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R Recensione

8/10

DiMartino

Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile

Dopo un esordio-non esordio (non dimentichiamo il decennio trascorso a nome Famelika) fulminante come quello di Cara maestra abbiamo perso, concepire un altro disco capace di bissare la freschezza, la vitalità e la modernità del precedente lavoro era cosa quasi impensabile, eppure Antonio Di Martino, Simona Norato e Giusto Correnti alias DiMartino, in tempi tutt’altro che lunghi (poco più di sei mesi), compie questo difficile miracolo e consegna ad un pubblico in costante e rapida crescita un secondo piccolo gioiello, un vero e proprio manufatto d’artigianato musicale, cesellato nei piccoli tocchi che lo rendono speciale, un inizio sussurrato (quello di Non siamo gli alberi), un piano delicato e mai prevedibile negli accordi (come nelle vaghe dissonanze di Non ho più voglia di imparare), spolverate di elettronica nei punti giusti a dare tono e colore (in Piccoli peccati e Io non parlo mai), batteria che si fa un calibrato ed elegante accenno in pezzi come in Non ho più voglia d’imparare o più concitata ma ancora sottovoce in Poster di famiglia, fino a farsi battito pulsante nell’avvolgente e intenso finale assegnato a Ormai siamo troppo giovani, pezzo con cui il gruppo sceglie di lanciare il disco in orbita.

Uno dei più importanti pregi di questo lavoro è di non commettere passi falsi in nessun passaggio, undici episodi, undici storie, undici microuniversi magistralmente narrati, che sorprendono per l’eterogeneità ma per il senso di compattezza al tempo stesso dovuto ad una chiara cifra stilistica che caratterizza ormai l’universo sonoro targato DiMartino, dalle intimissime ballate di Amore sociale e Maledetto autunno passando per le eleganti ritmiche jazzeggianti e le atmosfere vagamente baustelliane de La penultima cena per poi culminare negli sperimentalismi di radioheadiana matrice dell’ammaliante Piccoli peccati (impossibile da ascoltare rimanendo fermi!) fino all’incredibile crescendo melodico di Poster di famiglia, che non si riesce più a cacciar via dalla testa una volta memorizzato. Sorprende anche l’utilizzo dei cori, presenti nella maggioranza delle tracce, una scelta stilistica insolita e ben gradita, che dona nel complesso un senso di leggerezza ed intimismo, come un lungo filo conduttore che unisce i momenti salienti del disco e ne dona spessore e carattere. Una menzione speciale va poi ai due pezzi già noti per i fan più attenti durante i live, la ballata minimale di Io non parlo mai (di cui però si accusa un po’ la mancanza del piano presente nella vecchia versione live) e la maestosa Cartoline da Amsterdam, pezzo che diverrà senza dubbio tra i più celebrati e richiesti dal pubblico della band, che tanto ci ricorda per le atmosfere oniriche e trasognate una delle migliori band nostrane sfornate nell’ultimo ventennio, gli amati e compianti Scisma di Paolo Benvegnù, ad impreziosire il tutto l’azzeccato e sferzante supporto vocale di Giovanni Golino dei Marta sui tubi per le improvvise esplosioni sonore come lampi che squarciano per qualche attimo l’incanto per poi lasciare di nuovo posto al sogno.

Ulteriore componente che rende questa produzione nettamente superiore alla media è il lavoro di scrittura, Antonio Di Martino possiede un dono raro, quello di dipingere paesaggi, scenari, spaccati quotidiani attraverso un non comune uso della parola, una vena descrittiva incredibilmente fervida, ricercata e mai banale, ma non per questo meno diretta o immediata, è l’arte di creare un’alchimia poetica ma senza per questo dover pagare il prezzo di scadere nel cerebrale o nell’intellettualoide a tutti i costi, è qualcosa di spontaneo, non artefatto, nonché un omaggio e un tributo quasi necessario (certamente voluto e dichiarato) alla nostra grande tradizione cantautorale con echi di Dalla, De Gregori, Battisti, Graziani, Gaetano e molto altro.

Un disco che, ne siamo certi, farà da primadonna sulla scena per lunghi mesi, tenetevi pronti.

V Voti

Voto degli utenti: 7,1/10 in media su 15 voti.
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Cas 8/10
facco 9/10
target 7,5/10
REBBY 6/10

C Commenti

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salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 12:56 del 15 maggio 2012 ha scritto:

Sì, lo sto ascoltando anche io e lo sto apprezzando davvero tanto. Mi sembra un netto passo avanti rispetto al precedente "Cara Maestra..." che era, forse, un po' acerbo. In "Maledetto autunno" sembrano dei Non voglio che Clara un tantino più radiofonici... e la cosa funziona alla grande! Bella recensione

Lezabeth Scott alle 17:22 del 16 maggio 2012 ha scritto:

"Non ho più voglia d'imparare" è bellissima. Mi sono quasi commossa...sniff...

target (ha votato 7,5 questo disco) alle 23:57 del 16 maggio 2012 ha scritto:

E per commuovere Lezabeth ce ne vuole! Per ora, comunque, disco (in) italiano dell'anno. Bellissimo.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 20:22 del 20 maggio 2012 ha scritto:

Veramente molto ispirato! Una delle cose migliori cose italiane ascoltate negli ultimi tempi. "Non siamo gli alberi" ha un ritornello che spacca di intensità e ti fa venire i brividi, "Amore sociale" è la canzone che farebbe di Tricarico una persona felice, "Ormai siamo troppo giovani" è una gemma di delicatezza che omaggia il miglior De Gregori, di "Maledetto autunno" ho già detto e di tutte le altre ci sarebbe qualcosa da dire, veramente. Peccato, anzi, peccatissimo, certe inflessioni della voce un po' declamatorie, stile Brondi. Ma, insomma, è un dettaglio... In una parola: BELLISSIMO!

