R Recensione

7/10

New Trolls

Concerto Grosso per i New Trolls

I New Trolls sono tra i pochissimi gruppi italiani che , pur attraverso mille peripezie, sono riusciti ad arrivare ai giorni nostri anche se oggi si identificano in realtà nel solo Vittorio DeScalzi. L'altro pseudo-leader, Nico DiPalo è da tempo fuori gioco a causa di un incidente che lo ha privato della capacità di suonare la chitarra.

Questo è il loro secondo lavoro, uscito nel 1971, un album che ha segnato un deciso cambiamento per il gruppo. Negli anni '60, dopo una copiosa produzione di singoli di buon successo improntati al tipico melodico italiano con qualche venatura rock, diedero vita ad un album"Senza orario senza bandiera" che fece notizia soprattutto perché i testi erano stati scritti da Fabrizio DeAndrè. La collaborazione fra un gruppo ed un cantautore era fatto piuttosto insolito e questo suscitò l'interesse del pubblico, interesse per altro ben riposto perché si trattava davvero un buon lavoro. Il tastierista Mauro Chiarugi decise poi di lasciare e i New Trolls ne approfittarono per dare una sterzata alla loro musica, buttandosi sul nascente Rock Progressivo per di più di stampo sinfonico. Ecco nascere dunque il "Concerto Grosso", con la collaborazione di un'orchestra. I Trolls non avevano certo inventato l'acqua calda, prima di loro artisti più blasonati come Moody Blues o Procol Harum avevano tentato esperimenti con l'orchestra, ma nel caso degli italiani il connubio fra gruppo ed orchestra era pressochè perfetto.

Il disco vede Nico DiPalo alla chitarra, Vittori DeScalzi alle tastiere e flauto, Gianni Belleno alla batteria e Giorgio D'Adamo al basso. Il "Concerto Grosso" che si sviluppa su buona parte del lato A è stato scritto da Luis Enrique Bacalov ed è diviso in tre movimenti.

Il primo movimento, "Allegro", è uno strumentale dove DeScalzi svolge un buon lavoro col flauto e DiPalo disegna dei bei fraseggi di chitarra in risposta all'orchestra.

Il secondo movimento, "Adagio", è un brano lento, cantato in inglese. Siamo in piena atmosfera barocca, sembra di essere a palazzo di qualche corte francese. Il testo, sul finire, cita una famosa frase dell'Amleto di Shakespeare: "morire, dormire, forse sognare…"

Il terzo movimento, "Cadenza - andante con moto" si apre con un "solo" di violino sul quale si innestano poi gli altri archi e a seguire anche il gruppo per costruire un pezzo romantico e virtuoso nel quale viene ripreso il testo shakespeariano.

A chiudere il lato A un brano svincolato dal Concerto ma che ne ricalca le identiche atmosfere: "Shadows", dedicato a Jimi Hendrix. Una dedica che non deve stupire in quanto DiPalo non ha mai fatto mistero di aver preso come modello proprio Hendrix ( e si sente… ). Sul finale viene ripreso ancora una volta il tema shakespeariano del secondo movimento. Per inciso il Concerto Grosso è stato utilizzato come colonna sonora del film "La vittima designata" interpretato da Thomas Milian.

Sul Lato B troviamo un unico pezzo che occupa l'intera facciata e s'intitola "Nella sala vuota". Si può intuire che si tratta di una improvvisazione dei quattro senza l'orchestra e registrata in presa diretta ( o "live", per meglio capirci ). Una improvvisazione che comunque ha dei temi fissi che evidentemente sono stati studiati prima, in più ci sono delle citazioni a canzoni degli anni '60 degli stessi New Trolls.

Detto che "Concerto Grosso" è uno dei migliori lavori del gruppo e uno dei migliori album del progressivo italiano di quei tempi, resta il rammarico che qualche tempo dopo a causa dei dissapori tra DeScalzi e DiPalo, il gruppo si divise in due tronconi ( Atomic System per Vittorio e Ibis per Nico ) che poco hanno dato e poco hanno raccolto. La riunione è poi avvenuta nel 1976 guarda caso con la realizzazione del "ConcertoGrosso n. 2". Ma questa è un'altra storia.

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Voto degli utenti: 7,6/10 in media su 7 voti.
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C Commenti

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PetoMan 2.0 evolution alle 23:45 del 6 ottobre 2010 ha scritto:

Qualcosa di molto simile l'avevano fatta anche i deep purple. Non sono un grande appasionato di progessive, specie se sinfonico\orchestrale, ma da quel poco che ho ascoltato devo dire che la scena prog italiana anni '70 era un movimento di tutto rispetto, con band che avevano ben poco da invidiare ai più blasonati gruppi inglesi.

dalvans (ha votato 4 questo disco) alle 17:15 del 23 settembre 2011 ha scritto:

Irritante

Irritante

Mushu289 (ha votato 9 questo disco) alle 16:02 del primo settembre 2015 ha scritto:

perfetto il conubbio fra musica classica e rock che h quest'albumd i gran livello, se solo l'assolo finale di batteria non fosse così ingombrante avrebbe avuto un 10 secco

Giuseppe Ienopoli alle 14:40 del 2 settembre 2015 ha scritto:

... "potete gettare botiglie a batarista!" ... (invito di Peter Gabriel al pubblico del Palasport di Napoli durante il concerto del 6 febbraio 1974).

Stefano Vincibosco alle 19:46 del 9 agosto 2018 ha scritto:

A onor del vero i testi di "Senza orario senza bandiera" erano, per la maggior parte, di Riccardo Mannerini. Il lavoro di De André fu quello di adattarli alla forma canzone.