Mezzala
Irrequieto
A centrocampo, linterno, o mezzala, è il giocatore che si dedica alla fase di spinta ma anche a quella di interdizione. Praticamente su lui grava buona parte del calcio moderno, ed è responsabile del bel gioco della sua squadra. Il nostro Mezzala, allanagrafe Michele Bitossi, è un cantautore genovese: su queste due parole non mi soffermerò oltre poiché potremmo star delle ore a parlare di De André, Bindi, Lauzi, Endrigo, Paoli, Tenco. Irrequieto rappresenta il secondo disco solista del Bitossi, eppure quella voce così giovanile, quando ho ascoltato Le tue paure per la prima volta, mi è sembrata subito familiare. Lapsus profondo, lacerante: non sono riuscito a ricordare dove lavessi già ascoltata. Alla fine ho dovuto chiedere a Google. Spiluccando il sito personale dellartista ho scoperto somma gioia! che Mezzala altri non è che il 50% dei Numero6, band che amo sin dai tempi di Iononsono (2003).
Faccia da bullo di quartiere, cuore da cane di san Bernardo, Mezzala ha scritto dodici brani belli ed ironici. Irrequieto è una miscellanea di melodismo allitaliana (Sei lunica ferita), pop dautore (Biodegradabile e Se mi accontentassi), ballate rock (La prima volta, Fino a Liverpool e Capitoli primi), deragliamenti rap (La classifica) e folk (Chissà, feat. Zibba), concessioni allelettronica (Constatazione amichevole) e déjà-vu indie (A chi non vuol giocare, Mi lascio trasportare e Ancora un po bene), che mettono in risalto il cammino sinora effettuato dal nostro. Mirabile lutilizzo massivo dei fiati, dal sax al trombone, al flicorno; altrettanto encomiabile il suo gusto per il classicismo, provato dal trio darchi. Insomma, Mezzala è un artista senza grilli per la testa, uno che riesce ad andare dritto al cuore della musica (italiana) senza inerpicarsi per i sentieri dellermetismo e dello sperimentalismo. Irrequieto è fatto di canzoni semplici e bellissime, ed è difficile, anzi impossibile, non trovare almeno un brano indimenticabile.
Cosa aggiungere a un disco così ben riuscito? Irrequieto entra a pieno titolo nella top-ten 2015 di musica italiana, accanto ad Abbi cura di te di Levante, Amore e furto di Francesco De Gregori, Egomostro di Colapesce, Endkadenz dei Verdena, La scomparsa di Majorana di Flavio Giurato, Imperfezione di Meg, Protestantesima di Umberto Maria Giardini, Die di Iosonouncane e Un paese ci vuole di Dimartino. Un anno piuttosto importante per la nostra musica.
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