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R Recensione

8/10

King Crimson

Lark's Tongues in Aspic

Si dice chi i King Crimson abbiano inventato il progressive. Su questo si può discutere. Si può discutere anche sul significato di tale termine. Ma una cosa è certa: sono stati uno dei gruppi fondamentali di questo genere e non solo. Il loro album d'esordio In The Court Of The Crimson King rimane un capolavoro della musica contemporanea.

Un capolavoro che non sono più riusciti a bissare, pur producendo altri dischi di ottima fattura:  il simile “In The Wake Of Poseidon”, Lizard” (compelssivamente inferiore, che si fa ricordare soprattutto per la lunghissima suite omonima) e “Islands, disco affascinante, che chiude la prima fase. Pur non essendo completamente compiuti, sono comunque un ottimo esempio (soprattutto gli ultimi due), di come il gruppo voglia tentare strade musicali diverse e non adagiarsi sugli allori del magico esordio, che è stato anche il loro più grande successo commerciale. Il disco in questione si può considerare il primo della seconda fase, che ha come membro originale il solo Fripp, il leader incontrastato della band.

Accanto a lui musicisti di primissimo livello: Bill Bruford (ex Yes) alla batteria, John Wetton (ex Family) alla voce e al basso, Jamie Muir alle percussioni (che lascerà il gruppo poco dopo per ritirarsi in un monastero tibetano in Scozia) e David Cross al violino. “Larks' Tongues In Aspic, Part One” comincia con un bellissimo incipit affidato al vibrafono, poi un minaccioso violino fa da tramite alla chitarra quasi heavy di Fripp, per poi arrivare ad un'originale e coincitata jam, in cui la sezione ritmica gira alla grande; nella parte finale torna il violino, che chiude il brano in maniera criptica. Si tratta di una suite disorganica, che sembra non avere una logica, ma è un ottimo esempio del nuovo corso intrapreso dalla band di FrippBook Of Saturday è invece una canzone breve e relativamente semplice, ma comunque molto bella e struggente in certi passaggi.

Exiles” viene introdotta da suoni spettrali e inquietanti, poi il violino prende in mano le redini e disegna melodie celestiali, mentre Wetton offre una grande prova vocale. Il brano ricorda “Epitaph per il suo lirismo intenso e “I Talk To The Wind (entrambe dal primo disco) per alcuni passaggi del flauto. “Easy Money” è un pezzo sincopato che inizia con un coro, poi entra la sola voce di Wetton, che stavolta però non entusiasma; al centro un lungo e originale assolo di Fripp rende il brano interessante.

The Talking Drum è un brano strumentale che inizia in sordina, ma pian piano si avvia ad un graduale crescendo, che porta direttamente a “Larks' Tongues In Aspic, Part Two”, che si alterna abilmente tra suoni duri della chitarra e ripetizioni ossessive del violino, fino alla deflafrazione finale del brano. Si chiude così quello che da molti è considerato il secondo capolavoro del Re Cremisi.

A parere di chi scrive non un capolavoro assoluto, ma un disco eccellente, uno dei più importanti del gruppo.

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Voto degli utenti: 8,8/10 in media su 36 voti.

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loson (ha votato 8 questo disco) alle 9:29 del 6 agosto 2010 ha scritto:

"In The Court Of The Crimson King": un capolavoro che non sono più riusciti a bissare,

Se ne può discutere. Sinceramente, penso che "Red" sia bello e significativo quanto (se non più di) "In The Court". La spigolosa "Lark's Tongues In Aspic" ne è grosso modo un'anticipazione, come dimostra la suite omonima. Bellissima (ancorchè convenzionale, come hai notato) "Exiles", anche forse se il brano che preferisco è "Easy Money". Ottima recensione.

Filippo Maradei (ha votato 10 questo disco) alle 10:02 del 6 agosto 2010 ha scritto:

I King Crimson sono uno dei pochi gruppi, forse l'unico, per cui mi è impossibile fare paragoni: non esistono album più belli, più completi, più coerenti, più intensi; sicuramente sbaglierò, e ovviamente la mia vuole essere solo una personalissima considerazione, ma tant'è, li pongo tutti allo stesso piano, in bacheca, dietro il cristallo e anni-luce avanti l'arte.

Filippo Maradei (ha votato 10 questo disco) alle 10:03 del 6 agosto 2010 ha scritto:

Ah, per inteso: la recensione mi è piaciuta, bravo Alberto

REBBY (ha votato 8 questo disco) alle 11:12 del 6 agosto 2010 ha scritto:

A me no eheh. La frase "è un capolavoro che non sono più riusciti a bissare" ("pur producendo dischi di ottima fattura" d'accordo) anche per me

mal si presta ad essere utilizzata per descrivere

un singolo disco dei King crimson (pur epocale

come il primo). Fa pensare che tutto quello che

hanno fatto dopo sia di valore nettamente inferiore, mentre al contrario essi hanno attraversato almeno quindici anni di musica (pur

con una sosta d'accordo, ma in cui Fripp non si è

fermato di certo; e Fripp dal secondo in poi è

diventato leader indiscusso della band...) non

solo facendo ottima musica, ma attraversando i

tempi che cambiavano (e che cambiamenti) con una

naturalezza ed un'aderenza impressionante. Si Wake

of poseidon è l'unico simile al precedente, da li

in poi una serie di progetti diversi ed innovativi

incredibile, meno confrontabili al disco d'esordio. Per me forse non basta una mano a

contenere i capolavori lasciati alla musica da quel genio di Fripp, altrochè il solo pollice!

