DJ Rashad
Just A Taste
"E questa cos'è? La solita roba che ascolti tu?"
"Eh sì. Cioè no aspetta: non è esattamente la stessa musica. Questa è una combinazione nuova, un nuovo rimescolamento delle carte."
"Tu e la tua fissa dubstep..."
"No, qui la cosa è un bel po' diversa, tieni conto che DJ Rashad viene da un ambiente completamente differente. Pensa a lui come a uno strano incrocio tra un rapper e un turntablister. Il suo è uno stile ben preciso, puoi chiamarla ghetto house (in questo caso sarebbe ghettotech a dire il vero), o Chicago joke, o footwork, ma alla base trattasi della stessa materia prima: applicare tecniche di sampling vocali o ritmici per produrre un cugino di secondo grado del breakbeat, che data la presenza frequente di metriche rap finisce per avvicinarsi all'hip-hop. L'accostamento al dubstep è giustificato da una certa affinità aggiuntiva ai bassi e riverberi, che ti spinge a fare due più due: campionamenti, ritmi secchi, sincopi, toni cupi e ripetizioni cicliche sono tutti elementi effettivamente in comune."
"In altre parole, robaccia."
"Ehi, piano con le offese, stiamo comunque parlando di nuove invenzioni. Anche se non nego che a volte il risultato diventi indigesto: in brani come Love U o We Run It, ad esempio, il sample loop è davvero fittissimo, ne viene fuori una nenia ossessiva che, stimolante o no, dà alla testa. Come sempre sono gli eccessi che tolgono la piacevolezza dell'ascolto. Però in generale quest'approccio può essere molto interessante, anche perchè apre una miriade di possibilità. Osserva attentamente di cosa è capace questo disco in certi frangenti: Iiiiiii Hiiiiiiii prende come punto di partenza una tromba jazz d'altri tempi, la distorce, la sfibra, la martella, la smembra, fino a inventarsi un non-groove liquido e ondulato, un gioco di compressioni e dilatazioni dei tempi. O prendi Ghost, che tesse una tramatura di campionamenti così fitta da reinventare praticamente il breakbeat, sostituendo artifizi vocali alle impalcature ritmiche. O ancora, Love U Found: un intreccio di acuti femminili e beat affilati, che si alternano con continui cambi di registro, con quei picchi melodici che svettano su una base wonky accelerata e burrascosa. "
"E questo Rashad si è inventato tutto questo?"
"DJ Rashad è uno degli esponenti più importanti del lotto, ma il footwork non è una sua esclusiva. E' una tendenza che nasce qualche anno fa, orientata ad una forma moderna di breakdance. Uno dei tanti figli del tappeto underground, insomma. Come sempre è da lì che partono le prime intuizioni, e come sempre all'inizio sono ad uno stato rozzo, ancora da modellare. Ora però se ne inizia a parlare sempre più, le attenzioni aumentano, non sai mai che presto arrivi qualcuno che dia una dimensione artistica formale allo stile, che lo tolga dalle strade e lo riscriva in una nuova forma. Col dubstep era andata proprio così, all'origine di tutto c'erano le iniziative 2-step e grime nate nei bassifondi dei primi anni '00, poi è arrivata quella corazzata di artisti ed è stata coniata una nuova estetica. Qui non siamo ancora in questa fase, come dice il titolo questo è "solo un assaggio". Ma ti sto presentando in anticipo quello che tra due o tre anni (o magari tra 6 mesi) potrebbe esplodere in un nuovo fenomeno."
"Che privilegio..."
"E' il tratto distintivo dei nostri tempi, questa continuo sbocciare di piccoli germogli. Sono innumerevoli e pieni di fantasia (altro che calo dell'innovazione), ma non riescono a diventare vere ondate con grande seguito perchè non arrivano al grande pubblico. Diciamo che spesso non arrivano proprio da nessuna parte, dev'essere l'ascoltatore a spulciare, ad approfondire, a scoprire. Come un esploratore. Ma questo avviene oggi in tutti gli aspetti della cultura, compresa l'informazione. E' l'omologazione dei mezzi di comunicazione di massa a costringerci alla ricerca autonoma."
"Sto sempre qui ad ascoltare i tuoi trip, dovrebbero santificarmi!"
"Nah, dillo che ti piace. E poi, è tuo dovere sopportarmi. Andiamo a letto?"
"Sono già a letto!"
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