King Crimson
In The Court Of The Crimson King
La musica rock ha passato i quarantanni e ciò che appartiene alla fase della sua fulgida ascesa (fine anni sessanta) può da tempo essere visto in lucida prospettiva. In questottica lalbum in questione merita di assurgere a perfetto simbolo di originalità, diversificazione, fruibilità pur nella concettualità e complessità dei temi.
Con la stessa ottica però si può rilevare che il Re Cremisi non ha affatto mantenuto le aspettative seguite a questo esordio: come in tanti altri casi nella storia del rock (ma qui clamorosamente) allopera prima superlativa e tonitruante è seguita una carriera che per quanto interessante non può essere ritenuta alla sua altezza.
I fans affezionati non si adombrino ma qui si sta scrivendo del Gruppo Perfetto che poteva essere, ed è stato ma per un solo, primo album per poi andare subito a pezzi (temporaneamente rincollati insieme per il secondo lavoro In The Wake Of Poseidon) e poi ricostituirsi in mille altre maniere intorno alla figura di uno solo dei cinque iniziali alfieri del progetto, il chitarrista Robert Fripp.
Sbagliano a questo proposito i molti che forzano la leadership di Fripp sulla produzione Crimson anche a questalbum, la cui grandezza è precisamente dovuta allinterazione fra tutti e cinque i grandi talenti del gruppo. Per dire, molti non sanno o non tengono in conto che il proverbiale riff di 21th Century Schizoid Man, apocalittica apertura del disco, fu partorito per metà dal cantante bassista Greg Lake e per laltra metà dal polistrumentista Ian McDonald, oppure che la magica I Talk To The Wind, così squisitamente a contrasto con la sua flautata dolcezza dopo la furia delluomo schizoide, è tutta farina del sacco di McDonald, che non vi suona la chitarra (con la quale laveva composta) solo perché già più che indaffarato con mellotron, sassofoni, flauti e pianoforti è lui a ben sentire il leader compositivo e strumentale dellesordio dei King Crimson, assai più del chitarrista.
E poi Greg Lake la sua forte e romantica voce e le accattivanti idee melodiche disseminate dappertutto ma in particolare nei due sensazionali affreschi gotici Epitaph e In The Court mostrano le stimmate del vero predestinato al grande successo anche commerciale (che poi lo imbolsirà e demotiverà ancor giovane) che arriverà di lì a poco con Emerson, Lake & Palmer.
Insomma Fripp è musicista dalle grandi doti tecniche e innovative e dalla forte personalità ma tuttaltro che accattivante, incapace autonomamente di sviluppare quellapproccio melodico e armonico che consente alla musica, pur impegnata, di arrivare a molta gente e quindi vendere caterve di dischi.
I King Crimson commerciali se ne vanno col secondo disco In The Wake Of Poseidon, inciso quando già i buoi avevano lasciato la stalla, e mai più ritorneranno. Molto strano che gente come Ian McDonald e il batterista Mike Giles, così brillante e sicura e ricolma di idee in questi anni di gioventù, abbia poi avuto carriere del tutto insipide. Ancora una volta lunione faceva la forza e labbandono dei due subito dopo la tournèe americana di sostegno allalbum, seguita a ruota da quello di Lake che si convinse ad accettare lofferta di Keith Emerson, diede a mio giudizio un colpo decisivo alla vera magia dei Crimson. Personalmente, trovo non indispensabile tutto il resto della produzione del gruppo.
Tornando, per chiudere, al disco in questione, non si può dire altro che bene: imprescindibile in qualsiasi collezione progressive che pretenda un minimo di completezza, affascinante e forte sin dalla arcinota e mitica copertina, pieno di atmosfere sinistre e poi dolci e anche tutte e due insieme, assoluta vetrina per il mellotron questa strana tastiera a nastri preregistrati, un po stonata ed inaffidabile, con suoni insieme glaciali e caldi nella loro precaria elettromeccanica.
Opera da conoscere, da avere, da ascoltare ogni tanto.
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