R Recensione

7/10

Paolo Spaccamonti

Undici pezzi facili

Io e Paolo Spaccamonti non siamo amici, né mai lo siamo stati.

Solo che un giorno incontro il solito bene informato e nullafacente (due caratteristiche che spesso si richiamano a vicenda), sempre aggiornato su tutte le novità musicali cittadine, i concerti, gli eventi, i locali e tutto ciò che è possibile fare dopo le dieci di sera. Che ultimamente io sono uno che quando tira fino alle undici disdice gli impegni del giorno dopo. Quindi, quando il viveur della Torino notturna mi ha messo in mano il cd di Paolo Spaccamonti, proprio non riusciva a capacitarsi di come io non lo avessi mai sentito nominare. “Ma come?” – mi ha detto – “Ha suonato l’altra sera in quel nuovo locale di via …, ha partecipato allo showcase di …, ne hanno parlato alla radio del …”. A quel punto, mosso da puerili moti d’orgoglio che credevo sopiti da tempo, ho allargato un sorriso compiaciuto e ho risposto: “Ma guarda che sto scherzando, sfigato!” (per uno così sentirsi dare dello sfigato deve essere peggio che mettere in dubbio l’integrità morale della nonna malata) “Io e Paolo siamo amici da una vita!”. E così, con lo sguardo affranto del John Peel dei Murazzi custodito gelosamente tra i miei ricordi felici della giornata, me ne torno saltellando a casa.  

Neanche a dirlo, a casa ci trovo mio fratello, uno che tiene lo stereo a volumi da contraerea irachena, sempre e comunque. Appena entro in casa, mi si avvicina e grida: “Ti piace?”. “Chi è?” – gli rispondo io, giocandomi una corda vocale per farmi sentire – “Si chiama Paolo Spaccamonti, è …”. Il resto della frase non riesco a sentirlo, soffocato dalle bordate chitarristiche di “Drones”, pezzo dal titolo programmatico, costruito su ottimi intrecci di chitarra che innalzano muri di suono distorti e noise alternati a fraseggi dall’atmosfera psichedelica. Siamo dalle parti di certo post-rock strumentale, ovvero quelle sonorità capaci di generare tensione grazie all’alternanza di pieni e vuoti, codificate dagli Slint e portate al “successo”, tra gli altri, dai Mogwai. L’impressione è confermata dalla successiva “Vertigo”, nella quale le chitarre di Spaccamonti ricevono forza e dinamismo dal beat creato da Ezra dei Casino Royale e successivamente “doppiato” dalla batteria di Simone Sanna (già membro dei Cletus, misconosciuta gloria cittadina che vedeva in formazione lo stesso Spaccamonti e il chitarrista Stefano Danusso, che per “Undici pezzi facili” diventa fotografo e regala all’amico Paolo la foto di copertina).  

A ben vedere, non sono neanche così “facili”, questi undici pezzi. “Fine della fiera”, ad esempio, è un tema portante diviso in tre movimenti dall’andamento sinusoidale e malinconico, ricco di rimandi sia a certo sperimentalismo di marca Jim O’Rourke che ai rarefatti tappeti elettro-acustici di scuola Morr Music. Stesso dicasi per il resto dell’album, che si snoda su ottimi livelli a volte puntando l’occhio oltremanica (il beat quadrato e carico di malessere di “Soli tutti” fa venire in mente i primi Arab Strap) e spesso oltreoceano, tra la Chicago post-rock (“Spy-movie”, come se Hollywood commissionasse ai Tortoise la colonna sonora del nuovo 007), le influenze desertiche dei Friends of Dean Martinez, (“Tex”) e l’altra sponda del post rock, ovvero la Louisville dei Rachel’s (a dir poco incisivo il violoncello di Paola Secci in “Lamento”) o (addirittura!) di Tara Jane O’Neil e delle sue mille incarnazioni (“Minus 8”).  

Un gran complimento, per quanto mi riguarda e per quanto possa valere. Perché c’è del nuovo nella Torino post-sbornia Subsonica/Linea 77: cantautori bislacchi (Vittorio Cane, Deian e Lorsoglabro, Stefano Amen), orchestrine acustiche (In Vivo Veritas) e un artista solitario e “shoegaze” (anche se più che alle scarpe l’attenzione è rivolta alla pedaliera della chitarra) come Paolo Spaccamonti.

Il mio amico Paolo Spaccamonti.  

