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R Recensione

7/10

Tomas Barfod

Pulsing EP

Con “Love Me”, già annunciato per il prossimo dieci giugno (per Secretly Canadian), iniziamo a interessarci di Tomas Barfod (alle pelli con i WhoMadeWho; Tomboy) partendo da “Pulsing”. Anticipazione del nuovo disco, questo EP, che porta ad un livello ancor più easy listening l'electro pop (dal tiro sì clubbing, ma anche molto arty: ossia, che non disdegna svolazzi dreamyrave e fughe etniche, entro una struttura di solidi beat, 4/4 e progressioni) che il producer danese, nel 2012, ha proposto nel debutto “Salton Sea”.

Ed un pezzo, appunto, più easy listening di“Pulsing” (feat. Nina K) Barfod non poteva comporlo: groove oscillante e rintocchi di estasi nordica, linea melodica della vocalist che si fa hook senza soluzione di continuità; va da sé, instant classic.

Apice, messo in apertura, il quale non offusca il resto, ma che anzi valorizza i pregi di un synth pop scandinavo tanto vertiginoso (negli intrecci dal flavour, tutt'insieme, orientale-fiabesco-esoterico di “Value of Faint”) quanto visionario (“Tea Cup”: Aphex Twin reso hi-fi ed evocazioni Boards of Canada). Il fenotipo da club (Bjørn Torske, Kasper Bjørke) lo chiarisce sottotraccia la genetica ritmica, compromesso tra rigore di beat e trasversalità di bassi, che fluiscono in rese funky (dall'accenno tribal) incastonate in una disco incupita (“Happy” feat Eddie Cachon).

Per il momento, oltre le aspettative. A giugno la consacrazione?

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Filippo Maradei alle 1:59 del 18 aprile 2014 ha scritto:

"Pulsing" è già una droga, sì: molto degli Austra dentro.. ma tanto ormai è risaputo che dove c'è freddo c'è synth-pop. Recupero il resto a breve... se siamo più o meno sugli stessi livelli voliamo altini. Con Mauro invece voliamo altissimi: tra gli ultimi rimasti a saper parlare bene di un disco senza girarci intorno, andando al cuore in poche - efficaci - righe. E non importa se è un EP: sono queste le recensioni che invogliano all'ascolto. Less papiri more pillole, please