Bruce Palmer
The Cycle Is Complete
Usa, 1971, anche se, in effetti, non è una musica inquadrabile chiaramente nel tempo, e a dir la verità, è anche poco definibile nello spazio. Certo è musica americana, ma è difficile trovare parentele col rock, col folk o col blues. L’oboe iniziale di "Alpha-Omega-Apocalypse" è già musica d’aria piuttosto che di terra e non c’è niente da fare: si sta su un’aquila a planare su paesaggi d’America infiniti. Boschi, foreste e grandi aperture di prati verdi e ancori boschi e montagne rocciose e neve.
Bestie strane che si girano all’improvviso verso l’inconsueto rumore del ramo spezzato al nostro passaggio: così il violino qui, e là è l’oboe al quale risponde l’organo.
Sono tutti segnali della foresta, incomprensibili agli umani, ai quali arrivano solo i suoni.
La linea del basso con un leggero wha-wha guida tutto il fracasso concertato di questi rumori della natura.
Senza fare i nomi dei musicisti (in pratica il disco esce come progetto di Palmer che organizza con i Kaleidoscope (USA) in libera uscita e in stato di grazia queste splendide lunghe suite in studio), gli strumenti dell’happening sono: chitarre elettriche e acustiche, il basso fender, un organo, il drum set, congas e percussioni varie, piano, violino, oboe e flauto.
Della suite della prima parte è il complesso che risulta efficacissimo, il suono di gruppo, il rincorrersi degli strumenti che sono i versi degli abitanti e degli animali del paesaggio, ma anche il rumore del vento che è qualcosa di diverso di un fischio, e l’animale che fugge che non è solo scricchiolio di rami, il sole che nasce o il branco di bisonti all’orizzonte che sono di più che semplici immagini, tutti diventano gli elementi viventi del paesaggio sonoro.
Con "Interlude" ci accendiamo un fuoco per dormire sotto un enorme abete, con davanti agli occhi il cielo stellato.
E con "Oxo", il discorso non cambia rispetto alla prima parte, c’è solo qualche sentore di danza intorno al fuoco, magari per invocare la pioggia o l’arrivo di qualche animale che possa fare da ricca cena.
"Calm Before the Storm" chiude il disco e si ha l’impressione che sia questo il momento della preghiera, della riflessione, del riflusso dei pensieri, del raccoglimento verso la nuova notte quando si fa un bilancio della giornata e il progetto per il giorno che sarà, e sarà di nuovo un giorno faticoso domani e pieno d’inside in un territorio così vasto com’è l’America.
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