Asia
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All’inizio degli anni ottanta la potente casa discografica californiana Geffen, alla ricerca di nuove lucrose realtà musicali, decise di investire massicciamente in questo progetto che vedeva coinvolti grandi musicisti progressive (il chitarrista Steve Howe fermo con gli Yes in momentaneo disarmo, il cantante/bassista John Wetton ex di tanti gruppi ma per quattro album alla corte del Re Cremisi, Carl Palmer batterista del celebre trio con Emerson e Lake anch’esso in momentanea pausa di riflessione) insieme ad un singolare tastierista compositore, certo Geoff Downes, che univa nel suo stile la pomposità un po’ tronfia di certi Yes (di cui aveva fatto recentemente parte) con una genialmente becera abilità a tirar fuori strofe e ritornelli superpop, ricercatamente banali, vuotamente irresistibili.l tutto in mano ad un produttore americano di fiducia della casa, quel Mike Stone al tempo sulla cresta dell’onda grazie al suo lavoro con grossi nomi di successo dell’ arena rock al di la dell’atlantico (i Journey, ad esempio).
Banditi quindi gli eccessivi cerebralismi e le complicatezze a favore di canzoni pop-rock quasi del tutto lineari, con solo l’inevitabile spezia del progressive ad insaporirle e personalizzarle: vietato superare i quattro/cinque minuti di durata, testi cuore/amore rigorosamente stupidi, Palmer irriconoscibile ad tenere il tempo senza il minimo swing, col produttore che fa suonare il suo kit come fossero cannonate, Howe imbrigliato a staccare rigidi e distortissimi bicordi dalle sue chitarre abituate a ben più variegati interventi, e a coniare rari assoli non più lunghi di otto battute. Eppure funziona.
Per due ragioni: perché Wetton e Downes si scoprono coppia compositiva micidiale, il tastierista crea le strutture grevi ma suggestive sopra le quali Wetton col suo vocione alla Greg Lake, romantico e potente, ci sguazza come non avesse cantato mai nient’altro. Risultato: successone clamoroso in tutto il mondo, vendite esagerate, un’immediata nuova e grande realtà rock sulla quale l’etichetta discografica riversa aspettative altissime, perché si vada avanti ad libitum con questa formula pop progressiva ma invece la festa è già quasi finita perché la genesi del disco contiene già i germi della crisi…
Le canzoni di enorme successo, le più lineari e ruffiane, le più…belle dopotutto, sono dunque quelle firmate dalla coppia Downes/Wetton (Heat Of The Moment, Only Time Will Tell, Sole Survivor e Wildest Dreams). Le altre, quelle che vedono coinvolti compositivamente Howe e Palmer non se le fila nessuno, stanno lì come riempitivi e la Geffen per il disco successivo chiederà una scaletta di esclusiva produzione delle due galline dalle uova d’oro, determinando l’ovvia defezione di Howe e poi lo sbandamento generale.
Sfortunatamente per gli Asia infatti il sodalizio Wetton Downes non si rivela duraturo, il bassista se ne andrà per altri lidi e il gruppo si ridimensionerà, con altri musicisti ed imperniato sul solo Downes, in una carriera di discreto ma meritevole successo, encomiabilmente lunga dato che procede tuttora. La musica è sempre rimasta la stessa, il seguito degli appassionati invece no, ma quello degli inizi fu indubbiamente sproporzionato rispetto ai meriti.
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