MC5
Kick Out The Jams
Pochi dischi nella storia del rock sono stati influenti quanto questo live degli MC5. Costoro erano una band di Detroit dedita ad un garage-rock grezzo e pesante, non molto distante dalle sonorità care ai concittadini Stooges.
Il gruppo era nato nel 1964 per volere del cantante Rob Tyner e dei chitarristi Fred “Sonic” Smith (futuro marito di Patti Smith) e Wayne Kramer; ben presto si erano aggiunti il batterista Dennis Thompson ed il bassista Michael Davis ed erano entrati nel giro di John Sinclair, il leader delle Pantere Bianche.
Questo disco è il resoconto di una serata al Grande Ballroom (uno dei locali simbolo della controcultura di Detroit), precisamente del concerto tenuto nella notte di Halloween del 1968. L'album uscirà un anno dopo e sarà uno spartiacque per gran parte del rock a venire.
Mentre lo stesso anno nella medesima città fioccano capolavori su capolavori di soul music (targati Tamla-Motown), il nostro quintetto si posiziona agli antipodi dello spetto musicale e all'avanguardia creando un inaspettato ibrido tra psichedelia, blues ed hard rock che arriva a lambire sonorità noise e punk. Probabilmente se un ascoltatore ignaro sentisse questo disco potrebbe tranquillamente immaginarlo come un prodotto di inizio anni '80, tanto il sound si avvicina alle fragorose coordinate distorte del periodo.
Ma questi non sono esempi portati a caso: bands come Sonic Youth o Mission Of Burma saranno devoti e sinceri ammiratori ed allievi del sound degli MC5, portando la band ad un successo purtroppo postumo ma comunque duraturo.
Il disco parte subito al massimo con Ramblin' Rose, e sicuramente il discorso politico iniziale è la parte più debole di tutto il lavoro: fino al sopraggiungere delle chitarre e della sezione ritmica, almeno, che sparano subito un pezzo proto-punk che accompagna perfettamente il falsetto forzato ed irridente di Tyner, prima che il quartetto dia veramente il meglio di sé nella traccia che dà il titolo all'album.
Kick Out The Jams è infatti un velocissimo e indemoniato standard hard-rock capace di anticipare la furia dei Rage Against The Machine (e non sarà un semplice caso se questi la coverizzeranno nel loro addio alle scene) ed il caos della migliore Gioventù Sonica. Se non sapete il significato del verbo “deflagrare” ascoltatevi questo pezzo e pure il successivo Come Together: tutto vi sarà più chiaro...
La tensione è altissima (quasi insostenibile) ad anche l'adrenalina scorre a livelli serrati: pare a tratti di ascoltare dei Television in versione hardcore (e non meravigliatevi se i riferimenti sono successivi) o i Led Zeppelin alle prese con pezzi dei Jefferson Airplane (Borderline). Siamo nel '68 e chiaramente non può mancare il canonico blues (Motor City Is Burning), ma è solo un'illusione e ben presto esplode conducendo gli MC5 in territori ignoti persino all'Hendrix più iconosclasta.
Vetta assoluta di questo fantastico LP ed emblema di tutto il terrorismo sonico dei Nostri è la conclusiva e meravigliosa cover del jazzista Sun Ra: Starship è un delirio cosmico/cacofonico che conduce direttamente all'Inferno: tra slogan, assoli e sventagliate ritmiche di una cattiveria inaudita per l'epoca (rispetto ai gruppi di Woodstock i MotorCity5 sono semplicemente degli alieni) si arriva al liberatorio finale, in cui dissonanze, distorsioni e muscolosi climax divengono un’unica, indissolubile sintesi destabilizzatrice.
Anarcoide, rabbioso, caotico, catartico... Kick Out The Jams è tutto questo ed ancora di più: a quasi quarant'anni di distanza suona ancora fresco ed irripetibile come pochissimi altri dischi dell'epoca. Assolutamente da avere.
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