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R Recensione

8/10

Pantha Du Prince

Black Noise

Hendrick Weber, sebbene molto giovane, si muove da anni dentro e fuori quello che è ormai l’inflazionato panorama della minimal techno. E’ stato ed è un dj capace di coniugare in maniera matura le diverse espressioni della cassa in quattro, ispirato, peraltro, dalle diverse scene di Berlino e Parigi, le due città dove vive e lavora.

Con "Black Noise" Hendrick impone il proprio modo di fare elettronica, di ricercare suoni, di affiancare rumori naturali ad altri di sintesi, di saper narrare attraverso l’evoluzione di una traccia. Sarebbe estremamente fuorviante, ad esempio, nel parlare di minimal o minimal techno, accostare il lavoro di Weber al magma pressoché omogeneo che rappresenta l’attuale scena della musica da club. Black Noise va, prima di tutto, ascoltato. Ha bisogno di una buona predisposizione all’ascolto, di un orecchio emotivo e paziente, a metà tra quello di un cultore della migliore ambient e quello di un divoratore di post rock. E’ questa la chiave per accedere alle undici tracce dell’album, dove l’autore raffina, complessivamente, l’impostazione già data al precedente The Bliss (Dial, 2007), piegando piacevolmente le ragioni della cassa in quattro alle necessità di un disegno più ampio.

E’ cosi che da un iniziale intrecciarsi di rumori prende forma, in Lay In A Shimmer come in Abglanz, un primo delicato sussulto di cassa e gemiti elettronici. Dolcemente, con una melodia “sporcata”, sboccia The Splendour (uscito come singolo già nel 2009) prima di giungere a quella Stick To My Side, per la quale presta la voce Noah Lennox (Panda Bear, Animal Collective) e che dal primo ascolto si impone come traccia più significativa del lavoro, già peraltro disponibile anche in 12” con una versione remix di Four Tet.

Soluzioni più classiche (Behind The Stars, A Nomads Rethreat) anticipano una parte conclusiva dell’album nella quale lo scenario si allontana, gradualmente, dall’habitat dancefloor (Welt Ahm Draht, Bohemian Forest) per avvicinare un mood più ambient, ricco di rumorismi (Im Bann) e stralci di quiete (Er Schneit).

Assolutamente di più di una semplice lista di tracce genericamente etichettabili come minimal techno.

C Commenti

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Luca Minutolo (ha votato 6 questo disco) alle 9:10 del 22 aprile 2010 ha scritto:

Sembra una versione techno di Panda Bear...Mmmhhh...

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 12:56 del 22 aprile 2010 ha scritto:

Un gran disco a mio parere. Bravo Tommaso per la proposta!

tramblogy (ha votato 7 questo disco) alle 20:42 del 22 aprile 2010 ha scritto:

....troppo pieno..preferisco i precedenti.

Alessandro Pascale (ha votato 9 questo disco) alle 11:54 del 24 aprile 2010 ha scritto:

assieme al disco dei Four Tet quanto di meglio ascoltato quest'anno (e non solo in campo elettronico)

salvatore (ha votato 5 questo disco) alle 12:33 del 24 aprile 2010 ha scritto:

L'ho ascoltato, con molta curiosità, dopo aver letto una recensione entusiastica su blow up (credo...). Tra il modesto e il mediocre...

synth_charmer (ha votato 6 questo disco) alle 13:11 del 24 aprile 2010 ha scritto:

gli do ancora qualche altro ascolto, ma per adesso mi suona un po' banale

Marco Di Francesco (ha votato 8 questo disco) alle 11:52 del 25 aprile 2010 ha scritto:

Molto bello e interessante, un ascolto davvero piacevole! Grazie per la proposta! Per ora ci sto fisso, ma temo che a lungo andare lo consumerò :\

Filippo Maradei (ha votato 6 questo disco) alle 12:33 del 25 aprile 2010 ha scritto:

Sinceramente lo sto trovando un po' noiosetto...

Marco Di Francesco (ha votato 8 questo disco) alle 14:17 del 25 aprile 2010 ha scritto:

E' sicuramente un ascolto meditativo e d'atmosfera, quindi è facile che gli ascolti non vadano oltre un certo numero in effetti. Però un piacevole sottofondo.

bill_carson (ha votato 6 questo disco) alle 21:01 del 25 aprile 2010 ha scritto:

Molto bravo ma non è per tutti

A me non piace moltissimo, a livello stilistico proprio, però si, è bravo. Il disco mi piaciucchia, ma temo che se lo comprassi, per dire, non mi verrebbe molta voglia di riascoltarlo dopo la prima settimana.

jackiestewart (ha votato 8 questo disco) alle 17:46 del primo giugno 2010 ha scritto:

grazie per la proposta di questo bel lavoro (anche se preferisco di gran lunga i four tet)