A Live - Moltheni (Roma, Circolo degli Artisti)

Live - Moltheni (Roma, Circolo degli Artisti)

Roma, Circolo degli Artisti, 15 novembre 2007

Con ancora nelle orecchie, negli occhi e nel cuore le vibrazioni intense del concerto primaverile, mi ritrovo di nuovo tra le prime file del Circolo degli Artisti per poter godere di tutta la poesia (e in questo caso anche l’energia) moltheniana e cercare di raccontarvela.

Il locale è di nuovo gremito, l’affetto si percepisce, è nell’aria, la gente applaude emozionata e palpita, grida, prende in giro ad alta voce, ride senza freno, partecipa alla musica e alle parole.

Il risveglio apre l’esibizione (così come apre l’ultimo piccolo gioiello Io non sono come te) con quei soffici accordi di wurlitzer che più che risvegliare fanno ricadere in un sonno amico e dolcissimo, “rovinato” dalla sezione ritmica che entra un po’ prepotente e prende il possesso della musica.

Dopo questa bellissima introduzione è il momento di Bufalo, e già Umberto usa tutta la voce e tutta l’ossigeno possibile per una versione della canzone certamente meno delicata rispetto a quella sul Cd. Anche quel pezzone come L’età migliore viene cantato con una sorta di dolce rabbia, con molte linee vocali cambiate, rese ancora più emozionanti: da brivido. Prima del brano (uno dei simboli di Toilette Memoria) si assiste già ad un primo buffo siparietto in cui il cantante confessa di essersi dimenticato la scaletta, per poi dichiarare con espressione da sornione paraculo:”siete tanti e belli, mi confondete!”.

La band è affiatata e agguerrita, il bassista Giacomo Fiorenza, che svetta in mezzo al palco come un riccioluto palo della luce, cerca i suoi compagni come un cacciatore cerca le sue prede, o forse un innamorato la sua amata, fino a guardarli in cagnesco e poi farci all’amore solo con gli occhi. Moltheni è di lato, quasi in disparte. Il cappello da pescatore proietta un ombra sul volto che quasi non si vede. Scorgiamo solo due gocce di trucco catarifrangente poste sotto gli occhi del musicista. Dopo l’impressionate esecuzione di Deserto Biondo, ecco Educazione all’inverso che pianta un cuneo nel cuore, mentre Tu ci libera dal peso e cicatrizza la ferita. Felce è un momento intimo in cui l’Umberto nazionale (?!) si affida anima e corpo al pubblico che si ciba di lui. Montagna nera ipnotizza, Nel potere del legno è in grado di fermare il tempo, Verano porta la notte che sa abbracciare ma alla fine tradisce.

L’amore d’alloro ristabilisce gli equilibri mentre Nella Mia Bocca li scompagina. Sul finire del brano la voce di Moltheni è dilatata da un effetto che la trasforma in un lamento quasi mistico.

Dopo l’ultimo ricordo della toilette, cioè Eternamente, nell’illusione di te, Moltheni e i suoi preziosi sodali ci offrono una riproposizione fenomenale e intensissima di Suprema. Carmelo Pipitone dei Marta Sui Tubi offre sovente il suo apporto, a volte molto importante, a volte meno decisivo. Il chitarrista ha il compito di sfoggiare poetici ricami chitarristici oppure di “sporcare” i brani, soprattutto nei finali che in qualche caso si espandono verso territori quasi progressivi/psichedelici, quando non doporockeggianti, oppure fanno uscire quell’anima rock più “feroce” –non precisamente “hard” ma ugualmente potente- che giace sepolta nel fondo sabbioso e inesplorato di certe canzoni.

Il “classico” dal vivo Il bowling o il sesso? chiude un concerto di nuovo denso di emozioni impagabili, uno tra i più belli visti durante il 2007.

Avremmo dovuto incontrare il cantante prima della performance, ma un soundcheck difficoltoso e lungo ce lo ha impedito (e i problemi sono continuati anche dopo…mai visti in un concerto tanti gesti rivolti al fonico!). Umberto ha accettato comunque di rispondere per e-mail. Il lettore a questo si chiederà che fino ha fatto l’intervista, dato che lo spazio qua sotto è pressoché vuoto. Evidentemente il Moltheni ha avuto altro di meglio da fare e ben più importanti testate a cui dar retta, dato che non ci è arrivata nessuna risposta…o forse è rimasto davvero folgorato dalla bellezza del suo pubblico, a tal punto che si è dimenticato di tutto il resto. Me lo immagino, in questo momento, che sta ancora pensando a quanto eravamo belli e a quanto siamo stati numerosi, immerso nei ricordi dei suoi show. Peccato che se non parlassimo noi siti (e riviste) musicali di lui, forse non sarebbe poi così “famoso” (famoso?). Allora alla prossima, Umby (o anche no).

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Holzwege alle 21:24 del 14 gennaio 2008 ha scritto:

Un unica parola:noioso...