R Recensione

7/10

The Manges

Go Down

Un baffuto pugile irlandese ti guarda fisso negli occhi con le braccia conserte, i guantoni sono appesi al palo alle sue spalle ma l’impressione è, che se quello che ha davanti non gli piace, potrebbe spaccare tutto anche a mani nude. Questo è quello che induce a pensare la copertina – opera dell’artista Kris Lewis- di “Go Down”, l’ultimo album dei Manges, uscito nel settembre del 2006.

I punkrockers di La Spezia tornano con un album nuovo di zecca, a due anni di distanza dalla raccolta Rocket to you! 93-03, mentre sono ben cinque gli anni che lo separano dal precedente the Manges’r’good enough, generalmente considerato il loro primo album. Da notare però che la band, già dal 1993, aveva pubblicato un folto numero di singoli, in formato vinile 7’’, grazie ai quali ha cominciato ad essere apprezzata e considerata nei circuiti di musica underground di tutto il mondo, ottenendo spesso grandi riconoscimenti (i Manges sono stati impegnati in vari tour europei, negli USA e in Canada, hanno condiviso split album con bands del calibro dei Queers, dei McRackins, mentre gli Screeching Weasel, storica punkrock band di Chicago, ha inciso una cover dei Manges nel loro ultimo album…).

Go Down” è un album punk rock nel senso più semplice e più vero della parola: semplice come le melodie e gli arrangiamenti delle canzoni, come gli accordi di cui sono composte, in puro Ramones’ style –volutamente, sia ben chiaro!- e vero. Perché i Manges sono fedeli da sempre all’ attitudine DIY, che li ha portati a compiere scelte singolari, ben precise e spesso in controtendenza (come ad esempio l’uso dell’inglese per il cantato, o pubblicare un album su compact-disc solo dopo sette anni di attività e pubblicazioni su vinile, in un momento in cui, per un gruppo emergente, pubblicare subito un CD sembrava essere la priorità assoluta, spesso a discapito della qualità del prodotto finale), seguono il cuore e l’istinto al di fuori di qualsiasi logica commerciale.

L’album è composto da 14 brani: classico punk di derivazione ramonesiana, che prende ispirazione anche dal punk rock/pop punk che proponevano le bands delll’etichetta californiana Lookout! nella metà degli anni ’90. Mettendo insieme questi elementi il gruppo ha saputo negli anni sviluppare un proprio sound personale, ben in evidenza in quest’album, creando oscure melodie accostate ai classici tre power chord, il tutto ritmato da una batteria veloce e precisissima.

Questo è quello che propone “Go Down”, con estrema compattezza, per una trentina scarsa di minuti, il tutto sotto l’attento “controllo” della produzione di Phillip Hill –veterano della scena punkrock statunitense- e mixato negli USA da un altro esperto del settore come Mass Giorgini. Le cover –presenza immancabile nei dischi dei Manges- sono tre: si parte da un pezzo anni ’80 come “Revenge of the Nerds” dei Rubinoos, tratta dalla soundtrack dell’omonimo film, passando per “Emergency”, proveniente dal momento più buio della carriera di Dee Dee Ramone, il suo periodo Hip Hop, fino ad arrivare alla grande interpretazione di in “When Heroes Go Down” di Suzanne Vega, usata come ispirazione per il titolo dell’album.

Ma la cosa più interessante, quella che aiuta l’album a compiere il salto di qualità, sono i testi: rispetto ai vecchi pezzi, dove le tematiche prevalenti riguardavano divertimento, ragazze, o storie di esperienze personali adattate ad uno stile da fumetto o da b-movie, gli argomenti questa volta sono diventati più “sociali” e la scrittura più accurata.

I riferimenti all’attualità non sono così espliciti e non vengono pronunciati attraverso banali slogan contro il sistema, piuttosto vengono filtrati in storie che hanno come protagonisti persone isolate dal resto della società ma che hanno ancora la speranza di andare avanti: con sarcasmo si parla di singolari soggetti che amano in maniera morbosa la propria pistola o sono contenti di avere il cervello spento e ascoltano tutto quello che viene detto alla TV. Ognuno può interpretare il testo liberamente, ma il punto di vista rimane ben chiaro.

Da segnalare la collaborazione –sia nella stesura del testo, che nell’esecuzione del brano- di Mayo, voce dei La Crisi- in “Wonder Wheel”.

I fan della band, dopo averlo ascoltato un paio di volte, non rimarranno delusi, per gli altri, “Go down” potrebbe benissimo diventare una gradita sorpresa o, al contrario, l’ennesimo disco passato inosservato perchè troppo legato ad un genere geneticamente privo di elementi innovativi. Il che è verissimo. Ma è pure verissimo che a volte piuttosto di guardare per forza avanti volendo essere originali a tutti i costi è forse meglio dare uno sguardo al passato e seguire la propria passione, come i Manges hanno sempre dimostrato di saper fare egregiamente.

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