Cas (ha votato 8 questo disco) alle 11:00 del 30 maggio 2012 ha scritto:

che spettacolo di disco!

target (ha votato 7,5 questo disco) alle 12:40 del 30 maggio 2012 ha scritto:

Eh già. Salvo, a che pezzo pensavi parlando di "inflessioni un po' declamatorie"? Al parlato di "Io non parlo mai" o ad altro? Quel pezzo è forse l'unico, con "Cartoline da A", che non mi convince del tutto. Il resto è proprio ben suonato, ben cantato, ben arrangiato, con il supporto di testi intelligenti e poetici assieme, con una dose di surreale mai troppo caricata (se non proprio in quei due pezzi). Mi convince sempre di più. Sarò sull'8 anch'io, mi sa.

salvatore (ha votato 8 questo disco) alle 15:15 del 30 maggio 2012 ha scritto:

Sì, pensavo esattamente a quel brano e a un altro paio in cui c'è qualche urlo di troppo. Devo però dire che dopo diversi ascolti ci sono passato sopra, proprio grazie a quella vena poetica che stempera l'eccessiva (che a volte avverto come un po' forzata) drammaticità vocale e a una serie di brani, uno più bello dell'altro.

Tra l'altro, è uno degli album che sto ascoltando di più negli ultimi giorni... Poi adesso ho memorizzato un po' i testi, e il cantarci sopra (tipo: e tutto quello che voglio da te è illegale) è pazzescamente liberatorio

TexasGin_82 (ha votato 5 questo disco) alle 15:22 del 20 giugno 2012 ha scritto:

La mia reazione è completamente fredda. Non mi dice davvero nulla. E c'ho provato ad ascoltarlo, perché le melodie sono tessute con sapienza, nulla da dire, e la voce c'è, ma il risultato è di una mollezza infinita.

Marco_Biasio (ha votato 6,5 questo disco) alle 17:34 del 6 settembre 2012 ha scritto:

In wishlist. Mi è capitato di captare qualcosa, e mi interessava. Vediamo se regge il disco intero...

bargeld (ha votato 6 questo disco) alle 18:28 del 6 settembre 2012 ha scritto:

Eheh, è quello che ho pensato anch'io, 'vediamo se regge un disco intero'. Ho comprato l'album rassicurato dai primi due pezzi in scaletta (notevoli è eufemistico), ho apprezzato fino al quarto pezzo e poi tutto mi si è sciolto come un cubetto di ghiaccio tra le mani. Da seguire, comunque.

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 15:34 del 25 settembre 2012 ha scritto:

Si, anche dal mio punto di ascolto il disco intero è troppo ghgh. Tra l'altro non è che abbia sta gran bella voce. Il meglio secondo me lo da verso la fine. Scelgo Piccoli peccati.

Marco_Biasio (ha votato 6,5 questo disco) alle 19:19 del 26 settembre 2012 ha scritto:

Arriva il terzo che pensa che un disco intero, difilato, rimanga comunque un po' troppo, anche se ammetto che le costruzioni melodiche sono ricche, ben strutturate, ben lontane dalla legnosità di Colapesce (che continua a non piacermi), ed un paio di testi in particolare ("Non ho più voglia d'imparare", "Venga il tuo regno", "Poster di famiglia") li trovo molto riusciti. Musicalmente compatto, con toni forse a tratti troppo urlati e qualche svarione qua e là (un po' stucchevole e "italiana", nel senso pomposo e sanremese del termine, la doppietta iniziale, che avrebbe dovuto togliere qualche arco in favore di una dimensione à la Non Voglio Che Clara più pronunciata). Vabbè, ci può stare. Io scelgo la cassa dritta di "Venga il tuo regno", i begli accordi bossa di "La Penultima Cena" - mi ricorda un po' le vecchie library degli anni '60, infatuate dell'exotica e dei ritmi sudamericani... -, gli istrionismi teatrali di "Cartoline Da Amsterdam" e "Piccoli Peccati". Bruttina "Maledetto Autunno".

Musicofilo3 (ha votato 7,5 questo disco) alle 17:34 del 17 dicembre 2013 ha scritto:

Che bel disco! Sono in ritardo ma commento ugualmente. Grande songwriting: i testi sono fantastici (non siamo gli alberi e non ho voglia di imparare, ma anche la penultima cena) e buon accompagnamento musicale (soprattutto ritmica, ma anche con il pianoforte). Una bella ventata fresca, ce ne si aveva bisogno

forever007 (ha votato 9 questo disco) alle 16:57 del 2 aprile 2014 ha scritto:

Io lo sto ancora ascoltando e non mi stanca, anzi se non avessi letto la recensione qui probabilmente non avrei mai sentito parole e melodie così belle, quindi grazie SDM. A parte la sviolinata mi viene voglia di ascoltare spesso Non siamo gli alberi, con quel Sarebbe bello non lasciarsi mai che mi fa venire i brividi. Poi , l inizio di Piccoli Peccati é fortissimo, la parte musicale di Io non parlo mai è di Maledetto Autunno sono davvero epici.

forever007 (ha votato 9 questo disco) alle 16:57 del 2 aprile 2014 ha scritto:

Io lo sto ancora ascoltando e non mi stanca, anzi se non avessi letto la recensione qui probabilmente non avrei mai sentito parole e melodie così belle, quindi grazie SDM. A parte la sviolinata mi viene voglia di ascoltare spesso Non siamo gli alberi, con quel Sarebbe bello non lasciarsi mai che mi fa venire i brividi. Poi , l inizio di Piccoli Peccati é fortissimo, la parte musicale di Io non parlo mai è di Maledetto Autunno sono davvero epici.