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R Recensione

7/10

Black Mountain

Wilderness Heart

Dei canadesi Black Mountain si è sproloquiato a dovere.

Insigniti contro il loro volere della corona di salvatori del rock odierno, questi tre ragazzotti coadiuvati da una gentil donzella, tra un concerto ed una registrazione, si dedicano al recupero di tossicodipendenti tramite l’associazione Insite . Andando più a fondo sulla questione non si tratta di un vero e proprio recupero, ma più precisamente della gestione e cura di un luogo in cui i tossicodipendenti trovano siringhe sterili e luoghi appartati dove farsi cullare dalle braccia calde ed asfissianti dell’eroina, col ringraziamento speciale dell’ACE Gentile, che custodiva gelosamente una buona fetta di mercato di acquirenti di candeggina disinfettante a prezzi stracciati (se il primo disco dei Nirvana si chiamava Bleach ci sarà un motivo). Insomma, un folto gruppetto di musicisti, artisti e semplici amici conosciuti al bar che gravitano attorno alla comune 2.0 chiamata Black Mountain Army.

Storie dai contorni mitologici a cui la stampa si è dedicata al ricamo di un uncinetto, che i Black Mountain hanno provveduto tempestivamente a sciogliere, demistificando le leggende metropolitane messe in giro da sei copisti in cerca d’editore.

Delle scorribande folkpopshoegazeindiestracciaballe del leader Stephen McBean, ci siamo masturbati in sogni erotici indie durante tutto lo scorso anno, sotto lo pseudonimo di Pink Mountaintops.

Ad oggi il main project Black Mountain torna prepotente ed in forma smagliante, per dare un sonoro calcio in culo hard rock a tutti gli occhialuti blogger del pianeta terra, sputando fuori il lavoro più diretto, corposo e che centra senza indugi la bocca dello stomaco. E voi barbosi già starete blaterando davanti lo schermo “Eh ma io su Pitchfork ho letto con faticosa e imprecisa traduzione istantanea, che Wilderness Heart è un disco poco ispirato, noioso, e che non aggiunge nulla di nuovo a quanto già detto in 60 anni di rock”. Il sottoscritto vi risponde che se il rock odierno è in mano ad Andrew Stockdale e i suoi pompaticci e rimediati Wolfmother, bè che si facciano fottere dal barbone irsuto di Stephen, che sa ancora come far ringhiare le sei corde a dovere e bilanciare con cura arcaica la materia folk.

Con Wilderness Heart, i Black Mountain si svestono di tutti i fronzoli prog/psichedelici di In The Future, e puntano dritto alla carne, virando la propria caratura sonora verso l’hard rock secco, trascinante, eppur maestoso nella sua eleganza.

Da questi presupposti fioriscono la cavalcata adrenalinica Let Spirits Ride e le montagne russe hard blues di Rollercoaster. Si diramano i saliscendi vertiginosi sulle colline del folk pastorale di Buried By The Blues e The Space Of Your Mind. L’incipit The Hair Song è sorretto dal classico riff poderoso e raffinato di scuola 70’s, su cui si stagliano tastiere dal vago retrogusto garage 60’s ed assoli impennati sulla ruota anteriore della tradizione hard.

Insomma, c’è ben poco da aggiungere, perché chi ama almeno un briciolo di suono elettrizzante di una sei corde, non può fare a meno di una band come i Black Mountain.

È grazie anche a loro, che oggi, il rock conserva ancora uno smalto invdiabile.

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Voto degli utenti: 6,6/10 in media su 14 voti.

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NathanAdler77 (ha votato 7 questo disco) alle 0:40 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Radiant Hearts

Beh, fortuna che certo vintage-rock odierno non è in mano ai petulanti Wolfmother...Sarebbero dolori. L'ultimo BM l'ho apprezzato alla distanza, ai primi ascolti ero un po' perplesso: ha un bel tiro e una solida scrittura, poche menate. "The Hair Song" è puro distillato LedZep epoca "Houses Of The Holy"+polpa-southern Black Crowes, belle anche "Buried By The Blues" (and by Janis, aggiungo io) e l'evocativa "Sadie". "In The Future" è quello che preferisco, ha brani super ("Wucan", "Queens Will Play", "Stormy High" e la stupenda "Night Walks"). Voto 7 già solo x la cover con lo squalone in stile "The Mist"...Ottima rece, Luca!

bill_carson alle 9:40 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

devo riascoltarlo, ma non mi avevo colpito più di tanto

sono bravi, ma non mi hanno mai preso troppo.

Ivor the engine driver (ha votato 7 questo disco) alle 11:28 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Decisamente molto meglio le canzoni folkeggianti, come Buried, Sadie, e la bellissima Radiant Hearts. Secondo me estremamente anonimi i pezzi heavy, che quasi fan rimpiangere le canzoni più tamarre del precedente In The Future. E pensare che dopo il primo album le prospettive di crescita erano ben diverse. Per carità assolutamente non un disco brutto, ma secondo me un po' nella "media" del genere. PS: ma non sono in 5?

Emiliano (ha votato 7 questo disco) alle 11:56 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Picchiano davvero troppo poco per i miei gusti, ma il disco è godibile, ben suonato e a tratti ispirato (nei brani sbagliati, mannaggia!).

Giuseppe 57 (ha votato 7 questo disco) alle 12:10 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Condivido il pensiero di Emiliano. Comunque Ottima recensione!!

glenn dah alle 17:16 del 14 ottobre 2010 ha scritto:

Il precedente osannatissimo non mi aveva detto niente. E non comprerò questo. Ma... due parole sul remix di Mascis?

Luca Minutolo, autore, alle 8:38 del 15 ottobre 2010 ha scritto:

è una esclusiva di itunes...Praticamente una versione acustica di the hair song, niente di più, niente di meno...

Alessandro Pascale (ha votato 5 questo disco) alle 14:36 del 22 ottobre 2010 ha scritto:

mmh mi spiace ma sto giro mi han deluso parecchio. Poca carne al fuoco. Lenti troppo lenti, veloci troppo scialbi. Rimane una certa maniera che impedisce al disco di affondare ma i brani meritevoli di menzione sono davvero pochi: radiant hearts, the way to gone, qualcosa di wilderness heart e bon.

Certo, sempre meglio degli ultimi Wolfmother (il cui primo disco però è fico), però insomma, era difficile non fare meglio...

bestropicalia (ha votato 8 questo disco) alle 14:09 del 21 maggio 2011 ha scritto:

Montagna nera

Buon album, ma niente di più!

ufodictator74 (ha votato 6 questo disco) alle 10:32 del 12 ottobre 2012 ha scritto:

il disco si farebbe anche ascoltare.ma provate a vederli dal vivo..io dopo 4 canzoni sono andato al bar a disfarmi..