R Recensione

8/10

Zoot Woman

Things Are What They Used To Be

Inguaribili innamorati di musica elettronica. Quella genuina, che affonda le radici nel pieno degli anni '80 e che al giorno d'oggi ha svariate possibilità espressive che possano inserirsi in un sound moderno.

Questi sono gli Zoot Woman. Nati nel 2001 dall'unione tra i fratelli Adam e Johnny Blake e la genialità di Stuart Price. La presenza di Price, un'autorità indiscussa nel mondo elettronico, dà spessore al gruppo: gli Zoot Woman si configurano proprio come l'evoluzione spontanea dei Les Rythmes Digitales, progetto che ha avuto il suo apice nel bellissimo album Darkdancer, e di cui Price era l'anima. A ciò, aggiungiamo altri due elementi: il talento di Adam Blake, affinato dalle varie esperienze di remixaggio (sotto il nome Paper Faces) e produzione musicale (un nome tra tutti Confessions On A Dance Floor di Madonna), sempre a stretto contatto con Stuart Price; e la voce di Johnny Blake, che dà un perfetto timbro pop che niente ha da invidiare ai grandi del passato.

Il risultato è una vera e propria rinascita del synth-pop, che discende dalle eredità di gruppi come New Order, Pet Shop Boys, Alphaville. Forse addirittura Human League. Un percorso che raggiunge il suo apice nel loro ultimo album, Things Are What They Used To Be.

"Le cose sono come sono sempre state". Quasi un manifesto. Ecco, questo è il nostro suono, un consolidamento di quella musica che ha dimostrato splendidi risultati in passato. Non è finita, l'elettro-pop c'è ancora, con la stessa energia.

Nell'album infatti non troviamo sperimentazioni o avanguardie sonore, ma semplicemente quel suono che da loro ci aspettiamo, con bassi potenti conditi da suoni sintetizzati, alla ricerca dell'accostamento ideale. L'essenza della musica elettronica, insomma. Nessuna invenzione, ma una minuziosa cura dei dettagli, quella in cui Stuart Price è maestro.

Fin dalla prima traccia, Just A Friend Of Mine, tutto ciò è evidente. Ritmi potenti ma non pesanti, piacevolissimi, per tutti. Il disco ha dei piccoli gioielli da questo punto di vista, come More Than Ever e il primo singolo estratto, We Won't Break. Altri pezzi invece vengono valorizzati in maniera esponenziale dal talento vocale di Johnny Blake, in forma straordinaria. Il suo ruolo è chiaro: dare calore e sentimento alla musica elettronica, compito difficilissimo che raramente ha raggiunto grossi risultati in questo mondo. Ma stavolta ci siamo: ascoltiamo brani come More Than Ever, e una gioia frizzante ci conquista. O sentiamo le note iniziale di Blue Sea, e ne percepiamo ogni sfumatura romantica e malinconica, sentiamo uno strano senso di leggerezza metropolitana. Stesse sensazioni anche in Take You Higher.

Altri pezzi sembrano fatti per piacere a tutti, come Witness, Lust Forever o Memory (altro singolo estratto). Classici pezzi pop. Music for the masses, direbbe qualcuno. Vero. Loro lo prenderebbero come un grosso complimento. E' proprio quello che fanno, con eleganza e coraggio.

E' senza dubbio il loro miglior album. Meno sofisticato dei precedenti, più aperto, più diretto e naturalmente esplicito, senza vergogna nè ipocrisia. Gli Zoot Woman confermano di essere tra i pochissimi che sono riusciti con successo a mantenere vivace e presente il pop sintetico nel panorama internazionale. Il merito va condiviso nell'era moderna con gli LCD Soundsystem. Poi poco altro. Purtroppo.

V Voti

Voto degli utenti: 6,8/10 in media su 4 voti.
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target 6/10
REBBY 6/10

C Commenti

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REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 17:24 del 20 gennaio 2010 ha scritto:

Buon debutto Carlo. Il disco non l'ho ascoltato,

ma ho una curiosità: perchè su Debaser gli dai

3 pallini e quì invece 4 stelline; cos'è le nostre

stelline valgono meno?

synth_charmer, autore, alle 17:30 del 20 gennaio 2010 ha scritto:

Hai ragione, ho commesso un errore nell'altro portale confermo le 4 stelle, considero questo disco davvero ottimo

emawave (ha votato 8 questo disco) alle 21:28 del 21 gennaio 2010 ha scritto:

Gli Zoot Woman si confermano progetto sempre fresco e vincente , pur non proponendo nulla ,ma proprio nulla di nuovo.Ottimo gruppo di intrattenimento

REBBY (ha votato 6 questo disco) alle 16:51 del 2 febbraio 2010 ha scritto:

We won't break e Memory sono due singoloni della

madoi, ma mi sa che il voto giusto Carlo era quello sull'altro portale (eheh). Trovo stucchevole easy listening dance oriented, synt-pop "da strapazzo" (eheh) almeno metà disco.

Alessandro Pascale (ha votato 7 questo disco) alle 11:28 del 11 giugno 2010 ha scritto:

un pò pacchiano a tratti ma alcuni pezzi sono davvero notevoli. Soprattutto la seconda metà del disco mi sembra particolarmente rilevante