R Recensione

7/10

String Sharper Quartet

Blending

Di quartetti d’archi in fuga dalla sale da concerto ne abbiamo visti ormai tanti, ed altrettante sono le direzioni verso identità musicali alternative a quella classica, naturalmente accostata a questo tipo di formazione musicale. Qui però vale la pena di tracciare il percorso dei quattro musicisti siciliani riuniti sotto la sigla String Sharper Quartet (i violini di Francesco Incandela e Sergio Zanforlin, il cello di Angelo Di Mino ed il basso di Luca Lo Bianco), perché la strada intrapresa è particolarmente avventurosa e ricca di sorprese affascinanti.

Intanto la scelta del repertorio, che alterna i Radiohead, (“Just” e “Paranoid Android”, frequentatissima in ambito extra rock ) un’icona del synth pop anni ’80 come Gary Numan con la ritmica “Cars”, il jazz folk di “Frevo” scritta da Egberto Gismondi, e tre originali molto eterogenei.

In “Maus” , che ha una splendida melodia, risulta evidente la matrice cameristica dell’ensemble, mentre “Ci sei quasi” sconfina nel folk irlandese,  e “Freaky mood” è costruita sui contrasti armonici come un puzzle di diversi incastri strumentali.

Colpisce poi la capacità di interplay fra le quattro voci strumentali che interagiscno paritariamente con naturalezza e disinvoltura su pagine così diverse, trasformando la propria identità, di volta in volta, diventando ora un combo jazz, (ascoltate il finale percussivo di “Cars”),  ora una piccola orchestra folk, ora una formazione da camera, come nella parte lirica della hit dei Radiohead, che diventa una vera piccola sinfonia.

Alla fine la mappa dice questo: eclettismo e  libertà creativa senza confini servite da una perizia strumentale non comune. Sarà interessante seguirli su queste ed altre rotte sonore.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo disco. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.