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R Recensione

7/10

Nest

Retold

Il caldo rende tutto più difficile, anche le relazioni umane, pare…è semplice, in realtà: disturba il corpo e confonde la mente così che tutto sembra dar fastidio. È l’una di notte, ma trovo appena un po’ di tregua. Dev’essere la suggestione dei Nest. Il loro disco, "Retold", è come una brezza, rinfresca appena perché parla sottovoce. La musica ambient è perfetta da ascoltare di notte: in qualsiasi momento del giorno, paragonata alla frenesia quotidiana, rischierebbe di sembrare piatta. Di notte, con la calma interiore e il silenzio esteriore, se ne gusta invece ogni minima sfumatura.

Retold ha due anime: la prima, la più immediata da cogliere, viene da un luogo freddo. Lo si apprende subito perché il suo passo è lento ma sereno e sembra avanzare affondando i piedi sulla neve. Suscita l’immagine di un paesaggio nordico, sperduto benché rassicurante. Avanzando però sorge una sfumatura orientaleggiante: "Charlotte" indossa un kimono giapponese e suggestiona con raffinatezza, mentre "Cad Goddeu" cattura il nostro sguardo e in un attimo veniamo scaraventati fuori, all'aria aperta. Ora ci inoltriamo con fatica in vertiginosi abissi orchestrali dove vento e freddo ci fendono come in una vera tempesta di neve. Ma il disco prosegue.

Con "Trans Siberian" giungiamo in città: la riconosciamo dalle nuvole di vapore che sia alzano in cielo, dal brio di sottofondo, dalla caoticità del traffico. È come se guardassimo tutto ciò dal vetro di un finestrino appannato di un taxi che sbuffa al freddo. Con "Wheastone" torniamo finalmente al calore di una stanza, annusiamo l’odore della legna che arde sul camino. Siamo sempre soli; i Nest ci fanno compiere un viaggio da soli. Siamo forse alla ricerca di qualche cosa? Siamo dunque partiti per farci portare da qualche parte? Perché questo viaggio si chiude con "The Twelve" e "Amroth" lasciando aperta la partita: non ci da nessuna risposta, non ci porta da nessuna parte. "Retold" si trasforma, dunque: diventa il disco dell’attesa, diventa la musica di qualcosa che non arriverà mai; è la concretizzazione di quei momenti in cui la voglia che accada qualcosa si dilata fino al punto di svanire del tutto. In tutto ciò i Nest riescono! Riescono davvero a dare un tono di rara dignità alla malinconia umana di un’attesa fallimentare…

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