R Recensione

6/10

Locura

Premessa a Partire

Le canzoni son come figlie, i cantautori come padri. Il cantante da voce alle canzoni, le aiuta a nascere, a crescere, a guardare con occhi propri. Come stampella, nell’acre realtà, si presta ai primi passi incerti delle proprie creature. Le canzoni imparano in fretta, camminano presto con le proprie gambe, diventano autonome. Al cantautore duole, come figlio al padre. La creazione di una mente, per quanto eletta, incontra il soggettivismo di chi la percepisce e, con esso, l’interpretazione, la distorsione, la suggestione, l’imbrigliamento, l’ammutinamento, lo sventramento di note e pensieri, colori e valori, che la mente decide. È un utopia pensare che le canzoni possano essere di qualcuno. La storia lo insegna: anche quando concepita su rigorose partiture bianche e nere, l’Arte non ha briglie, né padroni. Così, la coabitazione di padri e figlie, per quanto breve e fortunata, si nutre di tensioni e di un continuo ridefinire i termini del rapporto.

Hanno coabitato a lungo in casa Airaghi (autore musiche e testi), questi 5 brani, si sono confrontati per tempo nella stessa sala prove, per un periodo è stata loro concessa qualche solitaria scorribanda a sondare la notte e l’apprezzamento di un pubblico ristretto. Ma giunta l’ora, figli e figliastre hanno cambiato recapito, si sono affrancate del tutto dai creatori putativi, hanno salutato padri e pirati e, pur nel dolore, hanno trovato l’altrove. Distanti dai Locura, senza una nuova stanza, hanno intrapreso un lungo viaggio per incontrare differenti sensibilità, intrecciare fili e luci di palchi e abbracciare quante più suggestioni. Del resto, Arte e canzoni, trovato stabile albergo, son forse morte o sul punto di spegnersi. L’intimo segreto di queste cinque canzoni sta proprio qui, nella loro indomabile voglia di partire, di esperire la geografia del viaggio. Come i figli dei padri, questi brani portano con loro i tratti somatici beffardi degli autori, la disarmante vorticosità dell’epica rock, il carattere indomito degli spiriti onirici del funky.

Son di note locali e locali notturni queste cinque canzoni: sfumano freschezza germinativa tra parole che scorrono lievi e dirette e temi ad intreccio; conducono, tra paesaggi quotidiani, verso l'avvento di un nuovo viaggio.

I Locura, Airaghi Luciano (voce - chitarra), Porro Alessandro (basso), Antonazzi Mauro (batteria), Camurri Flavio (chitarra), sono la quinta-essenza del rock di queste parti: in loro convogliano i suoni dei padri e dei cugini contemporanei, si ritrovano piacevoli rimandi, nelle performance live, si può persino rivedere un giovane e scatenato Mick Jagger o riassaporare alcuni classici degli anni '70, magari dei Beach Boys.

Da qualche tempo è disponibile questo primo EP contenente 5 brani registrati con 7 strumenti, 2 chitarre (acustiche ed elettriche), tre tastiere, 1 basso, batteria e percussioni in qualità wave mixata; non un esperimento improvvisato, ma il frutto di anni di lavoro e serate nei club..

E allora vadano queste canzoni, salpino il salmastro mare del rock, sventolino il loro bianco fazzoletto nella burrasca impetuosa. S’avventi questa bagnarola lungo le rotte del rock, le vie presaghe, non di tempesta, ma di nefasta indifferenza. Segua le carte dei propri mari, non tema mai di cercare la strada perduta, verso la terra promessa, quel viaggio che risposte non serba, se non il viaggiar stesso.

(Da poco è attivo anche il sito internet http://www.locura.it/ , nella sezione "forum" sono disponibili in download i 5 brani dell'EP in qualità inferiore )

V Voti

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luciazzi 10/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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Marco_Biasio alle 18:54 del 21 febbraio 2007 ha scritto:

Thank you very much

Li cerco, subito. Grazie della (eccellente) segnalazione.

luciazzi (ha votato 10 questo disco) alle 12:24 del 24 gennaio 2013 ha scritto:

its so cool