R Recensione

7/10

Eugene McGuinness

Eugene McGuinness

Meno male che la musica non scade come lo yogurt. Quest’anno avrei dovuto rinunciare sia ai Wintersleep che all’artista di cui appresso. Purtroppo ho temporeggiato un po’ troppo prima dell’ascolto dell’album omonimo di Eugene McGuinness, uscito nel 2008.

Ma è successo perché nell’inconscio il cognome rimandava troppo alla birra più buona del mondo (almeno per me) ed ero convinto che ne avrei ascoltato una sorta di Shane MacGowan (leader dei Pogues) con musica tipica irlandese o giù di lì. Poi, in un momento preciso di un giorno qualsiasi, mentre navigavo in rete nel mare calmo del sito di Cat Power, mi si apre all’improvviso il myspace del nostro, che mi costringe all’ascolto del singolo Fonz.

Devo dire che il fine ultimo del sequestro mediatico è pienamente riuscito cosi che, ad oggi, tutti i miei (pre)concetti sono andati (per usare un’esclamazione tipica di Camilleri/Montalbano) a “scatafottere”. Musicalmente si sente che anche McGuinness,come tanti suoi contemporanei novizi della musica, ha messo su disco i frutti di una vita, fin qui, spesa ad ascoltare la musica per tramite dei propri genitori.

Siamo dalle parti dei Kinks e dei Beatles, ma è giusto per dare un’indicazione di massima, visto che la sua musica viaggia! Sì proprio così. Non so se avete presente il primo film della saga Ritorno al Futuro di Zemeckis: c’è una scena dove il giovane Marty McFly, durante una serata musicale, sale sul palco e si mette a cantare il “ballabile” Johnny B. Goode di Chuck Berry (all’epoca non ancora scritta), lasciandosi andare all’assolo finale di chitarra elettrica e sbalordendo gli astanti. Beh, se il giovane McGuinnes si trovasse nello stesso periodo storico (anni 50) e suonasse la sua musica indurrebbe la gente allo stesso tipo di reazione, ne sono certo.Lo so che siamo nel XXI secolo ma mi diverte questa idea di questo giovane sbarbatello inglese che irrompe negli anni ’50 e si mette a suonare la chitarra come i Violent Femmes.

Non che tutto l’album sia memorabile, ben inteso, ma le credenziali per un futuro luminoso ci sono tutte, e il trittico iniziale Rings Around Rosa, Fonz e la romanticissima Wendy Wonders è un biglietto da visita a caratteri cubitali. Il resto dell’album scivola piacevolmente sempre con questo pop dal delizioso gusto retrò in sottofondo. Altre canzoni da  segnalare Those Old Black and White Movies Were True, Nightshift, Not So Academic e la conclusive God In Space (un bel lento tipo fine serata da ballo studentesco).

Un disco che capita a proposito di questo inizio di primavera, che rifiorisce ogni anno insieme al suo sbocciare di piacevoli sensazioni quotidiane. The latest pop sensation.  

V Voti

Voto degli utenti: 6,3/10 in media su 3 voti.
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REBBY 6/10

C Commenti

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target alle 17:03 del 11 giugno 2009 ha scritto:

Ohibò: costui lo ignoravo. Retrò quel che basta, da quel che ho ascoltaticchiato, alt-pop con qualche spruzzatina glam (mi vengono in mente gli Spinto Band). Resta il fatto che la Guinness proprio non mi piace (birra belga rulez). Benvenuto tu!

simone coacci (ha votato 7 questo disco) alle 19:24 del 11 giugno 2009 ha scritto:

Non ti piace la Guinness?!?! Ma te sei matto. è buonissima, io c'ho pure un giaccone invernale marchiato guinness

No, a parte gli scherzi, è bravo-bravo 'sto ragazzo. Rilegge il passato con freschezza, fantasia e una poetica a disegni pastello già molto personale. Un altro enfant prodige per l'ex impero britannico dopo il tuo amato Wolf. Pure questo ha fatto già due dischi e sarà a malapena maggiorenne.

Disorder alle 20:15 del 11 giugno 2009 ha scritto:

1guinness è più che per sempre

quanto a lui...magari avesse le stesse qualità dell'ottima birra.della specie "pop dal gusto retrò" vince di gran lunga jim noir.quanto a kinks e beatles non li sento molto...forse i beatles, ma chiunque suoni al mondo,soprattutto pop, profuma di beatles.lui lo associo più a lekman...ma con meno talento e a lungo andare un po' noioso six.five

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 23:05 del 11 giugno 2009 ha scritto:

Appena riascoltato. Me l'ero procurato sul finire

dell'anno scorso su consiglio di Simone (su altri

lidi). Giovane si, ma anche acerbo. Fonz la mia

preferita, molto Smiths primissimi 45 giri (loro

erano già più maturi però). Anch'io lo trovo un

po' noioso nel complesso. Complimenti Gianni per

il sempre difficile esordio.

gragno, autore, alle 12:37 del 12 giugno 2009 ha scritto:

Grazie a tutti. Ho visto che siete molto attenti ed agguerriti. Purtroppo il tempo che ho in una giornata è inversamente proporzionale alla passione per la musica, per cui la mia presenza non sarà molto costante. Tant'è.

Roberto Maniglio (ha votato 6 questo disco) alle 22:06 del 12 giugno 2009 ha scritto:

Forza gragno!

Quanto dici su tempo e musica vale anche per me. Ma ogni tanto una recensione o un commento sono un sano e prezioso svago. Riguardo al disco, per me è da sei - sei e mezzo massimo.