V Voti

Voto degli utenti: 6,3/10 in media su 3 voti.
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Lobo 1/10
george 8/10

C Commenti

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bargeld alle 1:09 del 18 giugno 2009 ha scritto:

bella bella, la recensione!

fabfabfab, autore, alle 12:53 del 18 giugno 2009 ha scritto:

RE:

Grazie. Merita molto anche il disco.

Marco_Biasio alle 13:14 del 18 giugno 2009 ha scritto:

Sì, Fabio, Spaccamonti spacca anche i kuli, niente da dire. Passo dopo per votare, ma è qualcosa di veramente veramente valido. Un grazie a Rumore che illumina sulla new scene di cantautori torinesi!

fabfabfab, autore, alle 13:51 del 18 giugno 2009 ha scritto:

Un grazie a Rumore

E a me no? Ahahah. Hanno fatto un bell'articolo, effettivamente. Che poi quella è gente che a Torino suona già da un bel po', ma che è venuta fuori solo adesso, magari sarà l'effetto-Vasco Brondi, non lo so. Comunque questo disco è ben diverso da quelli dei nuovi cantautori, sebbene anche loro siano interessanti (Cane, soprattutto)...

doublepickd (ha votato 10 questo disco) alle 12:19 del 19 giugno 2009 ha scritto:

NON E' UN CANTAUTORE

in qualità di amico , e collaboratore di Paolo Spaccamonti , tengo in maniera forte e personale a tentare di dare una mano a risolvere l' enigma Paolo Spaccamonti cantautore ?

la risposta è ovviamente : NO !

Per dovere di cronaca : l' equivoco nasce in virtù delle sue passate e frequenti collaborazioni con i cantautori Vittorio Cane, Dejan , Stefano Amen ed altri e le sua apparizioni live e video con gli stessi .

Collaborazioni nate dalla sua versatilità chitarrista e dalle sue doti eccezionali di arrangiatore , per interderci : è quel tipo di chitarrista rarissimo in grado di mettere "a posto" la parte stumentale di un pezzo suonando anche solo 2 note, caratteristica che ad un cantautore può "far gola" da matti.

Paolo Spaccamonti è innanzitutto un gran compositore , un gran musicista e una persona disponibilissima ( con entusiasmo ) alle collaborazioni .

La recente uscita di undici pezzi facili , lo consacra a livello delle più interessanti proposte musicali che la città di Torino stia offrendo in questo periodo mettendo di fronte a chi ascolta il disco o a chi ha occasione di vederlo Live la sua personalità netta e definita di musicista che con parole e testi non ha nulla a che vedere , e men che meno la volontà di esplorare i suddetti territori .

PAOLO SPACCAMONTI non è un cantautore !

buona giornata a tutti .

fabfabfab, autore, alle 12:38 del 19 giugno 2009 ha scritto:

RE: NON E' UN CANTAUTORE

Sì, lo avevo già messo in evidenza, sia in sede di recensione che in sede di commento. O meglio nessuno lo aveva chiamato cantautore, pur facendo notare una vicinanza (geografica e artistica) con la scena dei nuovi cantautori torinesi. Ma poi, dico io, non è il caso di gridarlo, mica è una cosa deplorevole!

george (ha votato 8 questo disco) alle 21:40 del 2 luglio 2009 ha scritto:

...OneManBand

A torino è un pò l'artista del momento e se lo merita...A parte le collaborazioni con i vari cantautori dove già aveva fatto notare un notevole gusto chitarristico questo album solista è veramente piacevole! La prima volta che l' ho visto in concerto è stato quasi per caso. Ho visto una diavoletto sul palco e ho pensato che sarebbe entrato il solito guitarhero vestito da scolaretto...Invece...Non ho perso neanche una nota del concerto e mi sono convinto a rivederlo di nuovo dal vivo: un altro bel concerto!!! Poi questo album. Procuratevi il disco!

fabfabfab, autore, alle 22:24 del 8 luglio 2009 ha scritto:

Dopo un mese ho capito perche' mi sembrava di aver gia' visto questa copertina: e' uguale a quella di "utonian automatic" degli Isotope 217 (gran disco, tra l'altro) . Domani sera Spaccamonti opening live set per ... Nick Cave !

george (ha votato 8 questo disco) alle 0:01 del 9 luglio 2009 ha scritto:

già...ci assomiglia!! Rossa su sfondo bianco!!

Domani vado a vederlo!

Concerto mica da ridere. Spaccamonti, St.vincent, Nick cave!! Fossi nel signor spaccamonti mi starei cacando nelle braghe........