Anathema @ Orion, Ciampino (RM), 14/10/2012
Gli Anathema dal vivo hanno da tempo perfezionato la loro micidiale macchina fatta di ariosissime melodie, di impennate hard rock, di digressioni psichedeliche. Il pubblico (piuttosto giovane – intorno ai 25 anni – e non troppo riconducibile ad inclinazioni metal) accorre numeroso dimostrando di aver ben metabolizzato gli ultimi due album (“We’re Here Because We’re Here” e “Weather Systems”, dai quali è stato ampiamente attinto per costruire la setlist), imparando a memoria testi e passaggi sonori. Almeno a partire dalla pubblicazioni di "A Fine Day To Exit" (del 2001, anche se i “semi del cambiamento” erano già stati sparsi con “Alternative 4” del 1998) la formazione inglese ha innescato un processo di revisione di quell'epic-metal di stampo progressivo che gli ha garantito schiere di appassionati in tutto il mondo per approdare al loro attuale “teatro dell’emozione”, nel quale i personaggi indagano la loro anima in uno struggimento profondissimo e nel quale le scenografie rimandano a panorami densi di pathos. Con l’inserimento in line-up della singer Lee Douglas (che tuttavia non riesce a rubare la scena al carismatico frontman, cantante e chitarrista Vincent Cavanagh), le amalgame vocali sono arrivate a toccare davvero momenti di commovente suggestione.
Untouchable Pt.I&II, Thin Air e Dreaming Light danno l’avvio ad un concerto che ha subito visto la band in grande empatia con il pubblico romano. Un abbondante tributo viene offerto a quel “Judgement” del 1999 che per molti – ma non per il sottoscritto – resta il capitolo più avvincente nella discografia degli Anathema: Deep, Emotional Winter, Wings Of God ne tratteggiano in modo evocativo la fisionomia. Oltre ad Untouchable dal nuovo “Weather Systems” vengono estratti alcuni dei sui passaggi più significativi: The Calm Before The Storm (l’episodio più innovativo del disco), The Beginning And The End e Internal Landscapes dimostrano che quanto è stato sacrificato a livello di impatto sonico e di irruenza metal è stato completamente messo a servizio di una struttura compositiva ben più stratifica che, per dimostrare la propria potenza, non necessita di ritmiche possenti e di riffoni pronti a tradursi in assoli epici. Certo dal vivo il gruppo non rinuncia a proporre un trittico come Empty, Orion (cover del magistrale pezzo strumentale dei Metallica) e Fragile Dreams (ormai un inno che nessuno rinuncia a cantare). Tuttavia prima di questo tiratissimo finale c’è ancora spazio per rendere onore ad “A Natural Disaster”: Closer, la title track (intensamente interpretata da Lee Douglas) e la fantastica Flying sono chiamate a rappresentare nel modo più degno possibile un autentico capolavoro. Da segnalare anche una magnetica versione di Universal (da “We’re Here Because We’re Here”), capace da sola di manifestare l’universo creato dai fratelli Vincent e Danny Cavanagh.
E va bene, anche questa volta qualche remora sulla carenza di cerebralità nella musica degli Anathema passa completamente in secondo piano rispetto a quanto questa band investe dal punto di vista emozionale. Gli vogliamo bene così come sono: romanticoni e veraci.
Setlist:
Untouchable Pt.I&II
Thin Air
Dreaming Light
Everything
Deep
Emotional Winter
Wings Of God
A Simple Mistake
Lightning Song
The Calm Before The Storm
The Beginning and The End
Universal
Closer
A Natural Disaster
Flying
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Internal Landscapes
Empty
Orion
Fragile Dreams
Video di “Untouchable Pt.I”: http://www.youtube.com/watch?v=av6sVWXeCWQ