R Classifica 2012 di Marco Biasio

Ogni Riferimento A Persone Esistenti O A Fatti Realmente Accaduti È Puramente Casuale

10. Calibro 35
Ogni Riferimento A Persone Esistenti O A Fatti Realmente Accaduti È Puramente Casuale (Venus 2012)

Cosa dire ancora, che non sia già stato ampiamente detto? Questi ragazzi sono fenomeni veri. Oggi, alla vera prova del nove con un disco (quasi) interamente composto da brani autografi, più che mai. Prima che l'America si decida ad adottarli, preserviamoli come si deve.
Anguane

9. Slumberwood
Anguane (Tannen Records 2012)

Alice guarda dentro un pozzo e scorge un'anguana. Una ruzalka. Una sirena. Scorge il buio impenetrabile ed allucinato di un manto psichedelico spessissimo, ondivago, stratificato... e magari fosse così semplice, la questione. In Padova sta nascendo una nuova generazione di persone in cui riporre la propria fiducia. Gli Slumberwood dovrebbero essere in cima alle preferenze di chiunque.
Fenice

8. Ronin
Fenice (Tannen Records 2012)

Un viaggio, nell'ignoto. Le chitarre sono i traccianti. La sezione ritmica il battito del cuore. Gli ospiti illustri (Nicola Manzan, Enrico Gabrielli, Emma Tricca tra gli altri) i giocolieri del cammino. Emozionarsi non è un delitto: è un dovere.
Beyul

7. Yakuza
Beyul (Profound Lore 2012)

Quando gli Yakuza scendono in campo, non ce n'è più per nessuno. E se vi eravate cullati nella speranza che la psichedelia potesse aver lenito le ferite, ricredetevi: per scovare i beyul si picchia come dei fabbri. La cintura di fuoco del metal estremo torna ad ustionare con le sue immaginifiche scudisciate. Concisione e sostanza. Inventiva e ferocia. Ancora nessuno come loro.
Irrintzi

6. Xabier Iriondo
Irrintzi (Wallace Records / Phonometak / Santeria / Long Song / Brigadisco / Paint Vox 2012)

Su "Irrintzi" di Xabier Iriondo, statene certi, si scriverà - tra qualche anno - più d'un articolo. Coraggioso come solo i padri degli anni '70 potevano esserlo, iconoclasta fino alla fine, citazionista-non citazionista, dotato di meravigliose costruzioni prospettiche ed allenato senso dell'assurdo, figlio di un progenitore che s'è fatto davvero da solo. Un manifesto del nuovo impressionismo avanguardistico italiano.
World Music

5. Goat
World Music (Rocket 2012)

Ma a chi vogliono darla a bere? Voodoo in Svezia? Eppure. Mangeranno pure aringhe dal mattino alla sera, pallidi come la neve che ricopre la loro terra natia, ma quando si mettono a prendere a pugni gli strumenti non ce n'è più per nessuno. Brutali come i Nuggets, folli come novelli krautrockers innamorati delle reiterazioni psichedeliche, negri come i peggiori virtuosi dei bassi funk, urticanti come le spy story che si dissolvono nel groove. Qui dentro si impazzisce.
 Utopie e Piccole Soddisfazioni

4. Bologna Violenta
Utopie e Piccole Soddisfazioni (Wallace Records 2012)

Decadente, sublime, trionfale. Nicola Manzan è sempre più Nicola Manzan, il polistrumentista che imbraccia violino, chitarra e distorsioni elettroniche, e sempre meno l'alter ego Bologna Violenta. Il Panopticon della copertina è, in realtà, la foto di un Parlamento vuoto. Non poteva che esserci, a commento, questa colonna sonora.
Piñata

3. Volcano!
Piñata (Leaf 2012)

Sprezzanti più che mai, questi tre giovincelli. Il pop nella mente di Ted Bundy o, altresì, il funk suonato da John Gacy. Il collasso formale di "Beautiful Seizure", passando per gli esotismi giullareschi di "Paperwork", si è ricomposto nella forma, ma non nella sostanza. Caramelline art con un nocciolo di ghisa nascosto all'interno. Quanto ci erano mancati.
Anyway, Your Children Will Deny It

2. Father Murphy
Anyway, Your Children Will Deny It (Aagoo 2012)

Comunque vada, i vostri figli lo rinnegheranno. Ma rinnegheranno cosa? Il dolore? La sofferenza? La catarsi alla fine del tunnel? I Father Murphy, orgoglio che più orgoglio non si può (e facciamoli fuggire all'estero, ancora una volta, i nostri vanti migliori), condensano in mezz'ora un inferno dantesco di no wave sfibrata industrial, ingigantita dark e distrutta tra lamenti, mostruosi fantasmi psichedelici, suppliche pre-catacombali e post-apocalittiche. Dove la forma deve distruggersi per disvelare il messaggio. Potentissimo.
Rope For No-Hopers

1. The Pirate Ship Quintet
Rope For No-Hopers (Denovali Records 2012)

I pirati fanno ballare a lungo, questa nave. Fiondate jazz rock, atteggiamento frontale rock in opposition ed un senso di tremebonda, disperata, lacerante helplessness. Finisce che tutto cola a picco. Nel gorgo del disco più sincero, sofferto, inventivo dell'anno.