C Capitolo 47 - Dal grunge al nu metal - pagina 2 di 6

47 - Dal grunge al nu metal (2/6)

Vena che scorre ancora più forte attraverso i solchi dei dischi degli Screaming Trees di Mark Lanegan nel 1988 al terzo disco con “Invisible Lantern” (uscito per SST): il loro suono è una versione, solo leggermente indurita, del garage-rock più psichedelico degli anni ’60; il percorso artistico del gruppo non è però destinato a fermarsi lì e quando, nel 1991, esordiscono per la Epic il suono ha già subito una forte virata verso roots e folk, svolta che verrà approfondita da Lanegan lungo una formidabile carriera solista cominciata a metà anni ’90 dopo lo scioglimento del gruppo. Tutt’altro tipo di garage è quello che circola nei dischi dei Mudhoney, decani della scena di Seattle per i quali viene forgiato il termine grunge e primo vero successo della seminale Sub Pop : al discreto esordio omonimo del 1989 segue l’ottimo “Every Good Boy Deserves Fudge” (1991), miscela folle di generi e stili che non si allontana però mai troppo dalle coordinate centrali del suono del gruppo, rilettura in chiave metal del garage punk di Stooges ed Mc5.

Ma la sintesi più formidabile di stili e sonorità arriva con i Nirvana: fin da “Bleach”(1989) ma ancor di più in Nevermind(1991) il gruppo di Kurt Cobain da vita ad un suono che fonde Black Sabbath ( via Melvins), il power pop più hard (stile Cheap Trick), l’alternative di origini hardcore di gruppi come Meat Puppets ed Husker Du e il noise-rock dei Pixies, riuscendo nella straordinaria impresa di suonare pop: un pop abrasivo, violento, ma comunque abbastanza accattivante da far crescere in maniera smisurata il culto del gruppo nel giro di due anni, facendo di “Nevermind” una svolta epocale per la musica alternativa: il grunge diventa fenomeno commerciale miliardario, gli allora misconosciuti gruppi citati da Cobain vengono riscoperti e studiati ( dai Sonic Youth ai Melvins, dalle Raincoats ai Meat Puppets) consacrando e facendo emergere definitivamente quell’universo musicale indie che si è lentamente formato durante gli anni’80: è la nascita dell’alternative rock anni’90. L’uscita di “Nevermind” avviene per la Geffen e segna l’esplosione commerciale del genere: un primo accenno c’è già stato un anno prima, quando l’A&M ha messo sotto contratto i Soundgarden, mentre gli Screaming Trees firmano per la Epic. Il boom commerciale è solo la punta dell’iceberg (commerciale) di un fenomeno (musicale) che, come si è visto, affonda le sue radici nei tardi anni’80: tuttavia, nel momento in cui i gruppi di Seattle si trovano, quasi per caso, a dominare le classifiche americane il “blasfemo” incontro tra punk e metal viene automaticamente legittimato ed il metal tradizionale ( e tradizionalista) si trova di fronte al fatto compiuto, assistendo al tramonto di steccati ideologici e stilistici decennali.

Molto vicini musicalmente all’universo metal tradizionale gli Alice In Chains di “Dirt” (1992), con una miscela musicale che gira sempre dalle parti di Sabbath e Stooges ma in cui la componente metal tende a prevalere, sia nel cantato sia nelle atmosfere gotiche che permeano il disco. L’unico gruppo a poter rivaleggiare in popolarità con i Nirvana sono comunque i Pearl Jam: la band, nata dalle ceneri di Green River e Mother Love Bone, fin dall’esordio del 1991Ten” crea un suono che riconcilia il grunge con il rock più tradizionale, specie quello di Neil Young, smussando le asperità punk dei Nirvana e quelle metal di Soundgarden ed Alice in Chains e rendendo il grunge universale; non stupisce quindi che Vs.(1993), secondo disco del gruppo, venda un milione di copie in una sola settimana, segnando l’apice commerciale di un genere che allo stesso tempo si avvicina alla sua fine. Di lì ad un anno una serie di eventi, dalla morte di Cobain all’apparizione di suoi emuli come i Bush, lontani anni luce dall’universo underground di Seattle in cui il grunge era germogliato, lasciano presagire la fine di un’epoca.

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