma che sono fatta per l'indie e dintorni.

Utente non più registrato alle 13:42 del 27 marzo 2013 ha scritto:

Non avevo ancora commentato questo disco???!!! Bah!

Basterebbero da sole Russia on Ice ed Hatesong, ed ho detto tutto...

Utente non più registrato alle 13:57 del 27 marzo 2013 ha scritto:

...aggiungo solo che non sono assolutamente d'accordo con quanto espresso nel finale della recensione...ma non aggiungo altro...

madcat (ha votato 10 questo disco) alle 0:25 del 19 ottobre 2013 ha scritto:

"In Absentia" (il loro capolavoro) e questo sono i loro apici per me

Lepo (ha votato 7,5 questo disco) alle 11:41 del 19 ottobre 2013 ha scritto:

Questo e In Absentia sono, per me, le ultime tracce di un'ispirazione che andrà progressivamente a scemare in favore di improbabili flirt metallari, per nulla adatti a fondersi con il raffinato gusto di Steven Wilson (non dimentichiamoci che, nei primi dischi, i suoi punti di riferimento, oltre ovviamente ai Floyd, erano Neu!, Tangerine Dream e compagnia krauta, mica i Dream Theater!). Disco un pò discontinuo, qualitativamente e formalmente, ma molto godibile. Una menzione la vorrei riservare alla dolce Where We Would Be, vera gemma nascosta del canzoniere PT.