R Recensione

8/10

Boston

Third Stage

L’animo umano è inesplicabile; la sua ricerca della felicità che è poi ricerca di equilibri, significati, valori, legami, interessi, passioni, ideali, morali, trasgressioni, sicurezze, si traduce per alcuni in tristissime rese e decisioni fatali, ed è evidente come venga puntualmente smentita la superficiale tesi secondo la quale soldi fama e successo possano per certo escludere tali sciagurate evenienze.

È il caso di Brad Delp il cantante dei Boston, un gruppo che avrà venduto ad oggi qualcosa come cinquanta milioni di dischi. Soldi fama e successo quindi non gli sono mancati, giusto premio al suo talento costituito da una voce altissima e melodiosa, capace di penetrare attraverso il grosso strato di chitarre peculiare del gruppo e imporsi, altrettanto peculiare, squillante e argentina come la campana di una chiesa nel traffico dell’ora di punta.

Ebbene Delp si è suicidato due settimane fa, avvelenandosi col gas di scarico e lasciando scritto in un foglietto che si sentiva solo (“a lonely soul…”).

I Boston erano due persone, le altre non contano: il leader-compositore-chitarrista-organista-produttore-ingegnere del suono e chi più ne ha più ne metta Tom Scholz, e poi lui, Brad, a cantare tutto, parti soliste e cori, almeno nei primi tre album. Celebriamo il suo ricordo riascoltando la sua grande voce in questo terzo episodio della stiticissima discografia Boston (cinque album di studio in trentun anni, nessun disco dal vivo ufficiale, nessun Dvd).

È talmente bella “Amanda” che è giustamente messa in apertura, pur essendo l’episodio più tranquillo del disco: le pettinatissime dodici corde di Scholz aprono la strada alla dolce voce del nostro, che si sublima moltiplicandosi ed armonizzandosi nel mirabile ritornello, ruffianissimo e inebriante. È per certo il secondo pezzo più conosciuto del gruppo, dopo l’inarrivabile “More Than A Feeling” apertura del loro primo album ed evergreen tuttora ascoltabile in qualsiasi radio.

Ancora una intro tranquilla per “We’re Ready” con subito il soave ululato in falsetto di Delp ad abbellire l’indovinato giro di chitarra, poi l’attesa esplosione dei chitarroni spessi e sonorissimi di Scholz, sui quali il cantante deve tirar fuori la grinta e salire di un’ottava per imporsi.

The Launch”, che segue, è proprio la simulazione del lancio di un razzo, vero saggio della bravura soprattutto “fonica” di Sholtz che con chitarre filtrate lui solo sa come ed un organo bestiale crea quattro minuti perfetti di NASA a Cape Kennedy. In quest’episodio, di Brad ovviamente nessuna traccia.

Cool The Engines” è rocchetto assai insignificante, scontato, non succede nulla di memorabile. I Boston hanno questa caratteristica: melodie ed armonie sono assai scontate, semplici e ripetitive come del resto i testi, la chiave per giudicarli dei grandissimi sta nei suoni fantastici, sempre, e nell’architettura degli arrangiamenti, (quasi sempre) un vero trattato di come si fa del rock-pop perfetto, trascinante e ruffiano, buono per le massaie e per i musicisti, per chi vuol distrarsi e per chi vuole imparare come si fa a suonare e cantar bene.

My Destination” inizia come una ripresa di “Amanda”, in chiave e arrangiamento diversi. Il break di batteria poi lancia un solo devastante di Scholz, chitarre grosse da morire di una potenza e liricità ineguagliabili. Quando il cantante torna per l’ultima strofa la sua voce è al piano di sopra, forte e pura a chiudere il pezzo. Brrrr!

Gli episodi che seguono sono di nuovo meno interessanti, l’opera si riprende proprio sul finale con la superba “Holyann”, introdotta da un imperiale arpeggio di dodici corde. Lo schema si ripete, la canzone cresce d’intensità e raggiunge l’acme con una sventagliata paurosa di chitarre bombastiche e sciabordanti, tanto rotonde e melodiche quanto sonore e turgide, che scorrazzano per il panorama sonoro per poi sparire di botto (ma con dolcezza, per un miracolo di mixaggio del solito ingegner Scholz) e dare aria al timbro celestiale di Delp che canta gli ultimi clichès d’amore e chiude l’album.

Non eri solo Mister Brad Delp, eravamo in molti a tenere a te. La vita è fatta di qualche grande cosa e di moltissime piccole cose e il tuo canto era, è e sarà per me una di queste.

