King Crimson
Lark's Tongues in Aspic
Si dice chi i King Crimson abbiano inventato il progressive. Su questo si può discutere. Si può discutere anche sul significato di tale termine. Ma una cosa è certa: sono stati uno dei gruppi fondamentali di questo genere e non solo. Il loro album d'esordio In The Court Of The Crimson King rimane un capolavoro della musica contemporanea.
Un capolavoro che non sono più riusciti a bissare, pur producendo altri dischi di ottima fattura: il simile In The Wake Of Poseidon, Lizard (compelssivamente inferiore, che si fa ricordare soprattutto per la lunghissima suite omonima) e Islands, disco affascinante, che chiude la prima fase. Pur non essendo completamente compiuti, sono comunque un ottimo esempio (soprattutto gli ultimi due), di come il gruppo voglia tentare strade musicali diverse e non adagiarsi sugli allori del magico esordio, che è stato anche il loro più grande successo commerciale. Il disco in questione si può considerare il primo della seconda fase, che ha come membro originale il solo Fripp, il leader incontrastato della band.
Accanto a lui musicisti di primissimo livello: Bill Bruford (ex Yes) alla batteria, John Wetton (ex Family) alla voce e al basso, Jamie Muir alle percussioni (che lascerà il gruppo poco dopo per ritirarsi in un monastero tibetano in Scozia) e David Cross al violino. Larks' Tongues In Aspic, Part One comincia con un bellissimo incipit affidato al vibrafono, poi un minaccioso violino fa da tramite alla chitarra quasi heavy di Fripp, per poi arrivare ad un'originale e coincitata jam, in cui la sezione ritmica gira alla grande; nella parte finale torna il violino, che chiude il brano in maniera criptica. Si tratta di una suite disorganica, che sembra non avere una logica, ma è un ottimo esempio del nuovo corso intrapreso dalla band di Fripp. Book Of Saturday è invece una canzone breve e relativamente semplice, ma comunque molto bella e struggente in certi passaggi.
Exiles viene introdotta da suoni spettrali e inquietanti, poi il violino prende in mano le redini e disegna melodie celestiali, mentre Wetton offre una grande prova vocale. Il brano ricorda Epitaph per il suo lirismo intenso e I Talk To The Wind (entrambe dal primo disco) per alcuni passaggi del flauto. Easy Money è un pezzo sincopato che inizia con un coro, poi entra la sola voce di Wetton, che stavolta però non entusiasma; al centro un lungo e originale assolo di Fripp rende il brano interessante.
The Talking Drum è un brano strumentale che inizia in sordina, ma pian piano si avvia ad un graduale crescendo, che porta direttamente a Larks' Tongues In Aspic, Part Two, che si alterna abilmente tra suoni duri della chitarra e ripetizioni ossessive del violino, fino alla deflafrazione finale del brano. Si chiude così quello che da molti è considerato il secondo capolavoro del Re Cremisi.
A parere di chi scrive non un capolavoro assoluto, ma un disco eccellente, uno dei più importanti del gruppo.
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