A Live - Notwist

Live - Notwist

Circolo degli Artisti - Roma - 30 Settembre

 

L’affluenza di pubblico al Circolo degli Artisti per la serata dei Notwist va oltre ogni più rosea previsione. Il locale scoppia letteralmente. Quando la band sale sul palco la situazione ormai è insostenibile, non c’è posto neanche per la stessa aria. Oltretutto il clima diviene velocemente torrido e afoso. Da che si entra in giacchetto e maglione, bisognerà poco dopo arrendersi allo spogliamento in stile cipolla sbucciata, così da rimanere in maglietta. Ma nonostante questi inconvenienti, sembra che tutti stiano strafelici di assistere all’attesissimo concerto. Anche i Notwist non fanno caso più di tanto al caldo opprimente. C’è un feeling magico con la gente accatastata nel club romano. Gli indietronici tedeschi si presentano in cinque, rilassati, serafici, affiatatissimi, timidi ma divertiti.

Il suono è tondo, turgido, “croccante”. Marcus Acher, apparentemente indolente e svogliato (non arrogante però), ha un filo di voce (peggio che nei dischi) ma non importa a nessuno. La gente balla spensierata (ricordiamoci che non ci sarebbe spazio nemmeno per mezzo passo in avanti, quindi potete immaginare…) oppure si rabbuia e si chiude in solitari balli misantropi da rave narcotico, o rimane ipnotizzata per lunghi istanti ad ammirare le manipolazioni elettroniche dei tedeschi.

È evidente che il Circolo non sia una struttura adatta a contenere un numero così inverosimile di persone. Già dopo l’introduttiva Boneless il pubblico si è trasformato in una massa compattissima e sudata di carne, sorrisi e qualche lamento. This Room guidata dal cupo mantra del basso accentua il suo aspetto ballabile virando verso un dance-rock infernale. La sala è tutto un dondolare di teste e un roteare (seppur accennato) di bacini. Grande affetto viene riversato sulla band durante le gloriose Pilot e Consequence, grazie all’effetto karaoke che si propaga tra quasi tutti gli astanti. Mai visto nulla di simile da queste parti. Roma sta facendo l’amore con i Notwist. Ovviamente sono applausi scroscianti da ogni angolo del locale.

Funzionano anche i nuovi pezzi (abbiamo già citato Boneless che apriva le danze) come la drammatica Where In This World, avvolgente e commovente, The Devil, You & Me, dolcissima e crepuscolare ballata in punta di plettro e di voce, eseguita quasi senza luci di scena (viene da accendere il telefonino come negli stadi), oppure Gravity, tuffo in un indietronico sogno acquatico privo di via d’uscita, da dormirci dentro per sempre.

Sebbene i cinque non offrano una grande prova “fisica” (non mancano però dondolamenti isterici e veementi azzannate agli strumenti) la musica, come dire, ha tutto dentro di sé. Semplicemente belli gli arrangiamenti e le scelte sonore, assai professionale l’esecuzione. Direi fredda, eppure, stranamente, così fredda non è risultata.

Per chi non avesse apprezzato abbastanza il seguito di Neon Golden pur amando i Notwist, il live allora diviene un’esperienza necessaria e irrinunciabile.

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