Marco_Biasio (ha votato 9,5 questo disco) alle 12:48 del 6 agosto 2010 ha scritto:

Nemmeno io concordo che non siano più riusciti a bissare l'esordio, ma è un discorso che avevo già attaccato sotto la recensione di Pier Paolo. Anche In The Wake Of Poseidon, per quanto "simile" a ITCOTCK (per impostazione, se vogliamo... in quanto a sfumature è già molto differente) è per me un assoluto capolavoro, in alcuni passaggi (la title-track, "The Devil's Traingle") meglio del primo. Poi buona parte degli anni '70, qualcosa degli '80 e l'ultimo The Power To Believe mi sembra siano altrettanto degni di esaltazione. Forse l'unico calo tensivo è coinciso negli anni '90, con la scoperta e l'uso smodato di certe cacofonie gratuite.

NathanAdler77 (ha votato 9 questo disco) alle 16:13 del 6 agosto 2010 ha scritto:

King Fripp

Un album monumentale che cristallizza definitivamente l'art-rock frippiano, una sfinge indecifrabile e unica negli anni del prog + sborone. Una delle tante, importanti, fasi del Re Cremisi: vera musica "progressiva" nel miglior senso del termine, in costante mutazione. Da "Larks Tongue's In Aspic (Part One & Two)", c'è una sottile linea grigia che porta allo slowcore, al post-metal fino a Slint e Tool. Idem il metafisico lamento di "The Talking Drum". Bruford eccezionale, "Book Of Saturday" bellissima.

bart, autore, (ha votato 8 questo disco) alle 16:52 del 6 agosto 2010 ha scritto:

Filippo e Loson, vi ringrazio per i complimenti sulla rece. Io penso invece che poteva essere scritta un pò meglio.

lev alle 23:02 del 7 agosto 2010 ha scritto:

sinceramente non ho mai amato troppo sto disco, a differenza degli incredibili "in the court..." e "red". mi è sempre stato un pò indigesto. comunque proverò a riprenderlo in mano, visto che è parecchio che non l'ascolto.

FrancescoB (ha votato 8 questo disco) alle 9:05 del 20 agosto 2010 ha scritto:

Ennesimo grande disco di una band che per un tot di anni ha avuto pochissimi eguali, forse nessuno. In questo lavoro mi hanno sempre colpito le "percussioni liquide".

claudio56 (ha votato 8 questo disco) alle 13:54 del 19 settembre 2010 ha scritto:

E' il disco che segna la seconda fase della carriera dei Crimso ed è un ritorno sicuramente importante, se non altro per i musicisti presenti. Al di là del valore prettamente musicale, però, continuo a pensare che la miglior formazione di sempre dei Crimso è quella di ITCOTKC

dalvans (ha votato 9 questo disco) alle 14:56 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Ottimo

Ottimo disco

PetoMan 2.0 evolution (ha votato 9 questo disco) alle 22:18 del 20 ottobre 2011 ha scritto:

per me fra i tre dischi in assoluto migliori dei king crimson, insieme a Red e In the Court... anche se forse un tantino dietro a quei due. Adoro i coretti di Easy Money. nello stesso anno i pink floyd pubblicavano Money,senza easy, forse per scaramanzia, e infatti le vendite poi hanno arricchito molto di più i secondi.

Totalblamblam (ha votato 8 questo disco) alle 14:49 del 21 ottobre 2011 ha scritto:

OT

lizard con red per me è il migliore della prima fase...il primo lato è rock jazz di finissima qualità

Utente non più registrato alle 14:25 del 14 febbraio 2012 ha scritto:

Questo è un'altro di quei dischi dei KC che ancora oggi lasciano il segno in chi lo ascolta e in chi si cimenta nel fare musica...saccheggiando a piene mani...

Infantino01 (ha votato 10 questo disco) alle 0:42 del 4 ottobre 2013 ha scritto:

Fantastico. Tracce superbe: una migliore dell'altra. King Crimson, basta il nome.

ThirdEye (ha votato 10 questo disco) alle 23:42 del 6 luglio 2015 ha scritto:

Per il sottoscritto trattasi di capolavoro quanto l'esordio. "Red" segue a ruota. Non sono mai andato pazzo per "Islands" invece..

Utente non più registrat (ha votato 7 questo disco) alle 7:48 del 26 febbraio 2021 ha scritto:

Sicuramente la cosa migliore che sia loro riuscita nel periodo di transizione tra Itcotck e Red. Prog-rock coi fiocchi e una buona eterogeneità. Naturalmente danno il peggio di loro quando si ispirano - invece che al jazz-rock d'avanguardia - ai Beatles (Easy Money), ma per il resto niente male.