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Voto degli utenti: 5,3/10 in media su 3 voti.
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C Commenti

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ozzy(d) alle 23:30 del 28 marzo 2007 ha scritto:

bravo, però....

..non credo che i boston meritassero tutta la tua perizia. Li ho sempre considerati il simbolo di un rock un po' tronfio e pieno di steroidi radiofonici. Questo comunque non posso votarlo perché non lo conosco.

Totalblamblam (ha votato 1 questo disco) alle 14:50 del 9 novembre 2008 ha scritto:

monnezza

fabfabfab alle 14:54 del 25 novembre 2008 ha scritto:

RE: monnezza

fabfabfab alle 14:55 del 25 novembre 2008 ha scritto:

RE: monnezza

Ah ah ah ah perdonatemi ma non riesco a smettere di ridere!!! In assoluto il commento più divertente di tutto il sito. Stokerilla sei un grande! Monnezza, non c'è bisogno di aggiungere altro.

PierPaolo, autore, alle 12:46 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Anche a me stokerilla diverte

tu che rincari la dose, assai meno

SanteCaserio alle 13:03 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Dai PierPaolo

non te la prendere che sulla rete bisogna saper stare alle valanghe di opinioni che girano ogni secondo! Mica se la prendevano con te!

Ora trovo il modo di ascoltarlo, così riesco anche a fare un commento sensato

PierPaolo, autore, alle 14:16 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Ciao "metallaro"

Ogni tanto bisogna arrabbiarsi, nella vita. Fabio non è un fake che stronca e fugge, guardandosi bene dallo scrivere a sua volta qualche rece. E' un serio appassionato di musica ed una delle colonne di questo portale, meritevole quindi di rispetto quando incensa nei suoi scritti gente che, talvolta e come è giusto che sia, mi fa pena. E anch'io.

TheManMachine alle 14:39 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Pier, niente. Non ho capito l'ultimo "E anch'io" del tuo post qui sotto. Che giornataccia oggi, capisco ancora meno degli altri giorni! Comunque ti annuncio che anch'io ho messo nella lista dei miei prossimi ascolti questo disco dei Boston qui da te recensito, di cui ricordo solo l'opener. Recensione tra l'altro da professionista e piacevolissima da leggere. Come tu ci hai abituati.

fabfabfab alle 14:42 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Ok ok ok. Faccio ammenda. Però attenzione, io ridevo del commento, per il suo essere definitivo e demenziale. Stokerilla magari è anche simpatico, non lo so, ma io ridevo per il suo commento in sè, e non per rincarare la dose. Tra l'altro il disco per me è da sufficienza, non certo immondizia. Mi faceva ridere solo il commento, scritto a quel modo. Tutto lì. Se la sensazione fosse solo quella di aver mancato di rispetto ai Boston, me ne fregherei. Poichè potrebbe essere erroneamente interpretata come mancanza di rispetto nei confronti di PierPaolo, chiedo gentilmente a chi può di cancellare il mio commento. Lo invierò in pm a Stokerilla, casomai.

PierPaolo, autore, alle 14:44 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

E anch'io esigo rispetto

E' questo il senso.

Dr.Paul alle 14:46 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

vabe ma uno che parla di monnezza dei boston non porta rispetto al recensore?

PierPaolo, autore, alle 14:48 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Lasciate pure stare stokerilla

Fa colore! Fabio è la frase "monnezza, non c'è bisogno di aggiungere altro" che non è da te. Quello che c'è prima è ok. C'è sempre da aggiungere alla palese condivisione di un giudizio così arrogante.

PierPaolo, autore, alle 14:55 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Paul

Non parlo di rispetto personale, ci mancherebbe, ma di rispetto critico. Basta vedere cosa ha scritto Gulliver qua sotto nel primo post. Fa sapere che i Boston gli fanno schifo nel dovuto modo. E' come se, invece di quello che ho scritto a Fabio sull'ultimo Anthony & The Johnson, avessi condensato il mio pensiero su un teoricamente riassuntivo ma formalmente offensivo "mi fa cagare".

fabfabfab alle 15:04 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Ripeto, ha ragione Pier. Tra l'altro quel "non c'è bisogno ...." era per denotare quanto il commento fosse lapidario, non per assecondarne l'idea. Comunque, sono commenti del cazzo, quindi non avrei dovuto avvallarne lo stile. Adesso, se volete che metta in atto un Seppuku pubblico ... altrimenti chi ha la gomma, cancelli. Grazie

TheManMachine alle 15:04 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

"chiedo gentilmente a chi può di cancellare il mio commento. Lo invierò in pm a Stokerilla, casomai". Ma perché? Così una sana sganasciata in faccia e alla luce del sole diventa un ghigno dietro le spalle...

fabfabfab alle 15:09 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

RE:

Ma che diavolo significa? Se io dico a Stokerilla che il suo commento sui Boston mi ha fatto ridere, non credo ci sia nulla di male. Se mi va di farglielo sapere. E' una cosa relativa al commento, e sarebbe così anche se fosse scritta sotto una recensione dei Beatles o di Nek, o di (chepppallle) Antony & the Johnsons.

