R Recensione

7/10

Prince Valium

Andlaus

di Onga

Quando nel nome è scritto un destino. Prince Valium fa musica tranquilla e sonnambula. Meno opacizzata di quanto si potrebbe immaginare, comunque: il suo mix di elettronica glitch e motivi circolari di chitarra conserva un calore inaspettato che rende questo Andlaus confortevole e ammaliante.

A parte l’episodio corredato di voce, la dolcissima Crying Hearts, questo album è fondamentalmente un album di post rock chitarristico molto dilatato e soffice dove non ci sono mai le esplosioni di maniera ma dove Thorsteinn Olafsson (metà del duo elettronico Sk/um) si concentra per lo più sulla costruzione delle melodie, alle quali accompagna microbeats digitali.

La provenienza islandese di Prince Valium è un elemento notevole di influenza su questo disco che plasma la materia in lunghe e riflessive sonorizzazioni al limite dello shoegazing elettronico e riporta alla mente fumosi landscapes e terre nere. Il passo da brevi elegie come Redecoration In Four Dimensions a episodi epici come Burning My B.A. dimostrano come Olaffson sia assolutamente padrone dei pochi mezzi scelti per le registrazioni (solo chitarra e computer) e di come riesca a fare convivere bene i suoi dilatati echi chitarristici con dei beats anche abbastanza complessi.

Avrebbe ben figurato anche sul catalogo Morr, questo disco, ma forse la sua natura troppo riflessiva e pacata sarebbe stata un po’ troppo di confine per l’etichetta tedesca: meno male che ci ha pensato la Resonant a pubblicarlo. È un disco per appassionati, ma da avere.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.