Fabrizio De André
Non Al Denaro, Non All'Amore Né Al Cielo
LAntologia di Spoon River è ormai uno dei classici della poesia americana di inizio Novecento. E.L. Masters, avvocato di provincia con la vocazione per la letteratura, compone una raccolta di epitaffi immaginando che gli abitanti di un ipotetico villaggio (Spoon River appunto) possano parlare da una sorta di dimensione metafisica: sono morti, ma ancora capaci di tratteggiare le loro spesso misere esistenze in pochi lapidari versi colmi di rancore, rimpianto, rassegnazione.
Va anche a Fabrizio De André (oltre che alla splendida traduzione di Fernanda Pivano) il merito di aver diffuso in Italia la fama dellAntologia: il cantautore genovese prende nove poesie e ne confeziona un album di grande coerenza e impatto emozionale, impresa non banale dovendo adattare i versi di Masters non solo ad una messa in musica ma anche ad un mondo che non è più lAmerica di inizio secolo (per quanto le parole di Masters suonino drammaticamente attuali). Impresa riuscita, non cè dubbio: le nove tracce potrebbero tranquillamente sussistere sulla pagina senza bisogno di musica (la stessa Pivano ammetterà che Fabrizio le ha migliorate moltissimo), il talento poetico di De André si manifesta in versi toccanti, così che i protagonisti (i cui nomi propri sono volutamente sostituiti con appellativi generici) parlano direttamente alle corde dellanima elevandosi a simboli intramontabili di umanità tanto desolata quanto autentica.
Dal punto di vista musicale, poi (come nel successivo Storia Di Un Impiegato), con De André collabora Nicola Piovani, musicista e compositore di grande rilievo internazionale nonché premio Oscar per la colonna sonora del film La vita è bella: protagonista indiscusso dellalbum è la voce di Faber, e gli arrangiamenti di Piovani ne sono gradevole sostegno. Ad eccezione che in due brani in questo senso atipici (Dormono Sulla Collina e Un Ottico) la musica raramente emerge da un ruolo di semplice accompagnamento: scelta a mio parere quanto mai appropriata, scongiurando qualunque rischio di pesantezza a discapito della testualità. Inoltre lunità tematica del concept album è ben evidenziata dalla rete di rimandi e corrispondenze negli arrangiamenti e nelle melodie (la fine de Il suonatore Jones riprende evidentemente la melodia di Un Chimico, tanto per fare un esempio).
Si inizia con Dormono Sulla Collina, una sorta di cornice introduttiva in cui una folla di personaggi è tratteggiata con pochi, efficacissimi versi; evocativa ed inquieta lintroduzione strumentale, mentre il finale è lasciato alle dolci note dei flauti e alla figura centrale del suonatore Jones (che chiuderà anche lalbum stesso).
Un Giudice, forse il brano più celebre, deve la sua fama anche alla splendida rielaborazione esibita da De André in concerto con la PFM; Un Malato Di Cuore è lo struggente racconto di un ragazzo costretto dalla malattia a spiare i ragazzi giocare e a farsi narrare la vita dagli occhi, e che trova la morte proprio quando un bacio pare riportarlo alla vita (ed il mio cuore le restò sulle labbra). Un Ottico è senza dubbio la traccia musicalmente più complessa: liniziale valzer campagnolo lascia il posto ad una lunga ed evocativa sezione progressive in cui la voce di Faber pare frantumarsi come vetro in echi labirintici (Vedo che salgo a rubare il sole per non aver più notti / Perché non cada in reti di tramonti lho chiuso nei miei occhi).
Lalbum si chiude con Il Suonatore Jones, indubbia perla dellalbum e dellintera produzione di De André: unico ad aver conservato il proprio nome, luce di speranza dopo la desolata galleria dei ritratti precedenti, Jones si erge a simbolo di umanità non corrotta dal rancore e dallambizione, capace di ritrovare se stessa nel rapporto diretto ed intenso con la natura e con la musica. Splendido il testo (In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità / A me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa, Libertà lho vista dormire nei campi coltivati / A cielo e denaro, a cielo ed amore, protetta da un filo spinato) e di splendida semplicità la musica: proprio come nel brano iniziale assieme a Jones tornano le morbide note dei flauti a dialogare ed intrecciarsi con la voce calda di Faber.
Non Al Denaro, Non AllAmore Né Al Cielo non rappresenta forse un punto di svolta nella discografia di De André, indubbiamente penalizzato dallessere cronologicamente incastrato tra due album di primo piano come La Buona Novella e Storia Di Un Impiegato; resta tuttavia il valore di unopera musicalmente coerente ed estremamente piacevole, e di poesie (quelle di Masters, ma ancor più quelle di Faber) capaci di risvegliare ogni volta emozioni profonde.
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