TheManMachine alle 15:17 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

RE: RE:

Sì ok hai ragione Fabio sul fatto che son fatti di ciascuno manifestare il proprio apprezzamento per un post con un pm inviato all'autore del post. Però perché cancellare il tuo commento? Tanto ormai l'hai scritto e postato... Comunque, fate vobis...

fabfabfab alle 15:19 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

RE: RE: RE:

Ecco appunto, io l'ho scritto e io lo cancello.

TheManMachine alle 15:32 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

RE: RE: RE: RE:

Ok, ma insomma, della serie, gettare il sasso e poi nascondere la mano, secondo me. O forse mi sbaglio, non so. Comunque per quanto mi riguarda la questione può chiudersi qui, stiamo sbordando alla grande...

fabfabfab alle 15:38 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

RE: RE: RE: RE: RE:

Ti sbagli. Generalmente se tiro il sasso la mia mano rimane ben visibile, e magari ci metto pure la firma. Se però sbaglio mira, chiedo scusa e vado a riprendere il sasso. E magari la seconda volta prendo bene la mira.

TheManMachine alle 15:52 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

RE: RE: RE: RE: RE: RE:

Vabbuono. Propongo un cease-fire. Qualcuno porti il calumet. Mattiamoci in cerchio e passiamocelo. Il calumet, of course!

Dr.Paul alle 15:10 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

si pier comprendo cosa intendi, anche sotto le mie ci sono improperi, sai sono superflui i "monnezza" ma anche gli "stupendo", "meraviglioso" "sublime" o il solito pensierino copia/incolla ahahah, dipende se uno ha voglia di argomentare...vabe dai stiamo dando troppa importanza alle chiacchiere... )

loson alle 15:33 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Eddai su, basta litigare... Almeno fatelo in presenza mia e di REBBY, sennò non c'è gusto... E poi stokerilla è l'utente simpatico per eccellenza, uno dei pochi che adoro anche quando smerda la musica che mi piace!

PierPaolo, autore, alle 17:28 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Riassumo:

Lasciamo tutto ciò che è scrittoqui sotto, a lampante dimostrazione che si può discutere animatamente senza richiudersi in se stessi e mandarsi affanculo. Pieno appoggio poi all'ermetico stokerilla che, con i suoi "monnezza" + mezza stella disseminati qua e là, allieta a tutti la monotona e pesante lettura di rece e post puntigliosi e argomentati. Un grazie anche ai Boston, inconsapevoli pietre dello scandalo.

swansong (ha votato 7 questo disco) alle 18:22 del 22 gennaio 2009 ha scritto:

Ecco, ben detto!

Pier Paolo number one! E grandi Boston, anche se, con riferimento alla band mi trovo più sintonizzato sul commento di Gulliver (senza per questo considerare i connotati FM del gruppo in questione necessariamente come un difetto, anzi!). Quanto al presente disco, non mi pare all'altezza dei due precedenti sebbene fosse difficile all'epoca anche solo sperare che, a distanza di 10 anni dall'esordio, potessero sfornare un'altra hit di così potente efficacia come Amanda. Mi ricordo che comprai a scatola chiusa il disco in questione, avendo ancora nelle orecchie i fantastici ricordi di "Boston" e "Don't look back" e rimasi assolutamente a bocca aperta nell'ascoltare la splendida opening track. Lo stesso effetto non mi fece, purtroppo, "Walk On" del 1994 (che manco avrebbe dovuto uscire sotto il moniker "Boston". Senza Delp alla voce cazzo!)...ma questa è un'altra storia...

PetoMan 2.0 evolution alle 12:53 del 23 aprile 2010 ha scritto:

conosco solo i primi 2, molto belli, questo invece mi manca. Non sapevo della tragica fine di Delp, lo apprendo ora, mi dispiace, gran voce.

PierPaolo, autore, alle 19:21 del 5 novembre 2015 ha scritto:

Gli ultimi due dischi di questi qui sono veramente osceni, mi piange il cuore a sentirli (li ho comprati per affetto: se ne stanno lì a prendere la polvere e ne tiro fuori uno una volta ogni due anni per rifocalizzare che Tom Scholz sì è fuso il cervello di brutto. Uno scandalo.