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R Recensione

7,5/10

Beppe Gambetta

Where the Wind Blows - Dove Tia O Vento

Si può fare un disco d’esordio a 65 anni, dopo oltre 30 anni di attività e 13 dischi alle spalle? Sì, in parte si può. Beppe Gambetta, chitarrista acustico rinomato e stimato in tutto il mondo come uno dei più bravi nel flatpicking, arriva oggi al suo esordio nelle vesti di cantautore. Per la prima volta, infatti, nel suo nuovo album “Where the Wind Blows” troviamo canzoni scritte e cantate dal musicista genovese.

Tutti i brani presenti nella raccolta sono scritti da Gambetta ed eseguiti insieme a due validissimi musicisti, Rusty Holloway al basso e Joe Bonadio alle percussioni. Cantante in tre lingue (italiano, inglese e genovese), le quattro canzoni presenti sono molto personali e autobiografiche. La Musica Nostra”, la canzone che apre il disco, racconta tutto quello che c’è prima, dopo e intorno a un concerto, i lati positivi e quelli negativi, la fatica e il piacere del fare musica. Quasi un atto d’amore per il proprio mestiere di musicista. Canzone che in parte si lega ad “Amica Libertà”, che racconta di una scelta di vita a volte faticosa ma gratificante, una scelta di libertà. 

Wise Old Man”, cantata in inglese, eseguita in quartetto con l’aggiunta di Michael Ronstadt al cello, è dedicata a tre grandi nomi della musica che evidentemente sono stati tre maestri per Beppe Gambetta: Pete Seeger, Fabrizio De André e Doc Watson. L’autore dedica due strofe a ognuno dei tre, e con parole semplici e profonde a un tempo riesce a descriverli evidenziando le caratteristiche principali delle loro personalità. Per la canzone che intitola il disco, evidentemente la più importante, Gambetta sceglie di utilizzare il dialetto della sua città, Genova: Dove Tia O Vento” è una bellissima ballata dedicata alla città ligure, intensa, scritta con la mano del grande cantautore, in cui ripercorre i momenti bui della storia cittadina (dalle grandi emigrazioni del secolo scorso all’arrivo del fascismo e al pericolo del suo riproporsi, dalle alluvioni al crollo del ponte Morandi) cui si contrappone però sempre la lucente bellezza della città.

Il resto è il “solito” bravissimo Gambetta, capace di attraversare i generi (folk, blues, country, bluegrass, canzone d’autore) con semplicità, dotato di grande tecnica e originalità utilizzate sempre al servizio della musica e mai come puro esercizio di stile. Dalla bellissima melodia di “Forget About Me Not”, al valzer dalle radici folk di “Lambertville Waltz”, dall’incitamento a non arrendersi di “Fighting While We Can” al brano eseguito da solo all’acustica “Sunrise Melody”, fino alla conclusiva “Hide and Seek, esempio della bravura del musicista genovese, eseguita in quartetto con Tim O’Brien al mandolino, Laura Cortese al violino e Jefferson Hamer alla chitarra acustica.

Alcuni di questi brani erano scritti da tempo, ma Gambetta, forse non sentendosi pronto a presentarsi nelle vesti di cantautore, li ha lasciati maturare, e oggi hanno trovato la loro collocazione in un disco convincente, in cui melodia mediterranea e musica americana si coniugano e amalgamano alla perfezione, complice la fantasia e perizia tecnica del musicista. Superata la prova a pieni voti, ora da Beppe Gambetta ci attendiamo un disco intero di canzoni, certi che sarà un disco sorprendente.

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